La peste suina cresce ancora: in Liguria 19 casi, 36 totali

AGGIORNAMENTO DEL 26 FEBBRAIO 2022 – IN LIGURIA I CASI DI PSA SALGONO A 21

Salgono a 21 i ritrovamenti di animali infetti da peste suina in Liguria. Un nuovo caso è emerso nel comune di Ronco Scrivia, nell’entroterra della provincia di Genova, dove nelle ultime settimane erano state riscontrate già 3 esemplari positivi. Complessivamente dalle analisi e dai monitoraggi dell’Istituto zooprofilattico di Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta le carcasse infette rinvenute sono 43, tutte all’interno dei confini della zona rossa. (LaPresse)

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POST DEL 14 FEBBRAIO 2022

Sono ormai 36 i cinghiali positivi alla peste suina africana tra Liguria e Piemonte. Un nuovo caso sulle alture di Genova fa salire a 19 i ritrovamenti di carcasse risultate infette nel corso dei controlli effettuati sul territorio dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. La nuova positività è stata rilevata nel territorio del comune di Campomorone, che fa parte della città metropolitana. Nel comune confinante, quello di Mignanego, nelle ultime settimane erano state rilevate quattro positività. Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento d’urgenza per arrestare la diffusione del contagio sul territorio nazionale, preoccupato per la salvaguardia della sanità animale, per tutelare il patrimonio suinicolo nazionale e Ue e non ultimo per salvaguardare le esportazioni, il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera, del valore di oltre 1,4 miliardi di euro tra le principali regioni produttrici, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana.

FALLITA L’IPOTESI DI RECINZIONE DELL’AREA INFETTA

Sempre qualche giorno fa, un “gruppo di esperti della Ue (nella photogallery) ha preso atto della difficile orografia del Piemonte e della Liguria, con conseguente inapplicabilità di un metodo che ricalchi pedissequamente le azioni effettuate ad esempio in Polonia e in Belgio” nei casi di Psa esplosi in quelle zone. “Oltre al territorio muta anche lo scenario: in Europa si trattava di aree in piano con all’incirca 1 cinghiale per chilometro quadrato, da noi la presenza di ungulati è 10 volte superiore”, dice il vicepresidente della Regione Liguria e assessore all’Agricoltura Alessandro Piana a proposito dell’idea di recinzione della zona rossa in cui è presente la peste suina africana. I tecnici Ue hanno consigliato “l’implementazione di cartellonistica ad hoc per sensibilizzare i cittadini su strade e sentieri con l’indicazione delle precauzioni da seguire e la segnalazione della pericolosità delle aree infette, preparando così la riduzione delle restrizioni per chi pratica l’outdoor”, aggiunge Piana. I tre esperti sono anche rimasti colpiti dall’altissimo livello di domesticazione dei cinghiali genovesi, che vengono nutriti dalla popolazione e che possono “usare il torrente come un’autostrada per boschi”. Niente di nuovo per i genovesi, che vedono la situazione con i propri occhi da almeno dieci anni, ma abbastanza per stupire gli esperti Ue. (nelle foto, cinghiali nel letto del torrente Bisagno a Genova)