La firma, in Trentino, dell’ordinanza di abbattimento per l’orso “aggressore” del Monte Peller ha acceso gli animi di tutti gli amanti degli animali. A due giorni dall’incidente in cui sono rimasti coinvolti padre e figlio durante un incontro ravvicinato con un orso bruno in val di Non, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha infatti firmato l’ordinanza con la quale dà mandato al Corpo forestale provinciale di monitorare in maniera intensiva l’area dell’incidente, di identificare il plantigrado responsabile dell’aggressione e procedere con quanto previsto dalla lettera k) del piano Pacobace, cioè l’abbattimento. Il provvedimento (consultabile qui) ha subito provocato le vibranti reazioni di animalisti ed ambientalisti e una netta presa di posizione da parte del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.
IL MINISTRO COSTA: “VALUTO L’IMPUGNAZIONE DELL’ORDINANZA”
“Solo dopo aver raccolto informazioni scientifiche certe sull’animale coinvolto nell’incidente si potranno valutare soluzioni tecniche che non devono tradursi nell’abbattimento”, scrive Costa in una lettera al presidente Fugatti, annunciando di valutare i presupposti giuridici per una eventuale impugnazione dell’ordinanza. Secondo Costa, la decisione di Fugatti è “impulsiva e non favorisce un’analisi degli elementi di contesto e aggrava lo scontro pubblico, già non semplice da gestire, sulla convivenza tra uomo e fauna selvatica negli ambienti alpini”. Immediata la replica del governatore trentino secondo il quale le posizioni del ministro “non saranno ragione di conflitto istituzionale. L’ordinanza di abbattimento da me firmata ha carattere di urgenza per ragioni di pubblica sicurezza”, sottolinea Fugatti.
CHRISTIAN MISSERONI: “L’ORSO MI HA AGGREDITO ALL’IMPROVVISO”
Sulla dinamica dell’episodio di cui è accusato l’orso, il ministro Costa ritiene necessario “ricostruire bene l’accaduto attraverso una dettagliata relazione tecnica, considerato anche che questi episodi sono estremamente rari in Italia”. “E’ opportuno che si individui con estrema certezza l’esemplare in quanto, se responsabile dell’aggressione fosse una femmina con cuccioli, si potrebbe fornire una plausibile interpretazione etologica dell’episodio”. Una delle due persone coinvolte, Christian Misseroni, 28 anni, ha le idee chiare su quel che è successo. “L’orso – racconta – è spuntato all’improvviso da alcuni arbusti, e correndo mi è venuto addosso. Così non ho avuto il tempo né di provare a scappare, né di accorgermi di quello che stava succedendo. Se non ci fosse stato mio papà non so come sarebbe finita”.
CON L’IDENTIFICAZIONE TRAMITE DNA IL DESTINO DELL’ORSO E’ SEGNATO
Secondo il giovane, gli uomini della forestale saranno in grado di identificare l’orso aggressore: a loro ha consegnato i vestiti che indossava l’altro ieri, e dalle tracce lasciate dall’animale si potrebbe arrivare alla sua identificazione grazie al Dna. Un’operazione che verrà condotta nei laboratori della Fondazione Mach di San Michele all’Adige. L’identificazione del “colpevole” però non sarà una cosa facile e rapida, dicono gli esperti. E se si arrivasse a capire quale orso abbia compiuto l’aggressione, il suo destino potrebbe essere già segnato. Le due orse Daniza e KJ2, tra il 2014 e il 2017, dopo aver compiuto tre aggressioni vennero entrambe abbattute. Un destino meno cruento è stato quello di M49-‘Papillon’, attualmente recluso a vita nel Centro Casteller di Trento. Ha evitato la condanna a morte solo per il fatto che non ha mai aggredito nessun essere umano, ma ha puntato la sua attenzione su greggi e animali da cortile.
GLI ANIMALISTI CONTRO GLI ABBATTIMENTI E A FAVORE DEL MINISTRO
Intanto il Wwf Italia ha lanciato una petizione contro gli abbattimenti ‘automatici’ su change.org; Legambiente chiede di fermare una “escalation assurda” mentre la presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, Michela Vittoria Brambilla, chiede di ritirare “un’ordinanza precipitosa e illegittima, dettata da impulsività”. Per l’Ente Nazionale Protezione Animali Onlus (Enpa) “è opportuno anzi necessario l’intervento del ministro all’Ambiente Costa che si è detto disponibile a valutare l’impugnazione dell’ordinanza, lui che è custode della biodiversità e rappresenta gli interessi del patrimonio indisponibile dello Stato quale è la fauna selvatica, bene di tutti i cittadini italiani”.
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