Caldo killer negli allevamenti di Rieti e Viterbo. Le temperature bollenti hanno causato lo scorso fine settimana centinaia di decessi. La denuncia viene dalla Coldiretti. Galline e polli stramazzati a terra, uccisi dalla ondata di caldo che ha arroventato le stalle, i rifugi ed i pollai. Un’emergenza aggravata dall’assenza prolungata di precipitazioni, al punto che il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio delle Regioni Lazio e Umbria, “per consentire alla Protezione Civile di fronteggiare con mezzi e poteri straordinari l’emergenza che si è determinata a seguito della crisi di approvvigionamento idrico in atto”. “È stata una settimana infernale. Dall’una alle cinque del pomeriggio – dice Mauro Pacifici, presidente della Coldiretti di Viterbo – abbiamo corso come matti su e giù nei nostri allevamenti per salvare gli animali che, stremati dal caldo, si accasciavano a terra. Abbiamo avuto perdite pesanti, con elevati tassi di mortalità, so che qualche azienda è arrivata a contare fino a 500 capi morti”. I picchi estremi di caldo incidono anche sulla produzione di latte e uova. “Lo stress termico – spiega Enzo Nesta, presidente della Coldiretti di Rieti – nei pascoli, negli alveari, nei pollai e nelle stalle sta già avendo conseguenze dirette gravi come la contrazione dei quantitativi di latte prodotto e ne avrà al momento della raccolta del miele o nella fase della gestazione degli ovini”. Problemi anche per le maggiori spese di approvvigionamento per l’alimentazione. “La siccità ha bruciato fino al 50% del mais coltivato direttamente dalle aziende per fare la scorta invernale. Manca ovunque gran parte del fieno che si raccoglie abitualmente – aggiunge Alberto Frau, direttore della Coldiretti di Viterbo – e le aziende dovranno comprare mangimi e foraggi sul mercato, con ulteriori spese sui già precari bilanci”. Nel reatino, nel comprensorio dei comuni di Fiamignano, Pescorocchiano, Borgorose e Petrella, i pastori sono in stato di allarme. “Se non pioverà da qui alla prossima settimana la situazione diventerà drammatica. I comuni non hanno le risorse economiche per garantire le scorte di acqua necessarie a fronteggiare l’emergenza e la sola strada percorribile – spiega Roberto Scano, direttore della federazione di Rieti – sarà quella di coordinarsi con la Protezione Civile. Speriamo, a breve, in qualche pioggia salvifica”.
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