Rubavano cani e con bisturi di fortuna cambiavano i loro microchip per rivenderli. Scoperto dai carabinieri un traffico illegale di animali e armi vicino Roma. I militari della compagnia di Civitavecchia hanno denunciato tre persone per traffico di cani rubati, ricettazione, maltrattamenti nonché detenzione abusiva di armi e di munizioni. Le indagini della stazione carabinieri di Cerveteri hanno ricostruito che i 3 commissionavano i furti di cani di razza, per lo più da caccia, e li rivendevano in tutta la provincia per un giro di affari di diverse decine di migliaia di euro. Toglievano senza l’assistenza di veterinario i microchip identificativi, sottoponendo così cani a torture e sevizie di inaudita crudeltà. Quelli che non riuscivano a essere immessi nel mercato in nero venivano uccisi. Una “preoccupante e lucrosa nuova frontiera della zoocriminalità”, denuncia l’animalista Michela Vittoria Brambilla.
SEQUESTRATI 54 CANI DI CUI 15 CUCCIOLI
Durante le perquisizioni eseguite in due terreni agricoli sono stati trovati 54 cani, di cui 15 cuccioli, detenuti in gabbie costruite con reti metalliche, in gravissime condizioni igieniche, molti malati e malnutriti. Sequestrati farmaci per uso veterinario, bisturi, siringhe e un collare in grado di emanare scariche elettriche con comando a distanza. Trovate anche carcasse dei cani morti. Uno dei tre denunciati è stato anche arrestato, e si trova ora ai domiciliari, perché trovato in possesso di un fucile con matricola contraffatta e cento cartucce dello stesso calibro. I cani sono stati affidati al canile di Cineto Romano e, in attesa di essere restituiti ai proprietari, saranno ospitati da alcune associazioni.
BRAMBILLA: “TROPPE SPARIZIONI NON SPIEGABILI”
“Probabilmente il fenomeno è più diffuso di quanto suggeriscono i pur importanti risultati conseguiti dalle forze dell’ordine”, prosegue la parlamentare riferendosi al fatto che “sui social media moltissime pagine segnalano ‘sparizioni’ di quattrozampe non spiegabili come semplici allontanamenti e chiedono aiuto”. Una delle possibili ipotesi potrebbero essere “i furti su commissione per il mercato nero, per i combattimenti o per altri ignobili scopi”. Per questo, aggiunge, “ho ripresentato anche in questa legislatura un progetto di legge (AC87) che aggiunge il furto di animali da affezione all’elenco
di circostanze aggravanti del reato di furto semplice”.