AGGIORNAMENTO DEL 14 OTTOBRE 2021 -IL COMMISSARIO UE ALLE FAROE: BASTA UCCIDERE DELFINI
Il commissario europeo all’Ambiente, agli Oceani e alla Pesca Virginijus Sinkevicius ha incontrato oggi il primo ministro delle Isole Faroe, Barour à Stieg Nielsen. “L’Ue chiede con forza al popolo e al governo delle Faroe di terminare il prima possibile la prassi controversa e non necessaria di uccidere balene e delfini”, scrive il commissario via social. Le Isole, a metà strada tra le Shetland e l’Islanda, sono un arcipelago autonomo, parte del Regno di Danimarca. Sono finite nel mirino dei media internazionali dopo che, a metà settembre, sono circolate le foto della Grindadrap, un rituale di caccia antichissimo, che quest’anno è sfociato nell’uccisione all’arma bianca di oltre 1.400 delfini, intrappolati nelle acque basse di un fiordo. (AdnKronos)
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AGGIORNAMENTO DELLE 20.00 – IL GOVERNO DELLE ISOLE FAROE PROMETTE UNA REVISIONE DEL GRINDADRAP
Il governo delle Isole Faroe si è impegnato a riconsiderare la pratica del “grindadrap” in nome della quale sono stati uccisi domenica più di 1.400 delfini, precedentemente attirati in un fiordo dagli abitanti locali a bordo di imbarcazioni. La situazione quest’anno è stata “straordinaria, principalmente perché il branco di delfini era molto più grande del solito”, ha dichiarato il Premier, Barour a Steig Nielsen, sottolineando tuttavia che la mattanza solleva questioni sul numero di cetacei che possono essere uccisi in un unica battuta di caccia e sui metodi di caccia, una tradizione che risale ai tempi dei vichinghi. “Consideriamo molto seriamente la questione. Anche se queste partite di caccia sono considerate sostenibili, le seguiremo con attenzione, così come il ruolo che devono avere nella nostra società”, ha aggiunto. (Adnkronos/Dpa)
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POST DELLE 6.00
Non era mai successo alle Isole Faroe che anche i cittadini locali si ribellassero alla caccia ai delfini. Ma la mattanza del 2021 è senza precedenti: oltre 1.500 esemplari sono stati massacrati in un solo giorno durante la tradizionale “grindadrap” che da secoli si svolge nell’arcipelago del nord Atlantico. Le immagini scioccanti hanno fatto il giro del web, provocando un’ondata di sdegno. Domenica scorsa i cacciatori hanno portato il branco di delfini bianchi nel più grande fiordo del territorio autonomo della Danimarca. Le barche li hanno condotti in acque poco profonde sulla spiaggia di Skalabotnur, a Eysturoy, dove sono stati uccisi con i coltelli. A quel punto sono stati tirati a terra e distribuiti alla popolazione locale per il consumo della loro carne. Le immagini mostrano i delfini che si dimenano in un’acqua diventata rossa di sangue, mentre centinaia di persone assistono dalla spiaggia. Qualcuno viene issato a terra ancora vivo e continua a dimenarsi. Conosciuta come grind (o appunto grindadrap in faroese), la caccia ai mammiferi marini, in primis alle balene, è una tradizione praticata da centinaia di anni nelle remote Faroe. Secondo i sostenitori della caccia alla balena, si tratta di un modo sostenibile di raccogliere cibo dalla natura e una parte importante della loro identità culturale. Gli attivisti per i diritti degli animali sono da tempo in disaccordo, per usare un eufemismo, ritenendolo un massacro crudele e non necessario.
MATTANZA LEGALE MA CERTAMENTE NON POPOLARE
Il governo stima che ogni anno vengano catturati circa 600 esemplari di balene, mentre i delfini bianchi sono in numero decisamente inferiore, dell’ordine di qualche decina. Niente a che vedere, quindi, con i numeri record della mattanza di domenica. Numeri simili furono registrati soltanto nel 1940, quando vennero uccisi 1.200 delfini. Tanto che stavolta sono piovute critiche anche da coloro che non sono contrari alla caccia. “È stato un grosso errore, la maggior parte delle persone è sotto shock”, ha ammesso il presidente dell’associazione nazionale dei balenieri Olavur Sjurdarberg, spiegando che “quando è stato trovato il branco, i cacciatori hanno ritenuto fossero 200 esemplari, e solo dopo si sono resi conto di quanti ne avessero uccisi realmente”. Allo stesso tempo, ha rilevato, nessuna legge è stata violata. Uccidere i delfini bianchi “è legale ma non è popolare”, ha invece sottolineato il deputato danese per Faroe Sjurdur Skaale, che ha visitato la spiaggia di Skalabotnur per parlare con la gente del posto.
Avete mai visto un cucciolo di delfino tenuto in braccio?
Per poi essere trattenuto sott'acqua e sventrato?Eccovi 20 minuti integrali del massacro dell'altro ieri avvenuto nelle #FaroeIslandshttps://t.co/msM2cYgqU3#OpBloodyFjords #Grind #Grindadrap #SeaShepherd pic.twitter.com/nxZBNBPFb2
— Sea Shepherd Italia (@SeaShepherdIta) September 15, 2021
PER SEA SHEPHERD E’ STATO UN “MASSACRO PROLUNGATO”
“La gente era furiosa”, ha detto. Anche lui, tuttavia, ha difeso la caccia, che ha definito “umana” se eseguita nel modo giusto. Ossia con delle lance speciali che uccidono le balene in “meno di un secondo”, evitandone l’agonia. Non la pensano così gli attivisti: la ong Sea Shepherd sottolinea che “l’uccisione dei delfini e dei mammiferi di mare è raramente così veloce come fa credere il governo delle Isole Faroe”. E le cacce al grindadrap “possono trasformarsi in massacri prolungati”. Le critiche nei confronti di questa pratica sono aumentate e diminuite nel corso degli anni (ne abbiamo scritto altre volte su 24zampe), e di tanto in tanto qualche caso più eclatante ha riportato il tema all’attenzione. Stavolta, però, sembra che la reazione sia stata insolitamente univoca: è stato intollerabile.
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