Addio orsi polari. Rischiano l’estinzione entro il 2100, se il cambiamento climatico procederà ai ritmi attuali, eccetto nell’area più a nord dell’Artico. Secondo uno studio pubblicato sul magazine Nature Climate Change, la riduzione dei ghiacci costringerà gli orsi polari a terra per un periodo prolungato privandoli di fatto della capacità di cacciare cibo e costringendoli a sopravvivere con il grasso accumulato. Gli orsi polari saranno così costretti a digiunare per periodi sempre più lunghi mettendo a rischio la loro sopravvivenza, spiega la ricerca, secondo la quale a essere maggiormente in pericolo sono i cuccioli, mentre le femmine adulte sarebbero le ultime a perire. Lo studio, di cui il principale autore è Peter Molnar, prende in esame 13 sottopopolazioni che rappresentano l’80% della totale popolazione di orsi e calcola l’energia necessaria agli orsi per sopravvivere. I dati vengono poi incrociati con le proiezioni al 2100 sui ghiacci nel caso in cui il riscaldamento climatico procedesse ai livelli attuali. Il risultato è che il lasso temporale per cui gli orsi potrebbero essere costretti a digiunare supera quello per cui sono in grado di restare senza cibo.
ORSI POLARI DESTINATI A MORIRE DI FAME
In altre parole morirebbero di fame perchè non solo dovrebbero digiunare di più ma si troverebbero ad affrontare non pochi problemi nel reperire cibo quando possibile. Durante i loro digiuni gli orsi si muovono il meno possibile per risparmiare energia. Ma la riduzione dei ghiacci e il calo della popolazione crea problemi anche su questo fronte, allungando ad esempio i tempi per trovare un compagno e quindi costringendo gli orsi a muoversi di pù e bruciare energia preziosa per la sopravvivenza. Il destino degli orsi polari è da tempo al centro del dibattito sul cambiamento climatico causato dall’uomo, con gli ambientalisti da un lato e chi nega il problema riscaldamento dall’altro. Secondo i critici i timori per il destino degli orsi polari sono infatti esagerati perchè gli animali hanno dimostrato di essere riusciti a sopravvivere a periodi ripetuti di alte temperature. Un’argomentazione alla quale gli scienziati replicano mettendo in evidenza come, di solito, nei precedenti periodi di temperature elevate gli orsi avevano probabilmente accesso a fonti alternative di cibo, che ora non hanno più.
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