Dalla Ue misure per contenere la diffusione di aviaria in Polonia

La Commissione europea annuncerà misure “questa settimana” per quanto riguarda la diffusione dell’influenza aviaria in Polonia, in particolare nelle regioni della Masovia e della Grande Polonia. Lo riferisce la portavoce della Commissione europea Eva Hrncirova durante il briefing quotidiano con la stampa. “Non possiamo fornire una data precisa. Le misure vengono prese insieme alle autorità polacche, alle autorità nazionali e regionali polacche. E le misure sono adottate principalmente sulla base delle informazioni provenienti dalla Polonia. Ciò significa che le autorità veterinarie devono valutare la situazione relativa al commercio”.

NON RESTRIZIONE MA PROTEZIONE

“Si tratta di creare una sorta di protezione piuttosto che una restrizione. Perché la situazione dell’influenza aviaria in Polonia si è purtroppo sviluppata e ci sono sempre più stabilimenti e allevamenti colpiti in Polonia”, precisa. “In base alla legge sulla salute degli animali, dobbiamo creare zone specifiche per prevenire la diffusione della malattia. Ecco perché in queste zone ci saranno delle limitazioni per quanto riguarda il commercio, il trasporto degli animali e alcune altre caratteristiche”, aggiunge sottolineando che “la comunicazione in dettaglio avverrà non appena le misure saranno adottate”. (LaPresse)

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E’ scattato l’allarme della Commissione Europea per i focolai di influenza aviaria in Polonia. “Io credo che sia fondamentale muoversi in ambito europeo sotto la regia della Commissione e del Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control). Non si può andare disuniti e le politiche di biocontenimento che saranno prese andranno seguite perché la Polonia è dietro l’angolo, è il primo esportatore di carne di pollo in ambito europeo. Quindi è chiaro che serve una strategia europea in ambito veterinario, questo grosso focolaio in Polonia – con 6 mln e mezzo di animali contagiati – apre anche il tema di Medicina umana”. Lo spiega Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale policlinico San Martino di Genova. Cosa dovrebbe fare l’Ue e l’Italia? “Magari pensare di aprire in Ue centri di riferimento per test per H5N1 come hanno fatto già in Usa. Pensare ad avere già oggi nei pronto soccorso dei test per l’H5N1 per capire se si ha davanti un caso di influenza aviaria – suggerisce -. Dobbiamo attrezzarci anche per i vaccini a livello europeo e poi decidere se vaccinare gli allevatori e come farlo. Poi c’è il problema dei farmaci, se alcuni non funzionano abbiamo alternative? Ecco – avverte l’infettivologo – sono temi che devono essere discussi a livello europeo, senza andare da soli”.  (Adnkronos Salute)

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