Report, inchiesta sulle pellicce: davvero sono “etiche” come dice l’etichetta?

Le pellicce di animale destinate all’abbigliamento sono al centro del nuovo appuntamento con Report in onda stasera, lunedì 25 marzo alle 21.20 su Rai3 e sempre visibile qui su RaiPlay. Nel servizio dal titolo “L’Etichetta” si parla della Finlandia, principale produttore di pellicce allevate, in prevalenza volpi e visoni. Vendute in asta a Helsinki, sono acquistate dai pellicciai che le conciano, trattano e colorano per poi rivenderle alle grandi firme della moda, che le usano soprattutto come bordature di cappucci o polsi di cappotto. Al cliente etichette e addetti alle vendite nei negozi spiegano che le pellicce sono certificate come etiche. “L’abito che va più di moda – ironizza nella presentazione del servizio il conduttore di Report Sigfrido Ranucci – è quello tessuto con il filo della rassicurazione delle coscienze”. Secondo i dati dell’ente certificatore finlandese, sono certificati il 99% degli allevamenti di volpi e il 93% di allevamenti di visoni.

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NIENTE TELECAMERE DENTRO L’ALLEVAMENTO

Gli allevatori però non consentono alle telecamere di filmare quello che accade dentro, così i giornalisti si avvicinano alle gabbie di notte di nascosto. Trovano animali molto grassi, che pesano il triplo di quelli che vivono in natura (così la pelliccia sarà più grande!), costretti in gabbie minuscole dove trascorrono un’intera misera vita, che finisce grazie all’estrema tortura di un elettrodo in bocca e uno nell’ano. Una realtà – testimoniata dall’autore del servizio Emanuele Bellano, anche grazie ad un’attiva collaborazione con Lav negli ultimi mesi – molto diversa da quanto raccontato nelle boutique di Roma o Milano. Le altre inchieste di stasera sono “L’Allegro chirurgo”, in cui Report torna a occuparsi dei dispositivi medici, “Senti chi parla”, sugli smart speaker animati da intelligenza artificiale, e “La tassa rosa”, che evidenzia come e quando la versione ”per lei” di un prodotto costa di più dell’equivalente ”per lui”.

AGGIORNAMENTO DEL 26 MARZO 2019

Secondo l’inchiesta di Report, volpi e visoni sono le pelli più richieste dal mercato. A farne ancora uso alcuni marchi di primissimo piano del panorama della moda mondiale e naturalmente italiana: “Max Mara, Moncler, Woolrich e Loro Piana sono alcune delle maison che usano pellicce per i loro capi” spiega Bellano. Tutti si affidano a pelli certificate da Sagafurs, il più importante certificatore del settore (che ha garantito l’allevamento “etico” anche per quegli animali ripresi di notte delle telecamere di Report) e anche azienda quotata in borsa a Helsinki. Ma altri marchi hanno invece rinunciato a utilizzare pelliccia nelle proprie collezioni, ne abbiamo scritto spesso su 24zampe: non le usano più Gucci, Versace, Armani (il primo dei grandi, nel 2016), Michael Kors, Donna Karan, Burberry, Hugo Boss, Furla, Stella McCartney, Chicco e molti altri. Prada ne inserisce pochissime, meno dello 0,1% della produzione. Le pellicce sono state bandite anche dalla London Fashion Week e dalle città di San Francisco e Los Angeles.

  • Annabella Pace |

    …almeno non compriamo giacconi con colli di pelliccia e boicottiamo tutti i prodotti cinesi… cerchiamo di fermare tutto questo orrore…

  • Annabella Pace |

    …almeno non compriamo giacconi con colli di pelliccia e boicottiamo tutti i prodotti cinesi… cerchiamo di fermare tutto questo orrore…

  • Annabella Pace |

    L’unico modo per cercare di evitare questo orrore è boicottare i prodotti cinesi, tutti, soprattutto i giacconi con inserti di pelliccia. Da anni non compro niente che provenga dalla Cina, almeno quando mi rendo conto della provenienza da quel Paese.

  • Annabella Pace |

    L’unico modo per cercare di evitare questo orrore è boicottare i prodotti cinesi, tutti, soprattutto i giacconi con inserti di pelliccia. Da anni non compro niente che provenga dalla Cina, almeno quando mi rendo conto della provenienza da quel Paese.

  • Elisabeth |

    Mai visto così tanti berretti con pon pon di pelliccia come quest’anno ….i negozi ne erano pieni e questi berretti andavano di moda soprattutto tra i giovani. Terribile perché è la dimostrazione che dietro l’acquisto Non ce consapevolezza di quello che ci sta dietro

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