Coronavirus, la paura frena la caccia agli elefanti in Botswana

Gli attivisti per i diritti degli animali hanno accolto con favore l’incertezza legata all’inizio della prima stagione venatoria del Botswana dal 2014, prevista in aprile ma messa a rischio dalle cancellazioni dei cacciatori spaventati dalla pandemia in corso. Lo riporta Al Jazeera, ricordando che il Botswana ospita la più grande popolazione di elefanti del mondo e quasi un terzo di quella africana. Un altro rarissimo merito del coronavirus, dopo le restrizioni cinesi al commercio e consumo di animali selvatici.

NEL 2019 RIAPERTA LA CACCIA AGLI ELEFANTI

Il paese africano ha revocato il divieto di caccia nel maggio 2019, affermando che questi pachidermi sono aumentati in numero tale da costituire una minaccia per i mezzi di sostentamento degli agricoltori, colpiti nelle loro mandrie. Nei mesi scorsi ha messo all’asta i diritti di caccia. Sebbene finora il Botswana non abbia confermato alcun caso di coronavirus, ha vietato gli ingressi da 18 nazioni ad alto rischio tra le quali Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Spagna. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno esortato il governo a ripristinare il divieto revocato l’anno scorso.

“SPERIAMO IL BOTSWANA CI RIPENSI”

“Accogliamo con favore il fatto che i cacciatori stranieri di trofei non possano uccidere elefanti in Botswana e speriamo che il governo si prenda il tempo per riflettere e ripensare la propria strategia omicida nei confronti degli elefanti, sbarazzandosi definitivamente di questo passatempo coloniale”, ha detto ad Al Jazeera Siobhan Mitchell, direttore della Campagna britannica per il divieto dei trofei di caccia.