C’è un altro insetto da mangiare: l’Ue dice sì alla locusta migratoria

In attesa dei grilli, considerati i più gustosi, la Ue autorizza un altro insetto come alimento: arriva nei piatti la locusta migratoria. Oggi infatti per la seconda volta la Commissione europea ha autorizzato l’immissione sul mercato come nuovo alimento di un insetto. Pochi mesi fa un’azienda francese ha chiesto e ottenuto l’ok per le larve seccate del tenebrione mugnaio (tenebrio molitor), un coleottero meglio noto come tarma della farina. La locusta migratoria sarà disponibile sotto forma di congelato, essiccato e in polvere ed è destinato alla commercializzazione come snack o ingrediente alimentare in una serie di prodotti. Lo comunica l’Esecutivo Ue in una nota. L’autorizzazione arriva dopo una rigorosa valutazione scientifica dell’Efsa, che ha concluso che la locusta migratoria è sicura per gli usi presentati dalla società richiedente, la Fair Insects BV con sede nei Paesi Bassi. Si tratta di allevatori professionali di vermi della farina, grilli e locuste di proprietà dell’azienda olandese Protix. I loro prodotti a base di insetti sono utilizzati principalmente come mangime per animali domestici e polli.

MILIONI DI PERSONE CONSUMANO INSETTI QUOTIDIANAMENTE

I prodotti contenenti la locusta migratoria saranno etichettati per informare su potenziali reazioni allergiche, note in particolare nelle persone intolleranti ai crostacei o agli acari della polvere, senza contare il glutine che i vermi possono contenere. Questa autorizzazione da parte della Commissione fa seguito al voto favorevole, lo scorso settembre, degli Stati membri ai quali è stata presentata la domanda. In vari studi, la Food Agriculture Organization ha identificato gli insetti come una fonte di cibo altamente nutriente e salutare con un alto contenuto di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali. Altre autorizzazioni Ue sono attese. Gli insetti, che vengono consumati quotidianamente da milioni di persone sul pianeta, sono stati identificati nell’ambito della strategia ‘Farm to Fork’ come una fonte proteica alternativa che potrebbe facilitare il passaggio a un sistema alimentare più sostenibile. Non mancano però le perplessità. “Il 54% degli italiani considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola le cavallette per il consumo umano”, come emerge da un’analisi Coldiretti/Ixe’. Una novità dunque non gradita che, secondo l’indagine, vede indifferente il 24% di italiani, favorevole il 16%, mentre il 6% non risponde.

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