Tornano a sfilare per le vie di Pamplona, in Spagna, gli animalisti di Peta e Anima naturalis. Domani inizia il tradizionale festival di San Firmino, che prevede da sabato 7 a sabato 14 luglio una corsa di tori per i vicoli del centro storico. Gli “encierros” sono previsti ogni giorno alle 8 del mattino e gli animali, provenienti da diversi allevamenti, devono percorrere 825 metri di un percorso obbligato lungo il quale turisti provenienti da tutto il mondo si lanciano per farsi inseguire, spesso rimanendo incornati e feriti anche gravemente. Per i tori, la giornata si conclude con una corrida in onore di San Fermin nella quale vengono uccisi. La manifestazione di oggi (come quella dello scorso anno) riesce appena a scalfire un’usanza che il governo spagnolo negli anni scorsi ha blindato con una legge, dichiarando la “fiesta” bene culturale nazionale e mettendola al riparo da possibili spinte abolizioniste. La processione degli animalisti, ironicamente ormai anch’essa parte della tradizione, si è svolta al ritmo di un tamburo lungo la Cuesta de San Domingo, nel centro della capitale della Navarra, teatro ogni anno delle corse con i tori, lanciando fuochi di bengala rossi a rappresentare il sangue sparso dai tori nell’arena della città. Fra gli slogan, “Tauromachia abolizione”, “La tortura non è arte nè cultura”, “San Fermines, festa di sangue”. Gli animalisti, che indossavano maschere e corna di cartone, hanno esposto cartelli con la scritta “Stop alla corrida” in varie lingue, anche in italiano, in mezzo ai numerosi turisti presenti nel centro storico di Pamplona. (foto Villar Lopez/Epa e, in fondo, Vincent West/Reuters)
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