Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha firmato ieri un’ordinanza che dispone la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano fino alla fine del mese di febbraio 2021, quando verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato epidemiologico. Lo rende noto il ministero. Per gli animalisti di Lav è un “provvedimento inutile” perchè in questa fase gli allevamenti sono fermi mentre per Michela Vittoria Brambilla “gli allevamenti vanno chiusi per sempre”. “La misura – scrive il ministero – aggiunge l’infezione da Sars-CoV2 nei visoni d’allevamento all’elenco delle malattie infettive e diffusive degli animali soggette a provvedimenti sanitari secondo il “Regolamento di polizia veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320)”. Il ministero sottolinea inoltre che “pur essendo il numero degli allevamenti in Italia molto ridotto rispetto ad altri paesi europei si è valutato di seguire il principio della massima precauzione in osservanza del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità”. Secondo l’ordinanza di Speranza, “in caso di sospetto di infezione, le autorità locali competenti dispongono il sequestro dell’allevamento, il blocco della movimentazione di animali, liquami, veicoli, attrezzature e l’avvio di una indagine epidemiologica. In caso di conferma della malattia, i visoni dell’allevamento sono sottoposti ad abbattimento”. Nei giorni scorsi i Carabinieri dei Nas hanno sottoposto un allevamento abruzzese a vincolo sanitario.
PER GLI ANIMALISTI “I PERICOLI RESTANO”
“I pericoli di trasmissione del letale virus dai visoni agli umani, e di depotenziamento degli effetti dei futuri vaccini, a causa delle varianti che si diffondono dagli allevamenti degli animali per pellicce, resteranno presenti nel nostro Paese. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, infatti, sulla base di un insufficiente rapporto del Consiglio Superiore di Sanità, ha firmato un’Ordinanza che vieta per tre mesi l’allevamenti di visoni: ma i tre mesi, fino a febbraio prossimo, sono quelli durante i quali il normale ciclo di ‘produzione’ dei visoni è di fatto fermo. In pratica è come se si fosse vietata la vendita degli ombrelloni da spiaggia nei mesi invernali”. Lo scrive in un comunicato la ong animalista Lav (Lega anti vivisezione). “Provvedimento sostanzialmente inefficace, e comunque tardivo e non risolutivo” lo definisce Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. Per Brambilla gli allevamenti di visoni “vanno chiusi una volta per sempre”. Così hanno fatto “decine di Paesi europei già da diversi anni – ad esempio Regno Unito, Austria e Germania -, o grandi Paesi produttori, come Danimarca e Olanda, nei quali sono avvenuti contagi fra i visoni e fra visoni ed esseri umani: questi paesi, con i loro organismi sanitari e veterinari, non hanno avuto dubbi nel proporre e mettere in pratica lo stop definitivo a questo tipo di allevamenti”, conclude Lav. (foto Ansa e Epa)
+++
AGGIORNAMENTO DELLE 11.20 – UN ALLEVATORE DI RAVENNA: “DANNO ENORME”
Nessuna certezza sul significato di “sospensione dell’attività” e danni all’azienda che si profilano ingenti, nell’ordine di diverse decine di migliaia di euro, in un periodo, l’inverno, in cui la richiesta di pellicce è più alta. Lo afferma Maurizio Zoffoli, titolare dell’allevamento di visoni di San Marco (frazione alle porte di Ravenna), uno dei pochi rimasti in Italia e uno dei due dell’Emilia-Romagna, in un’intervista all’edizione ravennate del Resto del Carlino commentando l’ordinanza con cui il ministro alla Salute Roberto Speranza ha sospeso le attività di settore su tutto il territorio nazionale fino a fine febbraio quando verrà effettuata una nuova valutazione sullo stato epidemiologico. Il titolare ha fatto presente che si tratta di un’attività di famiglia aperta oltre 20 anni fa nella quale hanno investito tutti i loro soldi “per potere sempre rispettare le regole fissate dal Governo”. I diversi monitoraggi sia di Ausl sia del Nas, l’ultimo pochi giorni fa, hanno stabilito che “sia io che gli animali godiamo di buona salute”. Sulla sorte dei visoni, solo dubbi: “Devono continuare a mangiare tutti i giorni, non vivono mica d’aria”. Da quando è partita la pandemia da Covid-19, l’uomo ha garantito di non avere più fatto entrare nessuno dentro l’allevamento: “Ai clienti mostro il lavoro finito, cioè la conciatura ma mai l’animale vivo”. Per capire cosa esattamente significhi lo stop all’attività e se ciò preveda eventuali ristori, il titolare ha già chiesto chiarimenti alla sua associazione di categoria. Da Galeata, nel Forlivese, dove si trova l’altro allevamento della regione, il titolare Luca Cassinadri al Resto del Carlino locale spiega: “Interpreto a caldo quanto scritto nell’ordinanza e penso che il termine ‘sospensione’ significhi che se l’allevamento è ‘Covid free’, come nel mio caso, essendo l’attività controllata in modo stringente dagli operatori dei servizi veterinari e sanitari può andare avanti fino alla fine di febbraio”. (Ansa)
+++
Su 24zampe: Allevatori danesi protestano contro l’abbattimento dei visoni