AGGIORNAMENTO DEL 15 MAGGIO 2020 – CIRCOLARE AUTORIZZA GLI SPOSTAMENTI
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AGGIORNAMENTO DEL 6 MAGGIO 2020 – NUOVO APPELLO AL GOVERNO PER SBLOCCARE LE ADOZIONI E CONSEGNARE I CUCCIOLI ALLEVATI
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AGGIORNAMENTO DEL 12 MARZO 2020 IN CODA – LE INDICAZIONI DI MOV. ANIMALISTA E LAV
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AGGIORNAMENTO DELL’11 MARZO 2020 IN CODA – TUTTA ITALIA E’ ZONA ROSSA, VETERINARI APERTI
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L’associazione Enpa diffonde un vademecum dedicato a chi ama gli animali, a chi vive con loro o di loro si occupa, come gattare o volontari animalisti. Tutte persone che in questi giorni di emergenza Coronavirus, tra zone rosse, autocertificazioni e divieti, si pongono un sacco di domande. “Gli animali non trasmettono il coronavirus. È bene dirlo subito e con chiarezza”, è la prima indicazione della Protezione animali. “Anzi: in difficili giornate come queste hanno tanto affetto da darci e tanto amore da ricevere”. Tutti gli animali: compresi ovviamente quelli che vivono liberi o all’interno di un rifugio, ai quali non bisogna far mancare la necessaria assistenza, ricorda ancora Enpa. Va tutelato il “bene salute”, e questo è chiaramente scritto nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020; il “bene salute” di umani e non umani. Come comportarsi allora? Ecco un piccolo vademecum che nasce dalle tante domande a cui Enpa sta rispondendo in queste ore.
1) Posso uscire all’aperto con il mio cane?
Sì. Il decreto non vieta lo spostamento di uomini e animali all’interno dello stesso Comune di residenza. Fare una passeggiata con il nostro cane è necessario per il suo benessere e anche per il nostro. È una attenzione al “bene salute” umano e animale. Sempre stando molto attenti alle regole sanitarie minime.
2) Sono una gattara e accudisco una colonia felina in un Comune diverso da quello di residenza. Posso continuare a farlo?
Sì. A nostro avviso, la gattara autorizzata deve continuare a occuparsi della sua colonia felina in quanto la circostanza è uno “stato di necessità”: i gatti (che sono tutelati dalla legge) non sarebbero infatti accuditi e alimentati e sarebbero esposti a maltrattamento e a abbandono. Di più: se alla gattara viene impedito di prendersi cura della propria colonia felina, i gatti andrebbero alla ricerca di cibo, creando potenzialmente una dispersione della colonia e un problema sanitario. Le gattare che si trovassero in questa condizione, devono avere una autocertificazione in cui si dichiara lo stato di necessità. Attenzione! Alcune Prefetture richiedono la dichiarazione dell’Ente o dell’associazione di appartenenza o il modulo Asl di assegnazione diretta e nominativa della colonia felina.
3) Sono un volontario: posso continuare a fare volontariato per gli animali in una struttura?
Sì. Chiaramente occorre innanzitutto rispettare il principio della limitazione degli spostamenti. Quindi si può continuare a fare volontariato solo quando strettamente necessario per gli animali. È necessario compilare il modello di autocertificazione in cui si dichiara lo stato di necessità.
4) Le adozioni di animali nei rifugi sono sospese?
Le adozioni di animali nei rifugi non sono sospese. Tanto viene affermato anche in una circolare del Ministero della Salute a proposito delle prestazioni differibili e indifferibili. L’adozione di animali è considerata “differibile” solo al fine di limitare lo spostamento degli umani, ma non è né vietata né sospesa. Ovviamente vanno seguite le regole del rifugio presso il quale si vuole adottare un animale: alcuni danno in adozione solo per appuntamento, ad esempio. È bene quindi contattare telefonicamente prima la struttura, qualora si volesse adottare un animale. La condizione, in questo caso, è quella di recarsi nel rifugio situato nel proprio Comune di residenza.
5) Posso segnalare un animale vagante ferito o in difficoltà?
Si deve segnalare! Per il Ministero della Salute, il soccorso o il recupero di animali vaganti o feriti è una prestazione “indifferibile”. Quindi nel caso in cui ci fosse un animale vagante o ferito bisogna assolutamente segnalare il caso alla Polizia Municipale del luogo precisando che secondo il Ministero della Salute, il soccorso o il recupero è prestazione “indifferibile” e non può quindi passare in secondo piano.
6) C’è sufficiente disponibilità di cibo per animali?
La circolazione delle merci e la loro produzione non ha subito alcuna limitazione. Non c’è pertanto alcun timore in merito alla disponibilità, anche in futuro, di pet food.
AGGIORNAMENTO DELL’11 MARZO 2020 – TUTTA ITALIA E’ ZONA ROSSA
7) I veterinari rimarranno aperti?
Sì, anche dopo la decisione di creare una zona rossa in tutta Italia i veterinari fanno parte dei servizi dei servizi essenziali della sanità, come i medici, e per questo rimarranno disponibili. Per recarvisi dovrà essere compilata l’autocertificazione prevista dalle norme più recenti che è meglio ma non necessario avere con sè: in caso se ne sia sprovvisti può essere fornita dalla pattuglia e compilata in presenza degli agenti.
Vanno sempre, in ogni occasione, rispettate le regole sanitarie: distanza di sicurezza, pulizia accurata e continua delle mani, attenzione a non portarsi le mani alla bocca e agli occhi, evitare abbracci tra umani. Oltre al rispetto delle regole sanitarie è importante spostarsi solo quando strettamente necessario, e questo a tutela della salute di tutti.
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AGGIORNAMENTO DEL 12 MARZO 2020 – LE INDICAZIONI DEL MOVIMENTO ANIMALISTA
“I punti vendita che commercializzano alimenti e beni per animali d’affezione sono considerati “di prima necessità” e quindi rimangono aperti, come avevamo chiesto”. Lo sottolinea l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, che fornisce altri chiarimenti sul decreto. “La vita e la salute degli animali – ricorda l’ex ministro – sono beni tutelati dal codice penale”. In generale, ci si può spostare con gli animali facendo l’autodichiarazione, se l’esigenza è determinata da situazioni di necessità. Sono quindi permesse, in quanto necessità fisiologiche, le normali “passeggiate” con il cane per lo sgambamento e i bisogni. Anche da un Comune all’altro, se occorre, sono consentiti gli spostamenti per indifferibili necessità mediche dell’animale, ovviamente munendosi di autocertificazione e (meglio ancora) di certificato veterinario. Tra queste necessità rientra l’acquisto di alimenti, normali e speciali, e di tutto quanto serve per accudire. Ma non sarà indispensabile spingersi troppo lontano, perché i negozi di e per animali, come richiesto al governo dell’Intergruppo parlamentare, restano aperti. In base allo stesso principio di necessità, i volontari autorizzati che prestano la loro opera in un canile o in un gattile per alimentare o assistere gli animali, possono, con l’autocertificazione, proseguire nella loro attività. Basterà l’autocertificazione anche per occuparsi dei cani di quartiere o delle colonie feline. E’ invece sospesa, perché differibile, la gestione di percorsi adottivi. Comprese le operazioni di affido degli animali da parte dei canili sanitari e dei rifugi, salvo esigenze inderogabili.
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AGGIORNAMENTO DEL 12 MARZO 2020 – LE INDICAZIONI DI LAV
Nessun cambiamento per la mobilità necessaria all’assistenza agli animali e per il rifornimento di cibo per loro e continuano a essere consentite le dovute uscite di casa per i bisogni fisiologici del cane con il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri valido fino a mercoledì 25 marzo compreso. Lo indica la Lega Antivivisezione (Lav) informando di aver “attivato un front desk di emergenza (f.nigri@lav.it – 06.4461325) sulle ripercussioni dei provvedimenti per contrastare il Coronavirus e il necessario accudimento degli animali, obbligo morale e giuridico anche in situazioni estreme come questa che sta vivendo l’Italia”. In particolare, fra le attività di commercio “di generi alimentari e di prima necessità” al dettaglio consentite indica anche il “Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici” che nell’elenco di tutte le categorie merceologiche nazionali si riferisce ad “Animali domestici-Alimenti ed articoli, commercio al dettaglio” e quindi ai negozi di cibo per animali o con cibo per animali domestici. Quindi, spiega la Lav, oltre ai negozi di alimentari e ai supermercati, così come ferramenta in zone agricole, che dispongono di cibo per animali di varie specie, sono aperti/devono essere aperti anche quelli specializzati, presso i quali si trovano anche linee di alimentazione necessarie ad animali che soffrono di specifiche patologie. Ovviamente, per recarsi presso questi negozi, è necessaria l’autodichiarazione sempre con assunzione di responsabilità della persona. Aperte anche le farmacie e le parafarmacie con prodotti per animali. Gli ambulatori veterinari dei liberi professionisti possono essere aperti (la decisione è in capo al singolo titolare), mentre devono continuare a essere esercitati i servizi veterinari pubblici, con le specifiche di cui alla Circolare del Ministero della Salute del 2 marzo scorso.