L’università di Pisa punta sul lupo: da problema diventi risorsa

Il lupo come risorsa del territorio, come presenza che aiuti a valorizzare le tipicità locali, fino a diventare una “caratteristica” di eccellenza per i suoi prodotti e un’attrazione culturale e naturalistica. E’ l’approccio di uno studio del gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa coordinato da Antonio Felicioli, che punta sulla presenza dell’animale per creare valore aggiunto ai prodotti gastronomici e al turismo ambientale. I lettori di 24zampe forse ricorderanno l’idea simile proposta da Pier Giovanni Capellino, fondatore di Almo Nature, agli allevatori dei Parchi dell’Appennino ligure nel 2015. Invece il lavoro pisano, iniziato nell’ottobre scorso, è un’indagine su cinque lupi (accertati geneticamente) presenti nel territorio dei comuni di Crespina-Lorenzana e Casciana Terme-Lari nel Pisano, dove il piccolo branco ha trovato il suo habitat naturale, e fa parte di una ricerca più vasta sull’impatto del lupo nelle attività zootecniche iniziata nel 2010.

TRASFORMARE LA PRESENZA DEL LUPO IN UNA NUOVA OPPORTUNITA’

Partecipano al progetto anche allevatori di pecore, cavalli, vacche e polli, associazioni venatorie locali e Federcaccia regionale con gli agriturismi. “Con il nostro studio – spiega Felicioli – miriamo a costruire una narrativa della coesistenza uomo-lupo capace di mediare gli interessi collettivi trasformando la presenza del lupo in una nuova opportunità per la valorizzazione delle risorse naturali e dei prodotti locali di qualità, che oltre a essere biologici, hanno il valore aggiunto di essere ottenuti nel rispetto della presenza del lupo, ma anche sviluppare un turismo naturalistico capace di attrarre sul territorio appassionati e fotografi, interessati a vivere un’esperienza ravvicinata con un animale ormai divenuto leggendario nell’immaginario collettivo”.