La stilista Elisabetta Franchi, da sempre coinvolta attivamente nella lotta per la protezione degli animali, si schiera contro il massacro di cani del festival di Yulin sostenendo finanziariamente il progetto Island Dog Village EF, che nascerà nel nord della Cina con l’obiettivo di accogliere, curare e accudire i cani salvati dalle terribili carneficine che avvengono nelle zone più povere e sottosviluppate di questo Paese. L’iniziativa nasce da un progetto di Davide Acito, attivista per i diritti degli animali che da anni porta avanti la sua lotta per la salvaguardia dei cani destinati a essere bolliti vivi e mangiati – anche arrostiti, come si vede dalle foto (Afp e Reuters) scattate al Dongkou market a Yulin e pubblicate sopra e sotto – nel festival in corso in questi giorni e che si tiene proprio in Cina in corrispondenza del solstizio d’estate. Il centro di Acito è finalmente potuto divenire realtà grazie all’incontro con la designer italiana (nella foto in fondo) che, credendo fortemente nel progetto, ha scelto di unirsi a Davide e all’Apa (Action Project Animal), l’associazione no profit che vede nella lotta ai diritti degli animali la sua principale missione. Ma la battaglia contro il consumo di carne di cane a volte dà i suoi frutti: grazie al ricorso inoltrato dal gruppo animalista “Care” mercoledì scorso 20 giugno un tribunale sudcoreano ha decretato che macellarli ai fini del consumo alimentare delle carni è illegale. Si stima che nel mondo ne vengano mangiati circa 30 milioni di esemplari ogni anno, in Cina e Vietnam soprattutto, che da soli valgono la metà del mercato. Un consumo che, secondo gli animalisti, è legato esclusivamente a ragioni tradizionali: porre un divieto non comporterebbe dunque alcuna crisi alimentare.