E’ tornata la primavera e con la fioritura ritornano anche i ladri di alveari, che assediano gli apicoltori della campagna reggiana. Lo denuncia la Confederazione italiana agricoltori di Reggio Emilia, segnalando diversi furti in tutta la provincia nelle ultime settimane, con criminali specializzati che, approfittando delle restrizioni anti-Coronavirus, agiscono “indisturbati” nelle aree isolate o di aperta campagna dove vengono allevate le api per la produzione di miele. “La situazione è molto grave – dice Anna Ganapini, imprenditrice della Cia reggiana -. Chiediamo più controlli delle forze dell’ordine e il supporto dei cittadini al fine di segnalare movimenti sospetti. Molti apicoltori sono in ginocchio, ma il danno non è solo per loro. La presenza delle api garantisce un ecosistema in equilibrio e l’impollinazione di tante specie vegetali importanti”.
OGNI ARNIA VALE CIRCA 300 EURO CUI VA AGGIUNTA L’APICOLTURA
“I ladri di alveari – aggiunge – solitamente entrano in azione di notte, quando le api non volano. La refurtiva arriva fino a 40 alveari a colpo, segno che i malviventi hanno mezzi adatti per spostare grandi quantità di materiale. Nonostante le arnie siano riconoscibili perché marcate a fuoco con acronimo del proprietario e ogni postazione sia registrata all’anagrafe apistica nazionale con relativi codici, non si scoraggiano”. Anche economicamente è una perdita significativa: una famiglia di api, che conta 20-80mila insetti e occupa un’arnia, costa circa 300 euro, a cui vanno aggiunti i costi di apicoltura per portarla a produrre miele. Un fenomeno in mano alla criminalità organizzata, secondo il presidente degli Apicoltori italiani Raffaele Cirone, “che deve essere contrastato con strumenti adatti, oltre a quelli già disponibili come ad esempio polizze assicurative, videosorveglianza, arnie con antifurto e tracciamento satellitare”.
IN ITALIA MOLTI OPERATORI OFFRONO SOLUZIONI ANTIFURTO
Secondo l’associazione rubare le api rientra a pieno titolo nel reato di abigeato, con furto aggravato di migliaia di alveari, prima sottratti e poi ricettati. In Italia ci sono diversi operatori – Arniasat, Safebee, Spyproject, 3bee hive-tech tra gli altri – che offrono dispositivi satellitari di sorveglianza delle arnie. Beeing, startup romagnola, con il marchio AntifurtoArnia commercializza da ormai vari anni i propri gps B-Secure, speciali device miniaturizzati in grado di localizzare le arnie e mapparne i movimenti. “Appena l’arnia viene mossa – spiegano – il gps si attiva e l’apicoltore vede nello smartphone la mappa con gli spostamenti in tempo reale delle arnie rubate”. Il dispositivo, che funziona con sim multioperatore, è frutto di vari anni di ricerca, miniaturizzato e quasi completamente invisibile.