Domani, lunedì 29 luglio, è la Giornata mondiale della tigre. Una specie simbolo che, nonostante i tanti sforzi di conservazione, ancora oggi è protagonista di un inarrestabile declino. All’inizio del secolo scorso erano circa 100mila le tigri ancora libere in natura, riporta il Wwf, che ricorda come oggi ne restino meno di 4mila – per l’esattezza 3.890 individui, lo stesso dato del 2018 -, distribuiti in maniera disomogenea in 13 differenti Paesi (India, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Russia, China, Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia, Cambogia, Laos e Vietnam), con un calo della popolazione stimato di circa il 97% rispetto a un secolo fa. Nel 2010 il Wwf, in accordo con i governi dei tigers landscapes, ha lanciato un’ambiziosa sfida: raddoppiare il numero di tigri entro il 2022 (Progetto Tx2), arrivando a 6mila esemplari. Un traguardo che per essere raggiunto necessità di forti investimenti economici ed un impegno congiunto di quante più organizzazioni per la conservazione possibili, ma soprattutto, afferma Wwf, “la volontà politica dei Paesi che ospitano le ultime preziosissime tigri del Pianeta”.
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