“C’è qualcosa che Leonardo da Vinci non ha previsto?”, si chiede l’associazione animalista globale Peta in occasione delle celebrazioni del 500° anniversario della sua morte. L’artista, urbanista, architetto, botanico, ingegnere, matematico, cartografo, geologo, musicista rinascimentale è stato anche un pioniere dei diritti degli animali e gli animalisti non se lo lasciano sfuggire nel ruolo di testimonial ante litteram. Nasce così la campagna commemorativa internazionale “Leonardo da Veggie – Eat like a genius (mangia come un genio)”, con alcune foto scattate nel centro di Milano, in piazza XXV Aprile, davanti a Eataly.
IL GENIO TOSCANO LIBERAVA GLI UCCELLI IN GABBIA E CRITICAVA L’ALLEVAMENTO
A riprova dell’impegno di Leonardo per la causa degli animali, Peta ricorda che il genio toscano era vegetariano, preferiva vestirsi di lino per non indossare “qualcosa di morto”, che – come racconta il Vasari – comprava uccelli in gabbia solo per liberarli, “restituendo loro la libertà perduta” e si doleva per i pulcini che “non verranno mai alla luce” perchè gli uomini mangiano le uova. Oltre che animalista, Leonardo era anche un antispecista, se è vero che contestava l’idea che gli umani fossero superiori agli altri animali e criticava l’allevamento, che li fa riprodurre solo per nutrirsi dei loro figli.