Cinquecento mufloni devono essere eliminati dall’Isola d’Elba ma gli animalisti non ci stanno. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano ha elaborato un Piano di abbattimento degli animali, che sono stati introdotti in passato dai cacciatori. La popolazione si è poi moltiplicata senza ostacoli naturali, mancando sull’isola il lupo, predatore dei mufloni. Oggi l’equilibrio dell’ecosistema è dichiarato a rischio ma i volontari di Lav, durante i fine settimana del mese di agosto, hanno affisso manifesti e distribuito migliaia di volantini a cittadini e turisti per informarli del progetto. La campagna #IOVIVOQUI chiede che “la presenza dei mufloni sia gestita ricorrendo esclusivamente a metodi non letali e non cruenti”. I mufloni sono ovini selvatici simili alle capre, con lunghe corna ricurve. Sono stati importati all’Elba, come in altre isole italiane, dalle associazioni venatorie negli anni ’60 insieme ai cinghiali, per avere nuove prede cui sparare. E ora “saranno abbattuti a colpi di fucili di precisione, ad opera di Polizia Provinciale e degli stessi cacciatori. A questi ultimi, inoltre, saranno regalati gli animali uccisi, a titolo di rimborso spese. Uno sterminio di massa, con battute di caccia durante tutto l’anno”, scrive sul sito la Lav, che ha chiesto l’intervento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e preannuncia nuove iniziative a breve.
- All’isola di Palmaria, in Liguria, Enpa sta trasferendo le caprette “sfrattate”. Gli animali saranno ricollocati, in adozione o in fattorie didattiche.