In Cina nel 2020 meno casi di peste suina africana

In Cina quest’anno si registrano meno casi di peste suina africana rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo comunica il ministero dell’Agricoltura del Paese. Si stima che la malattia abbia costretto a sopprimere circa 200 milioni di maiali, un quarto della popolazione suina globale, soprattutto in Asia. Il ministero di Pechino ha confermato che il primo focolaio di peste suina africana di quest’anno si è manifestato nel distretto forestale di Shennongjia, nella provincia dello Hubei, martedì 3 marzo, dopo il ritrovamento di sette cinghiali morti. Durante lo stesso periodo dello scorso anno erano stati rilevati 12 focolai di peste suina africana. Secondo i dati forniti dal ministero nel 2019 sono stati registrati 63 casi nel Paese. La Cina ha segnalato il primo caso di contagio nell’agosto 2018, nella provincia nordorientale di Liaoning.

Two surviving pigs are pictured in a pigpen at a village in Henan province, China January 13, 2020. Picture taken January 13, 2020. To match Special Report SWINEFEVER-CHINA/EPIDEMIC REUTERS/Jason Lee

(ph. REUTERS/Jason Lee)

L’EPIDEMIA IN CINA E’ INIZIATA NEL 2018

In seguito sono stati riscontrati focolai in molte altre regioni di livello provinciale. La malattia – nata in Africa e poi diffusa in Europa e Asia – ha colpito duramente il paese, principale produttore mondiale di carne suina con una mandria di circa 450 milioni di animali, ma è stato trovata anche in altri 50 stati, causando un rimodellamento dei mercati della carne e dei mangimi in tutto il pianeta. Il Paese – che a dicembre ha diffuso un piano d’azione triennale per ripristinare la produzione di maiale – rafforzerà il controllo e la prevenzione delle principali malattie animali come l’influenza H5N1 e la peste suina africana, migliorerà il monitoraggio e risponderà prontamente ai nuovi focolai. Non sono mancati casi anche in Europa, con abbattimenti e recinzioni soprattutto nei paesei dell’est.