“Non sei un ricercatore ma un bastardo assassino. Colpiremo duro te o la famiglia. A presto”. Insieme alla lettera, un proiettile. La minaccia era indirizzata a un neuroscienziato, Marco Tamietto, docente all’Università di Torino, sul quale da mesi soffiano venti carichi di odio: la sua colpa è di condurre una ricerca – il recupero della vista nei pazienti resi ciechi da lesioni cerebrali – che prevede sperimentazioni su macachi. E’ dallo scorso giugno che il professore è entrato al centro di un groviglio di notizie, bufale, campagne delle associazioni animaliste, petizioni, insulti social, volantini, foto segnaletiche fatte circolare su internet (nella foto sopra, a sinistra una delle minacce postate sui social e a destra la lettera anonima e il proiettile). La faccenda ha preso una piega tale che a Tamietto è stato assegnato un dispositivo di protezione di polizia. La lettera, rigorosamente anonima, è stata recapitata all’Ateneo; ad aprirla sono stati i collaboratori dello scienziato – che si trovava in trasferta per ragioni di lavoro – insospettiti dall’insolito rigonfiamento della busta. La sindaca 5S di Torino, Chiara Appendino, ha espresso solidarietà al professore “per le vili minacce indirizzate a lui e alla sua famiglia. Queste intimidazioni, mai accettabili, sono il fallimento delle idee”. Anche il ministro della Salute Giulia Grillo (M5S) è vicina al ricercatore: “Non si ferma la scienza con le intimidazioni”.
LA SINDACA M5S APPENDINO: “INTIMIDAZIONI INACCETTABILI, SONO IL FALLIMENTO DELLE IDEE”
La senatrice Elena Cattaneo, docente di farmacologia alla Statale di Milano, osserva che le minacce “sono effetto di campagne social violente ed estremiste a base di fake news che disinformano e manipolano i cittadini”. Tamietto ha parlato del proiettile come di “un episodio molto spiacevole e preoccupante” attribuendolo però verosimilmente “all’iniziativa di un singolo”. La ricerca, di cui è responsabile scientifico, parte dall’Università di Torino ed è svolta in collaborazione all’ateneo di Parma, dove si trovano gli stabulari dei macachi. La Lav-Lega antivivisezione, a giugno, ha lanciato una petizione lamentando la crudeltà del trattamento e affermando che gli animali sarebbero stati resi ciechi. La stessa ministra Grillo ha chiesto “agli uffici del ministero di verificare che siano stati compiuti tutti gli approfondimenti previsti dalla normativa”. Accuse continuamente respinte dai ricercatori e dalle due Università, che ancora oggi hanno ribadito come il progetto sia stato “approvato nei suoi aspetti scientifici ed etici dallo European Research Council, dai comitati etici e dagli Organismi Preposti al Benessere Animale (OPBA) delle Università di Torino e di Parma oltre che dal Ministero della Salute”. Gli Atenei, inoltre, denunciano “l’escalation di minacce” cui sono sottoposti sia Tamietto che Luca Bonini, il collega impegnato nel progetto.
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 21.15 – SOLIDARIETA’ DAL GRUPPO 2003 PER LA RICERCA
Il Gruppo 2003 per la ricerca esprime, in una nota, la sua solidarietà ai ricercatori Marco Tamietto, Luca Bonini e agli altri colleghi periodicamente minacciati dagli animalisti per sperimentazioni del tutto legittime e cruciali, come il progetto Lightup, finanziato dall’European Research Council. Il Gruppo 2003 ribadisce “la necessità di ricorrere ove utile alla sperimentazione animale, penalizzata in ogni modo in Italia sia per la modalità in cui è stata recepita la direttiva europea 63/2010, sia per il carico di burocrazia e gabelle tese a scoraggiarla. A questo si affiancano azioni criminali che le istituzioni devono perseguire e contrastare duramente, difendendo l’incolumità e il prezioso lavoro dei nostri ricercatori”.