Tredicimila animali ricostruiti in 3D grazie al progetto di 18 musei Usa

Più di 13mila animali sono stati scansionati e ricostruiti in 3D in forma digitale, grazie al progetto che ha riunito insieme 18 musei di Storia naturale degli Stati Uniti: il progetto, chiamato openVertebrate, ha riguardato in particolare i vertebrati, quindi pesci, anfibi, rettili e mammiferi, e i dati raccolti dal 2017 al 2023 sono ora online, liberamente accessibili a tutti. L’obiettivo di oVert, guidato dal Museo di Storia Naturale della Florida e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista BioScience, è infatti permettere ai ricercatori di tutto il mondo di accedere facilmente alle collezioni conservate all’interno dei musei, per aiutarli a rispondere alle loro domande e a ottenere nuove informazioni sul mondo naturale. I musei di storia naturale videro la luce nel XVI secolo più che altro come curiosità: raccoglievano e accumulavano esemplari rari ed esotici e spesso non erano visitabili. Da allora molto è cambiato, ma la maggior parte delle collezioni museali rimane ancora nascosta dietro porte chiuse: i ricercatori che vogliono esaminarle devono viaggiare o chiedere che qualche pezzo venga loro spedito in prestito. “I musei sono costantemente impegnati da un lato, a proteggere i propri campioni, e dall’altro a permettere agli studiosi di utilizzarli”, afferma David Blackburn, che ha guidato oVert: “Questo è un modo per evitare che le collezioni si rovinino e, allo stesso tempo, aumentarne l’accessibilità, è il passo logico successivo nella missione dei musei”.

L’ANALISI DEI DATI HA PORTATO SCOPERTE SORPRENDENTI
I membri del progetto hanno effettuato scansioni ai raggi X di oltre 13mila esemplari e, per quei campioni troppo grandi o delicati, come una collezione di tartarughe delle Galapagos, sono stati trovati metodi alternativi per riuscire comunque a ottenere loro modelli in 3D. I dati raccolti hanno già portato a scoperte sorprendenti. Ad esempio, scansionando degli esemplari di topo spinoso, i ricercatori hanno svelato che le code erano ricoperte da uno strato interno di placche ossee: è stata una grossa sorpresa, visto che finora si pensava che gli unici mammiferi viventi con queste strutture fossero gli armadilli. Le analisi hanno permesso anche di capire cosa avesse ucciso un ‘serpente coronato di roccia’, considerata la specie più rara del Nord America, e che le dimensioni estremamente ridotte di un gruppo di rane hanno portato a un problema non da poco: i canali pieni di liquido presenti nelle orecchie e che influenzano l’equilibrio non funzionano più correttamente, facendoli cadere durante i salti. Inoltre lo studio di oltre 500 esemplari di rana ha permesso di capire che questi anfibi hanno perso e riacquistato i denti più di 20 volte nel corso della loro storia evolutiva, mentre un campione di Spinosauro, un enorme dinosauro più grande del Tyrannosaurus rex e ritenuto acquatico, suggerisce che le sue doti di nuotatore fossero abbastanza scarse, alimentando il dibattito tra paleontologi. (Ansa)

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