Dal Consiglio d’Europa primo sì alla minore protezione del lupo in Ue

La paura del lupo sfonda in Europa. Il comitato permanente della convenzione di Berna per la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, organo del Consiglio d’Europa, ha votato a favore della richiesta dell’Unione europea di abbassare il livello di protezione per i lupi. Ma la decisione entrerà in vigore solo tra tre mesi se 17 paesi (un terzo del totale) che hanno ratificato la convenzione non si oppongono. Qualora questo non accada, come richiesto da Bruxelles il lupo non sarà più una “specie di fauna rigorosamente protetta” ma una “specie di fauna protetta”. Nel primo caso, la convenzione di Berna vieta in particolare tutte le forme di cattura e detenzione deliberate e l’uccisione deliberata, il danneggiamento o la distruzione deliberati dei siti di riproduzione e di riposo, il disturbo deliberato in particolare durante il periodo della riproduzione, ma anche il possesso e il commercio dell’animale vivo o morto. Invece quando una specie rientra tra quelle “protette” (con livello meno rigoroso) la convenzione di Berna indica che i Paesi, pur dovendo continuare ad assicurarne la sopravvivenza, possono agire per prevenire tra l’altro “danni importanti a coltivazioni e allevamenti”.

3.300 LUPI IN ITALIA E 20MILA IN EUROPA (+81% DAL 2012)

Per richiedere il declassamento Bruxelles ha inviato un documento in cui evidenzia che “la popolazione dei lupi ha raggiunto livelli significativi in Europa”, con stime che indicano che il loro numero è raddoppiato negli ultimi dieci anni, mentre i rapporti più recenti evidenziano che continuano ad aumentare. Questo secondo la Ue dimostrerebbe che nonostante le specie di lupo subiscano ancora delle minacce, l’aumento della popolazione indica che è un animale che si sa adattare e dotato di resilienza. Contemporaneamente, Bruxelles sottolinea che l’espansione del lupo sta creando crescenti problemi per le attività economiche, in particolare per gli allevamenti, in un numero crescente di paesi Ue. In tutta Europa, in base al rapporto sulla situazione del lupo pubblicato dalla Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione, si stima che vi siano oltre 20mila lupi, con un aumento dell’81% dal 2012. Mentre in Italia, secondo i dati, la popolazione di lupi è aumentata attestandosi intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola.

CHI E’ FAVOREVOLE E CHI E’ CONTRARIO

Per Legambiente “arriva un periodo buio per la tutela di questa specie, l’Europa usi buonsenso”. Per Enpa “una scelta politica per compiacere allevatori estremisti”. Per Oipa international un “grave passo falso nella direzione di un impoverimento della biodioversità in Europa”, per Io non ho paura del lupo la decisione “mette a rischio la conservazione e la coesistenza”. Deluso anche il Wwf: declassare lo status di protezione del lupo “è una decisione che va contro il parere degli esperti e della scienza, ci riporta indietro di mezzo secolo e apre una strada pericolosa per il futuro della conservazione della natura in Europa. Ormai è evidente a tutti quanto la natura sia sotto attacco, in Europa come in Italia”. La decisione di oggi “dà ingiustificatamente seguito ai tentativi ideologici di scagliarsi contro la tutela della fauna selvatica portati avanti dal mondo venatorio e da una parte del mondo agricolo. Purtroppo, il governo italiano si è fatto portavoce in Europa di queste istanze antiscientifiche”. A esultare sono tutte le organizzazioni degli agricoltori, sia a livello europeo – come Copa e Cogeca – che italiano. Oltre a molti politici di area governativa, Cia e Confagri  applaudono e per Coldiretti “la popolazione di lupi è aumentata attestandosi intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. Numeri che testimoniano come il lupo non sia più a rischio estinzione. Al contrario cresce il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico”.

LE PREDAZIONI IN ITALIA E IN EUROPA

Le ultime stime Ispra contano 17.989 eventi di predazione accertati, per una media di circa 3.597 eventi ogni anno. Sono stati registrati come predati un totale di 43.714 capi di bestiame, per una media di circa 8.742 capi ogni anno. Tra i capi predati, l’82% sono ovicaprini, pari a una media di 7.171 capi annui; il 14,2%, invece, sono bovini, pari a una media di 1.439 capi annui; il 3,2% dei capi indennizzati sono equini, per una media di 280 capi annui. La spesa a carico delle Regioni italiane per compensare i danni provocati dal lupo, riferisce l’organizzazione agricola Cia – per la quale i predatori sul territorio italiano sono 3.600 e non 3.300 -, è di poco inferiore ai 2 milioni di euro all’anno, ma sono dati molto sottostimati perché non tutte le predazioni sono risarcite e non tutte le Regioni riescono a pagare i danni. Ammonta, invece, a circa 20 milioni di euro il risarcimento che l’Unione europea paga per le predazioni. Ma non è tutto, perché le stime dei danni sono in aumento: sono circa 65 mila gli animali allevati a livello Ue che subiscono predazioni, di questi il 76% sono capre e pecore, ma il fenomeno colpisce anche i bovini e, in alcuni casi, anche gli equini.

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