“Stai ascoltando il primo ululato in oltre 10mila anni di un ‘dire wolf'”, il mitologico metalupo o meglio enocione, specie estinta. E’ l’annuncio a effetto dell’azienda Colossal Biosciences che in un post su X allega anche l’audio e le immagini di due cuccioli dal pelo bianco: “Incontra Romolo e Remo, i primi animali de-estinti al mondo, nati il 1° ottobre 2024”. Il dire wolf, evidenziano dall’azienda, è estinto appunto “da oltre 10mila anni”. E “questi due lupi sono stati riportati indietro dall’estinzione utilizzando modifiche genetiche derivate da un genoma completo” di enocione, “meticolosamente ricostruito da Colossal a partire da Dna antico trovato in fossili risalenti a 11.500 e 72mila anni fa. Questo momento segna non solo una pietra miliare per noi come azienda, ma anche un balzo in avanti per la scienza, la conservazione e l’umanità”. Questo le parole usate nel post. E l’iniziativa dell’azienda è subito rimbalzata sui media internazionali. “Gli scienziati riportano in vita il metalupo, o qualcosa di simile”, e il titolo con precisazione del ‘New York Times’. Per più di un decennio, scrive la testata Usa, gli scienziati hanno inseguito l’idea di far rivivere specie estinte, un processo a volte chiamato de-estinzione. Ora una società chiamata Colossal Biosciences sembra averlo fatto, o aver fatto qualcosa di simile, con il metalupo, una specie gigantesca ed estinta resa famosa dalla serie televisiva ‘Game of Thrones’ (nella gif animata in alto). Quello che l’azienda ha fatto tecnicamente è allevare cuccioli di lupo grigio che portano i geni dei loro antichi cugini. Parola d’ordine ingegneria genetica, con tecnologia Crispr. Come descrive il ‘Time’ (tra le foto sotto), altra testata che dedica un ampio servizio alla nascita di Romolo, Remo (e della sorella minore Khaleesi), gli scienziati della Colossal hanno decifrato il genoma del metalupo, hanno riscritto il codice genetico del comune lupo grigio per adattarlo e, usando cani domestici come madri surrogate, hanno portato al mondo i 3 esemplari – che presentano dunque alcuni tratti degli enocioni – con 3 nascite separate lo scorso autunno e questo inverno. Come altri canidi, un lupo ha circa 19mila geni. Per creare questi enocioni sono state necessarie 20 modifiche in 14 geni del comune lupo grigio, ma quelle modifiche hanno dato origine a una serie di differenze, tra cui il mantello bianco, dimensioni maggiori, spalle più potenti, testa più larga, denti e mascelle più grandi, zampe più muscolose e ‘vocalizzazioni’ caratteristiche.
COLOSSAL BIOSCIENCES: GLI ANIMALI RIMARRANNO IN CATTIVITA’
Il genoma del dire wolf analizzato per determinare quali fossero quei cambiamenti da ingegnerizzare è stato estratto dai due campioni antichi: un dente di 13mila anni fa trovato a Sheridan Pit, Ohio, un osso di orecchio di 72mila anni fa dissotterrato ad American Falls, Idaho. I campioni sono stati prestati dai musei che li ospitano. Il lavoro di Colossal non è stato quello che si fa con la clonazione, quello usato per la pecora Dolly e gli altri animali clonati. Nessun Dna antico di enocione è stato effettivamente inserito nel genoma del lupo grigio, ma l’approccio usato è stato meno invasivo. Sono state isolate le cellule di un lupo grigio donatore dal suo sangue. Gli scienziati hanno dunque riscritto i 14 geni chiave nel nucleo della cellula per abbinarli a quelli del metalupo. Il nucleo modificato è stato trasferito in un ovulo a cui il nucleo era stato tolto. Da questa operazione gli scienziati hanno prodotto 45 ovuli ingegnerizzati, che sono stati fatti sviluppare in embrioni in laboratorio e poi inseriti negli uteri delle mamme surrogate. In ciascuna di queste due madri surrogate ha attecchito un embrione che è andato avanti in una gravidanza a termine. L’1 ottobre 2024 le madri surrogate hanno dato alla luce Romulus e Remus, pochi mesi dopo l’azienda ha ripetuto la procedura con altri embrioni e un’altra madre surrogata e il 30 gennaio 2025 è nata Khaleesi. Non tutti gli esperti concordano con questo tipo di esperimenti, viene precisato da diversi media. Ma l’idea dell’azienda – che vorrebbe lavorare anche sul mammut lanoso, e altri animali estinti e ha già alle spalle annunci di lavori sul Dna di queste specie – è che le stesse tecniche potrebbero essere utilizzate per impedire che animali in via di estinzione scivolino verso l’estinzione. Nel frattempo i tre cuccioli si guadagnano riflettori e celebrità, ospitati in una struttura privata di duemila acri in una località tenuta segreta nel Nord degli Stati Uniti. “Stiamo creando queste copie funzionali di qualcosa che era vivo” e si è poi estinto, ha detto Beth Shapiro, la responsabile scientifica di Colossal, in un’intervista. Gli animali rimarranno in cattività. E l’azienda guarda alla prossima impresa, che potrebbe essere usare la tecnologia sviluppata per preservare la specie del lupo rosso in pericolo critico, che è in pericolo ed è oggi in gran parte limitato alla Carolina del Nord. (Adnkronos Salute)
AGGIORNAMENTO DELL’8 APRILE 2025 – I DUBBI DEGLI SCIENZIATI
Dopo l’annuncio di Colossal Biosciences scienziati indipendenti hanno affermato che il risultato ottenuto non significa che i metalupi torneranno nelle praterie nordamericane a breve. “Tutto quello che puoi fare ora è far sembrare qualcosa superficialmente come qualcos’altro”, non far rivivere completamente specie estinte, ha detto Vincent Lynch, un biologo dell’Università di Buffalo che non era coinvolto nella ricerca, ad Associated press. E altri esperti non concordano con questo tipo di esperimenti, viene precisato da diversi media. Per Live Science, quella definita la “prima de-estinzione al mondo” avviene più di 20 anni dopo che gli scienziati hanno riportato in vita lo stambecco dei Pirenei, una specie di capra selvatica estinta, vissuta però solo pochi minuti a differenza dei metalupi in salute dopo mesi. La de-estinzione viene criticata anche nella sua essenza: non si tratterebbe di una clonazione di esemplari di metalupo ma di un innesto di geni modificati in lupi odierni. E’ la compresenza del Dna di metalupo e di lupo grigio a sollevare critiche. Non sono animali estinti riportati in vita ma “piuttosto una sorta di chimera”, osserva l’esperto di Biologia dello sviluppo Carlo Alberto Redi, presidente del Comitato etica Fondazione Umberto Veronesi e membro dell’Accademia dei Lincei. “E’ senza dubbio un altissimo esercizio di ingegneria genetica ma – osserva – si tratta di un animale nuovo. Ha le caratteristiche dell’animale estinto, ma non lo è”. Sarebbe diverso, prosegue, se dai resti fossili i ricercatori avessero potuto estrarre l’intero genoma del metalupo, trasferito in un ovocita e fatto sviluppare fino a ottenere una gravidanza. Anche così, rileva Redi, è stato comunque “un altissimo esercizio di ingegneria genetica, che in futuro potrà essere utile, per esempio ingegnerizzare cellule finalizzate a terapie”. Perplessità etiche e procedurali si addensano sull’operato di Colossal Biosciences che comunque, poche settimane fa, ha avvicinato anche il sogno di riportare in vita i mammut grazie alla nascita in laboratorio dei primi topi lanosi, geneticamente modificati per avere una pelliccia simile a quella di questi animali ormai estinti, e punta a far rivivere il tilacino, mitico lupo marsupiale della Tasmania, e il dodo. Ma si guarda anche a specie in procinto di estinguersi: la prossima impresa di Colossal, che potrebbe usare la tecnologia sviluppata per l’enocione, è di preservare la specie del lupo rosso in pericolo critico di estinzione, la cui presenza è oggi in gran parte limitata alla Carolina del Nord. (post aggiornato con le fotografie diffuse in tarda serata)
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