L’importazione in Italia dalla Cina di ben 10 tonnellate di carne suina, potenzialmente affette dall’omonima “peste”, è stata sventata dalla Guardia di finanza di Padova con una maxi operazione: due le persone denunciate, di nazionalità cinese, per i reati di commercio di sostanze nocive, diffusione di malattie di animali, contrabbando, violazione della disciplina igienica della produzione e della vendita di sostanze alimentari. La carne era destinata a ristoranti cinesi di cui i denunciati, titolari di una ditta di import specializzata, erano fornitori. La peste suina africana ha ucciso decine e decine di milioni di maiali nel mondo e sta rimodellando i mercati della carne e dei mangimi in tutto il pianeta. Non è dannosa per l’uomo ma non esiste un vaccino e basta che un minimo scarto di carne contaminata finisca in pasto a un maiale – per esempio, se gettato nell’umido, riprocessato e trasformato in mangime – perchè quello si ammali. La malattia – nata in Africa e poi diffusa in Europa e Asia – ha colpito duramente la Cina, principale produttore mondiale di carne suina, dove sono stati uccisi 200 milioni di animali, circa il 50% del patrimonio suinicolo nazionale, ma è stato trovata anche in altri 50 paesi e si stima costerà la vita a un quarto della popolazione mondiale di suini.
CARNI ITALIANE GARANTITE MA SERVONO CONTROLLI E ETICHETTATURA D’ORIGINE
Il blitz della Guardia di finanza di Padova è scattato nella notte in un magazzino all’ingrosso di generi alimentari dove si stavano scaricando da un camion proveniente dal porto di Rotterdam, in Olanda, 9.420 chilogrammi di carne suina di origine cinese, sbarcati da una nave e importati nell’Unione europea in violazione delle norme doganali e sanitarie. La carne, su indicazioni della Ulss locale, è stata distrutta poiché “una direttiva europea ne vieta l’importazione dalla Cina e la vendita”, ricorda Assica, Associazione Industriali delle
Carni e dei Salumi. Cia-Agricoltori italiani fa sapere che “le nostre aziende sono garantite e ipercontrollate”, Confagricoltura è soddisfatta per le misure preventive “efficaci e tempestive” prese dalle autorità “ma questo episodio deve indurci a non abbassare la guardia, vista la continuità ormai dei mercati e l’intenso traffico di carni suine, un settore che complessivamente in Italia vale 11 miliardi di euro”, Coldiretti chiede “immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina”. (foto Ciro Fusco/Ansa)
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