Scoperto l’antenato di Moby Dick: si tratta di un capodoglio vissuto 15 milioni di anni fa. Lungo sei metri e armato di denti larghi e robusti, era in grado di azzannare foche e piccoli mammiferi marini per nutrirsi. I suoi resti fossili, ritrovati in California e descritti per la prima volta quasi un secolo fa, sono finiti nuovamente sotto la lente dei paleontologi del Museo di Storia Naturale della Smithsonian Institution a Washington, che li hanno usati per tracciare un identikit completo dell’esemplare attribuendolo ad un genere finora sconosciuto, chiamato “Albicetus” (balena bianca) proprio in omaggio al celebre romanzo di Herman Melville.
Il loro studio, pubblicato su Plos One, corregge così l’errore commesso nel 1925 da Remington Kellogg, il naturalista statunitense che per primo descrisse il fossile del capodoglio. Alla luce delle conoscenze del tempo, Kellogg attribuì l’esemplare al genere estinto degli Ontoceti, che allora si pensavano dotati di denti. Oggi, a distanza di quasi un secolo, è invece risaputo che le specie appartenenti a questo genere erano dotate di zanne simili a quelle dei trichechi e non di denti come quelli dei cetacei. Così i paleontologi dello Smithsonian, guidati da Alexandra Boersma e Nicholas Pyenson, hanno pensato di correggere il tiro e trasformare questo esemplare nel capostipite di un nuovo genere, chiamato Albicetus, battenzando la sua specie come Albicetus oxymycterus (nella foto tratta dal sito del Daily Mail, la ricercatrice dello Smithsonian Alexandra Boersma mostra i resti fossili del teschio della balena).
Considerando la dentatura e la mole dell’animale, che doveva essere lungo circa 6 metri, i ricercatori ipotizzano che la sua dieta fosse molto ricca: a differenza dei moderni capodogli, che si nutrono in prevalenza di calamari e quasi non usano i denti per masticare, l’antenato di Moby Dick si sarebbe cibato di foche, piccole balene e altri mammiferi marini. Secondo i ricercatori, questo dimostrerebbe che 15 milioni di anni fa ”c’era una grande ricchezza e varietà di mammiferi marini che potevano essere predati da questo capodoglio”. (Ansa)