Trentino, 39enne aggredito da un orso in Val di Rabbi: non è grave

AGGIORNAMENTO DEL 10 MARZO 2023 – Trentino, identificato l’orso dell’aggressione: “E’ MJ5, sarà abbattuto”

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AGGIORNAMENTO DEL 7 MARZO 2023 – ENPA: “L’ORSA JJ4 NON SIA CAPRO ESPIATORIO”

Scrive Enpa: “Osserviamo con preoccupazione e sconcerto come a poche ore dall’incidente che ha coinvolto un orso in Val di Rabbi -un incontro con un escursionista con il cane – venga fatto il nome dell’orsa JJ4, plantigrado di cui sembrava si fossero perse le tracce, perché il radiocollare non funzionava più. Come si ricorderà JJ4, uno degli orsi più schivi in assoluto, in una isolata località del Monte Peller, due anni fa, preoccupata per i suoi cuccioli, incappò in due cacciatori che si stavano recando ad allestire la propria postazione venatoria, un incontro avvenuto con reciproco spavento e con pochi danni da una parte e dall’altra. Da allora JJ4 era sparita, e con lei anche i suoi cuccioli. Ora il suo nome torna, stranamente, alla ribalta. La Protezione Animali si rivolge quindi al presidente Maurizio Fugatti: “Ci spieghi, come mai l’orsa persa di vista da tempo viene subito presa di mira, ancor prima che siano stati eseguiti i test sul DNA? Non è che si sta già apparecchiando JJ4 come capro espiatorio?” Desta, infatti, profondissima preoccupazione il fatto che su tutti gli orsi del Trentino, si punti subito il dito proprio su JJ4, una delle migliori e più attente madri ursine, anche con ventilate ipotesi di soluzione finale. Non possiamo accettare che la politica (nel senso alto del termine) della biodiversità, patrimonio immateriale di estremo significato e di valenza sovraprovinciale e sovranazionale, possa venir ridotto ad un regolamento di conti, di vecchi conti, il che implicherebbe una grandissima responsabilità in capo ai decisori e un gravissimo danno a carico dell’intera comunità”.

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AGGIORNAMENTO DEL 6 MARZO 2023 – LA FORESTALE INDAGA SULL’AGGRESSIONE

Sono partiti i primi accertamenti da parte del Corpo forestale della Pr0vincia autonoma di Trento per cercare di individuare l’orso che domenica, in valle di Rabbi, ha aggredito Alessandro Cicolini, 39 anni, fratello del sindaco di Rabbi Lorenzo Cicolini, ferendolo ad un braccio e alla testa. “Oggi stesso una squadra con i cani da orso sta perlustrando i luoghi per raccogliere eventuali ulteriori elementi che ci consentiranno di chiarire la dinamica dei fatti. Nel contempo abbiamo avviato le attività genetiche che ci consentiranno di identificare l’animale”, commenta Sergio Tonolli, dirigente del Servizio faunistico della Provincia di Trento. Il plantigrado potrebbe essere una femmina, forse con i cuccioli, ma la certezza arriverà appunto dall’esame del dna delle tracce rimaste sui vestiti dell’escursionista. (Ansa)

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(Aggiornamento delle 20) Proseguono i sopralluoghi del Corpo forestale trentino in val di Rabbi, all’altezza di malga Mandriole, dove nella mattinata di domenica un escursionista, accompagnato dal proprio cane, è stato aggredito da un orso. “Le unità cinofile hanno individuato il luogo in cui si sono verificati i fatti, in prossimità di una curva cieca – fa sapere l’amministrazione autonoma -. Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti tecnici dai quali potranno emergere ulteriori elementi per la ricostruzione dell’aggressione. Sulla base degli esiti delle analisi genetiche sul materiale biologico raccolto, si potrà procedere con la cattura a fini di radiocollarizzazione e identificazione dell’orso responsabile dell’aggressione. Saranno quindi compiute le valutazioni del caso, sentito il parere di Ispra. L’uomo ha riportato ferite in diverse parti del corpo e si trova ricoverato in ospedale, dove stamani ha ricevuto la visita dell’assessore provinciale alle foreste Giulia Zanotelli, che ha espresso la vicinanza dell’amministrazione provinciale”. (LaPresse)

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IN CODA ALTRI AGGIORNAMENTI CON LA REAZIONE DEGLI ANIMALISTI

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POST DEL 5 MARZO 2023

Un uomo stamattina è stato aggredito da un orso in val di Rabbi, una laterale della Val di Sole in Trentino, mentre stava percorrendo un sentiero con il suo cane. In seguito, ha dovuto ricorrere alle cure dell’ospedale di Cles e in serata dovrebbe essere sottoposto ad un intervento chirurgico ma non è in pericolo di vita. La vittima è Alessandro Cicolini, 39 anni, fratello del sindaco di Rabbi, Lorenzo Cicolini: l’orso l’ha attaccato al braccio e alla testa. Il corpo forestale ha avviato i primi accertamenti. Il plantigrado potrebbe essere una femmina, forse con i suoi cuccioli, la certezza arriverà dall’esame del dna delle tracce rilasciate sui vestiti dell’escursionista. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e l’assessore all’Agricoltura e foreste, Giulia Zanotelli, stanno seguendo gli approfondimenti legati al caso. “Ho segnalato la gravità di questo ennesimo episodio al ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin – comunica Fugatti – con l’impegno di tenerlo costantemente aggiornato e l’invito ad affrontare assieme un problema che non può più essere tenuto in sospeso”.

LE TENSIONI CON GLI ORSI IN UN AMBIENTE MOLTO ANTROPIZZATO
Da tempo le due Province autonome di Trento e Bolzano chiedono di poter abbattere orsi e lupi ‘problematici’. Non si tratta della prima aggressione di un orso in Trentino, dal loro insediamento nell’ambito del progetto Life Ursus. Nell’agosto del 2014 l’orsa Daniza attaccò un fungaiolo nei boschi di Pinzolo. L’animale morì poi durante un tentativo di cattura. Nel giugno 2015 l’orsa Kj2 inseguì un podista che stava correndo nei boschi di Cadine in compagnia del suo cane. Lo stesso plantigrado, nel luglio 2017, aggredì sempre a Cadine un uomo che era a spasso con il cane. Kj2 venne abbattuta poche settimane dopo il fatto. Un’altra aggressione risale a maggio 2015 su un sentiero che porta da Zambana Vecchia a Fai della Paganella, ai danni di un 42enne di Villazzano. Nel giugno 2020 ci fu un incontro ravvicinato di Jj4 con un uomo e suo figlio sul Monte Peller. Poco dopo, in agosto, l’orso M47 aggredì un giovane carabiniere ad Andalo. Il plantigrado venne catturato e, dopo un periodo nel recinto di Casteller nei pressi di Trento, venne trasferito in Ungheria.

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AGGIORNAMENTO DELLE 20.30 – LA REAZIONE DEGLI ANIMALISTI

Il direttivo di Leal – Lega Antivivisezionista “non può esimersi dal commentare con preoccupazione il comunicato di Fugatti, che leggiamo come foriero delle consuete azioni di forza che contraddistinguono le decisioni di questa giunta da sempre poco incline a tollerare la presenza di orsi, lupi e fauna selvatica sul territorio. In attesa di comunicazioni ufficiali da parte dei Forestali sulle dinamiche dell’incidente, attendiamo che Fugatti ci spieghi come intenda “risolvere il problema orsi senza tenerlo più in sospeso”. Con la primavera si avvicina l’apertura della stagione turistica e temiamo le decisioni di una Giunta che non ha mai avuto in simpatia la fauna selvatica e non ha mai saputo considerarla un bene e una preziosa risorsa del territorio”.

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AGGIORNAMENTO DEL 6 MARZO 2023 – LA REAZIONE DEGLI ANIMALISTI

OIPA – L’Organizzazione internazionale protezione animali, in risposta a quanto dichiarato dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti a seguito del ferimento di un escursionista da parte di un orso, ricorda che il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, venerdì scorso ha dichiarato che “la fauna selvatica contribuisce in maniera decisiva agli equilibri del nostro ecosistema e al Capitale Naturale, vera ricchezza italiana. Proteggerla è un nostro dovere imprescindibile”. “Conosciamo le prassi della Provincia di Trento e purtroppo contraddicono la riflessione del ministro resa pubblica tre giorni fa in occasione della Giornata mondiale della fauna selvatica”, commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. “Se l’obiettivo condiviso dal Ministero nell’ambito della Strategia europea Biodiversità al 2030 è “potenziare le azioni di tutela e ristabilire la connettività ecologica”, questo dovrà essere necessariamente rispettato anche dalle Province autonome nella gestione dei grandi carnivori”. L’Oipa, citando le parole del ministro Pichetto Fratin, invita il presidente Fugatti a “riflettere sulle responsabilità e sulle soluzioni di cui l’uomo dispone per sostenere la vita selvatica sulla terra”. (Ansa)

ENPA – Nel fare gli auguri di guarigione all’escursionista ferito, la Protezione animali ricorda che “la Provincia Autonoma di Trento (Pat) ha grave responsabilità: ha il dovere di interdire a persone e cani l’accesso alle zone con presenza di femmine di orso con cuccioli. La primavera in Trentino non viene annunciata dai voli delle rondini, ma dagli incontri con gli orsi che escono dalle tane” dopo il riposo invernale. “Ancor più traumatica l’apparizione di cani e uomini lo è per una femmina che, seppure sfiancata dall’allevamento dei suoi figli, nati durante il letargo, deve trovare di che sfamare se stessa e piccoli plantigradi, in una zona scelta appositamente periferica, povera di risorse e quindi poco attraente per i maschi adulti, peggiore nemico per i cuccioli inermi. C’era un tempo in cui nessuno si avventurava in montagna durante l’inverno, consentendo alla fauna di stare in pace, svolgendo almeno una parte della propria vita senza interferenze umane. Oggi non è più così, gli uomini arrivano dappertutto. Ma le Istituzioni, in primis la Provincia autonoma di Trento, che si è assunta l’onore e l’onere della reintroduzione dell’Ursus arctos, dovrebbero dare le indicazioni corrette e porre i limiti necessari a rendere possibile la coesistenza fra l’uomo e il plantigrado, notoriamente animale elusivo e poco aggressivo”. Infatti, per Enpa, l’uomo “ha riportato ferite non gravi, ascrivibili presumibilmente ad un falso attacco posto in atto con l’intento di allontanare la coppia formata da cane e uomo”.

BRAMBILLA – “Punire gli orsi con la detenzione o con la morte perché ‘fanno gli orsi’ è assurdo e crudele”. Così Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell’ambiente, commenta il caso dell’escursionista ferito da un orso in Trentino. “Come tutta la fauna selvatica i grandi carnivori sono un patrimonio da difendere, senza se e senza ma. Innanzitutto auguro pronta guarigione alla persona che con l’orso ha avuto un incontro troppo ravvicinato, ma forse non imprevedibile. Gli accertamenti in corso diranno se, come credo, si tratta del classico caso di una femmina intenta a proteggere i propri piccoli. Dev’essere l’uomo – aggiunge Brambilla – ad usare prudenza nell’andare per boschi, habitat degli animali selvatici e quindi anche dell’orso, con la massima attenzione proprio in questo periodo, quando gli animali escono dal letargo e sono affamati”. “I grandi carnivori tornati a vivere sul nostro territorio – sottolinea – sono e restano un patrimonio da proteggere senza esitazioni, come stabilito negli accordi internazionali, e non certo una minaccia da sradicare. Una migliore convivenza è possibile, come dimostra l’esperienza di altre regioni in Europa e in Italia, come il parco d’Abruzzo. Occorre più impegno da parte delle autorità per informare correttamente residenti e turisti e per segnalare il pericolo dove c’è, occorre maggiore attenzione da parte di chi frequenta i boschi. Sarebbe importante chiudere le aree frequentate dalle orse con i piccoli e tenere i cani sempre al guinzaglio quando si passeggia nei boschi. E di certo non è possibile punire, con la detenzione o con la morte gli orsi colpevoli di fare gli orsi”. (Adnkronos)

CENTOPERCENTOANIMALISTI – Blitz del collettivo ‘Centopercentoanimalisti’: un gruppo di militanti ha affisso uno striscione all’uscita del casello di Trento Sud con la scritta Benvenuti in Trentino, provincia ammazza orsi’. La protesta è stata messa a segno a seguito dell’aggressione da parte di un orso a un 39enne, ancora ricoverato in ospedale a Cles, che stava passeggiando con il proprio cane lungo un sentiero della val di Rabbi. “Se i politici alzeranno il tiro, lo faremo anche noi, poco ma sicuro”, fanno sapere gli animalisti. (LaPresse)

LAV – In un comunicato stampa, la Lav (Lega anti vivisezione) interviene in merito all’aggressione di un orso a un escursionista, avvenuta in provincia di Trento. “Quanto accaduto ieri in Val di Sole potrebbe essere l’ennesima dimostrazione delle gravi responsabilità della Provincia di Trento in materia di educazione dei cittadini alla convivenza con la fauna selvatica. In questo periodo gli orsi stanno riprendendo la loro normale attività dopo la pausa invernale, anche le mamme e i loro cuccioli escono dalle tane, quindi l’incidente potrebbe avere visto protagonista una mamma orso in un momento di massima allerta perché accompagnata dai suoi cuccioli. Se così fosse, il comportamento dell’uomo coinvolto rappresenta esattamente il contrario di ciò che bisognerebbe fare quando si incontra una mamma con i cuccioli. Stando alle prime dichiarazioni risulta infatti che al momento dell’incidente, l’uomo fosse accompagnato da un cane, molto probabilmente senza guinzaglio, fatto che potrebbe avere messo in grandissima allerta l’orso, ulteriormente allarmato dalla successiva fuga dell’uomo”. “Chiediamo accurate indagini al fine di accertare le condizioni in cui si è verificato l’incidente, se effettivamente l’aggressione fosse la conseguenza dei comportamenti inadeguati della persona coinvolta, emergerebbe ancora una volta la diretta responsabilità della Provincia di Trento che, dopo avere reintrodotto l’orso sul suo territorio, a più di vent’anni di distanza non è ancora stata in grado di educare i cittadini ai comportamenti corretti da assumere nel caso in cui si incontri un orso sul proprio cammino”. “Non è tollerabile -rileva la nota- che a rimetterci siano sempre gli orsi, anche per le inadempienze di tutte le amministrazioni provinciali che si sono succedute. Invece di scrivere frettolose sentenze di condanna a morte, il Presidente Fugatti si assuma le sue responsabilità di fronte ai cittadini, scusandosi per non aver spiegato loro come comportarsi nei territori abitati dagli orsi. Chiediamo che siano svolte indagini approfondite e trasparenti su come sono andati i fatti coinvolgendo non solo il Corpo Forestale Provinciale, ma anche il Centro di referenza per la medicina forense veterinaria istituito presso l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana – conclude la Lav – non possiamo più tollerare che gli orsi vengano condannati all’ergastolo o alla pena di morte, quando la storia ci insegna che gli incidenti sono sempre il risultato di comportamenti umani inadeguati. La recente approvazione dell’emendamento ‘caccia selvaggia’ potrebbe rendere ancora più semplice l’uccisione di un orso ovunque si trovi, anche nelle zone protette dove la caccia è vietata. Dal 1 gennaio i cacciatori possono infatti uccidere qualsiasi specie animale, durante tutto l’anno, anche nelle città e nei parchi. Per questo motivo – conclude l’ente– la Lav scenderà in piazza il 18 e 19 marzo con una raccolta di firme contro l’emendamento ‘caccia selvaggia’, a favore di ogni sistema incruento di prevenzione che favorisca la convivenza con gli animali selvatici”. (Adnkronos)

ANIMALISTI ITALIANI –

“Un orso che difende se stesso o i suoi cuccioli dagli umani impreparati sulle più elementari regole di convivenza viene considerato problematico e quindi necessariamente imprigionato o ucciso. Questa è la “strategia” adottata da ormai troppo tempo dalla provincia di Trento. Gli Orsi sono un nostro patrimonio, l’individuazione di approcci adeguati e la condivisione di misure utili a fronteggiare talune criticità non possono più essere rimandati. L’esempio abruzzese è sotto gli occhi di tutti. Gli Animali vanno salvaguardati e non perseguitati. In nome della tutela della biodiversità e degli ecosistemi che, invece, la Provincia di Trento sta distruggendo con un modello economico e turistico incurante degli animali selvatici che lo abitano”.

 

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  • Giuli |

    In quasi tutti i casi di aggressione da parte di un orso sono presenti i cani…forse l’orso è stato spaventato o messo in allarme dal cane, forse c’erano dei cuccioli! A cosa servono tutte le raccomandazioni sul comportamento da tenere se si avvista un orso? Se la PROVINCIA di Trento ritiene PERICOLOSO un orso (che si muove nel territorio che gli è stato assegnato dall’uomo) lo si mandi in Germania o in Slovenia, NON VENGA ABBATTUTO! O in Trentino sono tollerati soltanto orsi docili, magari “ammaestrati” (come nei circhi?)

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