Sessant’anni fa moriva sullo Sputnik 2 la cagnolina Laika, primo essere vivente nello spazio

AGGIORNAMENTO DELLE 21.30 IN CODA – CARLA ROCCHI (ENPA): “UNA STORIA CHE NON HA NULLA DI EDIFICANTE”

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Indossava una tutina spaziale bianca e con il suo muso a punta si guadagnò subito simpatie e affetto mondiali: il cane Laika, il primo essere vivente nello spazio, volava il 3 novembre di 60 anni fa, a bordo del satellite Sputnik 2. La partenza avvenne a un mese dal lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, e dalla stessa base russa di Baikonur, nel Kazakhstan, che allora non si chiamava così ed era un luogo segreto. A bordo del veicolo a forma di cono, lanciato il 3 novembre 1957 dall’Unione Sovietica, c’era una cagnolina meticcia, per metà husky e per metà terrier, che aveva seguito un lunghissimo addestramento prima di volare. Si sapeva sin da subito che la missione di Laika era senza ritorno e per questo suscitò commozione e critiche. La cabina dello Sputnik 2 aveva aria, era stata progettata per permettere alla cagnolina di sdraiarsi e dormire, mangiare un “budino” di carne e acqua, aveva anche strumenti che permettevano di controllare i parametri vitali, come pressione del sangue, battito del cuore e ritmo del respiro, ma all’epoca non c’era la tecnologia per riportare a Terra un essere vivente. Secondo la versione ufficiale, data all’epoca dal governo sovietico, Laika sopravvisse per alcuni giorni; ma nel 2002 Dimitri Malashenkov, dell’Istituto per problemi biologici di Mosca, disse che la cagnolina morì a circa sette ore dal lancio e studi recenti dimostrerebbero che Laika morì addirittura 20 minuti dopo il lancio per problemi dovuti a un guasto ai sistemi dello Sputnik 2. Oggi Laika è uno dei simboli delle prime imprese spaziali, tanto che l’istituto aerospaziale di Mosca ha aggiunto il suo nome all’elenco dei cosmonauti morti in missione. Alla cagnolina nel 2005 è stata dedicata anche un’area di Marte, vicina alla quale stava lavorando la sonda americana Opportunity. La cagnolina, che con il suo musetto a punta bianco e nero aveva suscitato da subito affetto in tutto il mondo, è ricordata anche nel film svedese ‘La mia vita a quattro zampe’ e ha ispirato la canzone rock Neighborhood 2-Laika della band canadese Arcade Fire. (nella foto sotto un francobollo ungherese dedicato all’impresa)

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AGGIORNAMENTO DELLE 21.30 – CARLA ROCCHI (ENPA): “UNA STORIA CHE NON HA NULLA DI EDIFICANTE”

“Se la cagnetta Laika avesse potuto decidere per sé, avrebbe scelto di vivere. Se la cagnetta Laika avesse potuto decidere per sé, non avrebbe mai scelto di entrare nella storia come il primo essere vivente a “conquistare” lo spazio. E a morirci”. Così la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ricorda in un comunicato la cagnolina lanciata nello spazio il 3 novembre 1957 con lo Sputnik 2. “In questa storia, che viene spesso citata come il simbolo dello spirito pioneristico dell’uomo e del nostro desiderio di conoscenza, non c’è nulla di edificante – commenta Rocchi -. La povera Laika è il simbolo della nostra volontà di dominio sulle altre specie. Perché non c’è nulla di nobile nel condannare a morte una cagnolina, costretta a morire in modo atroce in un ambiente innaturale. E tutte quelle celebrazioni postume, dai francobolli alla fotocomposizioni evocative, mi sembrano decisamente ipocrite, un tentativo non riuscito di pulire le nostre coscienze. Un tentativo tanto più ipocrita in quanto anche oggi gli animali continuano a morire nello spazio, come la scimmia lanciata in orbita dall’Iran”. “L’unico modo per rendere veramente omaggio alla memoria della povera Laika – conclude Rocchi – è quello di trasformare il 3 novembre in una giornata dedicata a tutti gli animali uccisi dall’uomo per i lanci nello spazio, per i laboratori di ricerca, per gli allevamenti, per le strutture della cattività. Perché la cagnetta Laika non simboleggia altro se non la volontà di potenza che la nostra specie ha la pretesa di esercitare su ogni altro vivente. Una violenza sconfinata, di cui soltanto gli uomini sono capaci”. (Ansa, nella foto sotto un modello dello Sputnik 2 sul quale volò la cagnolina Laika, rappresentata da un cane imbalsamato)

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  • rita |

    qualcuno ha detto che Dio creo’ gli animali perchè si era pentito di aver creato gli uomini! La crudeltà umana non ha limiti”

  • rita |

    qualcuno ha detto che Dio creo’ gli animali perchè si era pentito di aver creato gli uomini! La crudeltà umana non ha limiti”

  • Emanuela |

    L uomo e disposto a tutto per raggiungere i suoi scopi

  • Emanuela |

    L uomo e disposto a tutto per raggiungere i suoi scopi

  • Mario Bonica |

    “Se ne parlò tanto. Se ne parlò troppo. Laika sulle prime pagine di tutti i giornali. L’Unione Sovietica aveva vinto anche questa seconda scommessa con l’America: quel bip bip bip dallo spazio, dopo lo Sputnik 1, nel giro di un mese si ripeteva con un essere vivente dentro, una cagna astronauta… una cagna sovietica che guardava la terra da lassù come nessun uomo l’aveva ancora vista. Laika eroe della patria… La grande colossale menzogna, il grande consapevole imbroglio del miglior progettista russo scampato per errore al gulag staliniano… Laika, una grande sofferenza, un’atroce morte e solo un cadavere di una cagnetta lasciato orbitare attorno alla terra per mesi e mesi…�Laika, un oceano di parole e di immagini orbitanti attorno a un pianeta destinato a esplodere un giorno di un futuro non lontano come la capsula in cui sei stata rinchiusa, e addio per sempre, miserabile uomo padrone di nulla che non fosse la tua arroganza d’accatto.”
    (Da Randagio Clandestino, STORIA DI LAIKA CHE DIVENTO’ UNA STELLA, ed. Algra, cap. X, p. 83)

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