La libertà non aspetta: lupa fugge dal recinto elettrificato Pnalm

Parafrasando Fabrizio De Andrè, questa lupa da un po’ di tempo si chiama Libera. Esattamente da quando è riuscita a fuggire dal recinto elettrificato dove gli uomini del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) la custodivano dopo averla recuperata dal fondo di un pozzo dove era caduta, nell’aquilano. Una voglia di libertà talmente grande da spingerla, per scappare, a tranciare con i denti i fili da sei millimetri del recinto elettrificato. La lupa, di circa 5 anni, era finita all’interno di una neviera alla periferia di Roccaraso. Allertati gli uomini della Stazione Carabinieri Forestali per cercare di salvare l’animale e accertata l’impossibilità di tirarla fuori dal pozzo senza anestesia, visto che era viva, gli uomini dell’Arma chiedevano aiuto al Parco che nel giro di poco tempo organizzava e mandava sul posto i propri veterinari. Nonostante il buio e le condizioni certamente non agevoli e anche grazie all’aiuto dei privati, la lupa veniva con mille attenzioni tirata fuori dal pozzo.

LA LUPA HA RICONQUISTATO DA SOLA LA LIBERTA’

Non aveva ferite, ma nel dubbio che avesse lesioni interne si decideva di trasportarla nelle strutture del Pnalm a Pescasseroli. Domenica mattina, dalla gabbia in cui era stata ricoverata per la notte la lupa è stata portata in un recinto ampio e spazioso per ridurre lo stress. Subito dopo il risveglio l’animale mostrava segni di ritrovata vitalità – nelle immagini del video sopra, i primi passi incerti dopo il risveglio dall’anestesia – e veniva lasciata in tranquillità. Verificate le buone condizioni complessive si decideva di riportarla il giorno dopo in natura. Ma lei non poteva saperlo, nè aspettare. E così la mattina di lunedì la sorprendente scoperta: la lupa era fuggita. Nonostante le ricerche accurate da parte di tecnici e guardiaparco, nei due giorni dalla fuga, della lupa nessuna traccia, è riuscita a riconquistare da sola la piena libertà. Un episodio che per alcuni dettagli riporta alla memoria la fuga dell’orso M49 dal recinto del Casteller a Trento, che gli è valso il soprannome di Papillon assegnato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa. (nella foto in alto la lupa, nella foto qui sotto la via di fuga)

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