Italia e Spagna sono i paesi crocevia del traffico illecito di bertucce, una specie a forte rischio d’estinzione che è anche il mammifero più sequestrato in Europa (pari al 25% del totale dei sequestri). E’ emerso dalla conferenza – con esperti internazionali – organizzata dalla Lav (Lega antivivisezione) in collaborazione con i Carabinieri forestali, con le organizzazioni Aap (Animal advocacy and protection) e Ifaw (International fund for animal welfare) nell’ambito del progetto ‘Born to be wild’, oggi a Roma nella sede della forestale alle spalle del ministero delle Politiche agricole. La bertuccia (fortemente minacciata di estinzione e inclusa nell’allegato I della Cites (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) che ne vieta la detenzione, il commercio, il possesso, la donazione) ha subito negli ultimi 40 anni un preoccupante declino passando da oltre 21mila animali a meno di 7mila individui. Il nostro, insieme alla Spagna, sono gli Stati dell’Ue che registrano un record negativo di importazione illegale di questi animali dai Paesi nativi (Marocco e Algeria). Secondo alcuni studi dell’università di Utrecht “il traffico di questi animali è gestito dalla criminalità organizzata” per la vendita sul mercato europeo. “Con il progetto Born to be wild, Lav intende impegnarsi in attività di contrasto al traffico delle bertucce, in collaborazione con i Carabinieri Forestali – afferma Roberto Bennati, vicepresidente Lav – nella repressione di questo traffico illecito”. Ed è per contrastare il commercio illegale che è stato anche presentato il primo manuale operativo per gestire i sequestri e le confische della ‘bertuccia macaca sylvanus in Italia’. E’ stato poi presentato il video del trasferimento di una bertuccia (o macaco berbero) sequestrata in Calabria, nel comune di Cosenza, a giugno; affidata alla Lav, è stata trasferita grazie a un’operazione condotta dai Carabinieri Forestali.
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