Mangimi animali e “novel food” per umani dalle tarme della farina

Nuove farine ad alto valore nutraceutico potrebbero essere ottenute dagli insetti. Lo sta sperimentando un team di Enea in attività di ricerca di frontiera sull’economia circolare del Centro della Trisaia (Matera). Il lavoro del team è riuscito ad “allevare” con scarti alimentari e cerealicoli un insetto noto come “tarma della farina”, il Tenebrio molitor, al fine di ricavarne farine proteiche utili per la produzione di mangimi animali ma anche nuovi prodotti per l’alimentazione umana, il cosiddetto ‘novel food’.

valutazione_efficienza_sottoprodotti

UTILIZZATO IL COLEOTTERO TENEBRIO MOLITOR

“Il Tenebrio molitor – spiega l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – è un coleottero da cui è possibile ricavare anche mangime per l’itticoltura, in sostituzione delle farine di pesce e di soia, ma pure prodotti meno noti come la componente grassa e la chitina, uno dei più abbondanti biopolimeri presenti in natura. E’ utilizzato tradizionalmente anche come cibo per rettili ed anfibi”.

larve_che_si_alimentano_su_pane

CI SONO BUONE PROSPETTIVE PER IL “NOVEL FOOD”

La ricerca, inoltre, apre a “buone prospettive per il novel food grazie a farine ricche di vitamine e minerali per l’alimentazione dell’uomo con la possibilità di modulare anche le caratteristiche del prodotto finale in base alla dieta somministrata agli insetti, migliorandone ulteriormente la composizione amminoacidica, il rapporto in acidi grassi, il contenuto in omega 3 e la biodisponibilità di vitamine e minerali come ferro, zinco e calcio”. (nelle foto: in alto, larve su fettine di carota; al centro, una fase dei test in laboratorio; in basso, larve su una fetta di pane)

  • carl |

    Basta che non si finisca per arrivare al “Soylent green” dell’omonimo film di fantascienza (1972?) con C. Heston…
    Qualora ad es. gli effetti del riscaldamento climatico, del crescente &/sostenuto ricorso a pesticidi, di un eccessivo sfruttamento delle terre arabili, ecc. favorissero l’avvento di gravi e serie carestie…
    p.s. Per coloro che non avessero visto il film (che non è mai stato oggetto di un”remake”, come invece è accaduto ad altri film assai meno validi) preciso che il “soylent green” veniva distribuito gratuitamente alle folle di un mondo iperpopolato ed era un prodotto industriale a base di proteine umano-cadaveriche…

  • carl |

    Basta che non si finisca per arrivare al “Soylent green” dell’omonimo film di fantascienza (1972?) con C. Heston…
    Qualora ad es. gli effetti del riscaldamento climatico, del crescente &/sostenuto ricorso a pesticidi, di un eccessivo sfruttamento delle terre arabili, ecc. favorissero l’avvento di gravi e serie carestie…
    p.s. Per coloro che non avessero visto il film (che non è mai stato oggetto di un”remake”, come invece è accaduto ad altri film assai meno validi) preciso che il “soylent green” veniva distribuito gratuitamente alle folle di un mondo iperpopolato ed era un prodotto industriale a base di proteine umano-cadaveriche…

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