Ong animaliste internazionali contro il Sudafrica: Humane Society International (HSI)/Africa e Four Paws South Africa hanno “ruggito” contro la pratica di allevare cuccioli di leone in cattività da destinare all’intrattenimento dei turisti. Sarebbero infatti migliaia i cuccioli fatti nascere e poi cresciuti negli allevamenti del Sudafrica in modo da farli coccolare e allattare con il biberon, i visitatori portati a passeggiare insieme agli esemplari più anziani, e nei casi più gravi i big cats uccisi per ottenere trofei o medicine prodotte con le loro ossa, dall’effetto nullo. Gli attivisti, come riporta il sito ‘AllAfrica’, esortano a un turismo etico, sensibilizzando viaggiatori, guide e operatori turistici a condotte rispettose nei confronti del re della giungla. Le organizzazioni invitano quindi a non usare come giocattoli i leoni, scattandosi fotografie durante appunto l’allattamento degli esemplari più piccoli, facendo passeggiate o acquistando trofei. Si stima che il Sudafrica abbia dagli 8mila agli 11mila leoni allevati in cattività e tenuti in più di 260 allevamenti in tutto il Paese. Questi animali subiscono uno sfruttamento dalla nascita alla morte, con visitatori ignari spesso coinvolti in attività dannose per i felini.
“FABBRICHE DI CUCCIOLI” ANCHE PER I LEONI
In natura, infatti, i cuccioli di leone rimangono con le loro madri per un anno e mezzo e le femmine adulte non generano un’altra cucciolata per almeno 15-24 mesi dopo il parto. I cuccioli nati in cattività, al contrario, vengono strappati alle madri quando hanno solo pochi giorni o addirittura ore, costringendole a un ciclo di allevamento estenuante e continuo. Le femmine di leone che si riproducono in cattività sono costrette in recinti per tutta la vita, a volte alimentate male, in condizioni igieniche precarie e nell’incapacità di esprimere i propri comportamenti naturali. I cuccioli sono allevati manualmente da volontari di tutto il mondo che pagano migliaia di dollari, indotti a credere che siano orfani. “È giunto il momento per tutti noi di renderci conto del ruolo che svolgiamo nel benessere degli animali, soprattutto nel caso dei leoni”, ha detto Fiona Miles, direttrice di Four Paws South Africa. “Siamo felici di unire le forze con HSI/Africa e incoraggiare i turisti a non alimentare l’industria crudele che riguarda lo sfruttamento dell’allevamento in cattività”. Soltanto 20mila leoni circa rimangono allo stato brado in Africa e il Sudafrica, con meno di 3mila grandi felini selvatici, ha il triste dato di un maggior numero di leoni allevati in cattività.
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