Chi fino a oggi ha parlato di “guerra ai cinghiali” non poteva davvero sapere quanto si stesse avvicinando alla realtà. “Siamo giunti a un punto di non ritorno, non bastano più semplici interventi localizzati, recinzioni rinforzate, azioni di selecontrollo, narcotizzazioni o catture. Occorre intervenire con logiche militari di difesa ed è per questo che si rende necessaria la presenza, sull’intero territorio molisano, di militari esperti, gli unici in grado di contribuire ad arginare, con capacità, diligenza e tempestività, l’emergenza agendo soprattutto con azioni nelle aree rurali”. Sono parole del direttore regionale della Cia-agricoltori italiani Donato Campolieti, intervenuto sulla questione relativa alla presenza, ormai incontrollata, di cinghiali in Molise.
“OLTRE 40MILA CINGHIALI PRESENTI SUL TERRITORIO REGIONALE”
“Con oltre 40mila capi presenti sul territorio regionale, il cui numero cresce in maniera esponenziale, la loro presenza non è più solo un problema da risolvere con azioni singole e sporadiche. Non intervenire con azioni sinergiche e immediate significa dare la possibilità agli animali selvatici di riprodursi, impossessandosi del territorio e comportando l’abbandono da parte degli agricoltori stanchi di lottare. Il pericolo si sta spostando anche verso le aree più urbanizzate con serie difficoltà per gli automobilisti e l’incolumità delle persone”, ha spiegato Campolieti. Nei mesi scorsi a chiedere l’intervento dei militari sono stati anche Coldiretti, nell’alessandrino in Piemonte, e il Codacons, per i branchi nella Capitale.
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