Lombardia, ok del Consiglio regionale al patentino per cani potenzialmente pericolosi

Approvata oggi dal Consiglio regionale lombardo una proposta di legge al Parlamento per introdurre un patentino obbligatorio per i proprietari di 26 razze canine considerate potenzialmente pericolose. La proposta prevede un corso formativo obbligatorio strutturato in due moduli, parte teorica e parte pratica per i padroni di cani terrier di tipo bull, molossoidi e altre tipologie ritenute impegnative. Inoltre, le norme presentate elencano i divieti e gli obblighi dei proprietari e le disposizioni per la riproduzione, la vendita e la cessione dei cani e prevede campagne di sensibilizzazione pubblica e d’informazione scolastica. Come spiega AnmviOggi, il giornale online dei veterinari Anmvi, “i cani ‘critici’ richiedono una legislazione nazionale, basata sul concetto di ‘save list’, una lista di tipologie di cani (Allegato A, nella foto sotto) da salvare da gestioni errate o peggio dall’abbandono”.

SUL TERRITORIO LOMBARDO QUATTRO MORSICATURE AL GIORNO, CIRCA 1.500 L’ANNO

“I cani in save list rispondono alle caratteristiche morfologiche (Allegato B, nella foto sotto) descritte dalla proposta di legge parlamentare, che la Lombardia trasmetterà alle Camere”. Nel caso entrasse in vigore il provvedimento ci sarebbe anche la registrazione nel ‘Sistema informativo identificazione nazionale degli animali da compagnia’ (Sinac) dei patentini rilasciati e delle valutazioni psico-fisiche dei cani, nonché dei provvedimenti disposti a carico di coloro che si rifiutano di partecipare al percorso formativo obbligatorio. Secondo i dati riportati dal relatore e consigliere Roberto Anelli (Lega), primo firmatario, sul territorio lombardo si verificano 4 episodi di morsicatura al giorno, per un totale di 1.466 casi nell’ultimo anno. Nel 99% dei casi si tratta di cani non iscritti al libro genealogico.

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AGGIORNAMENTO DEL 25 GIUGNO 2025 – ROCCHI (ENPA): PATENTINO NON RISOLUTIVO

“Ho l’impressione che sia una legge sicuramente di buona volontà, ma molto di bandiera, perché le difficoltà ci saranno caso per caso”. Così all’Adnkronos Carla Rocchi, presidente dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali), commentando la proposta di legge al Parlamento (Plp) n. 4 dal titolo ‘Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e della pubblica incolumità’ approvata ieri dal Consiglio regionale della Lombardia. La proposta prevede un corso di formazione obbligatoria per i proprietari di alcune tipologie di cani ‘da salvare’, tra cui pastori tedeschi, maremmani, cani lupo, pitbull e rottweiler, finalizzato al rilascio di un ‘patentino’. “Il tentativo di creare un ‘patentino’ fu fatto già in passato. Come protezione animali abbiamo sempre criticato che la pericolosità si addossi alla razza in quanto tale, ma non è così. La pericolosità dei cani dipende da una serie di fattori educativi e ambientali”, ha sottolineato Rocchi. “Se la Lombardia si sente più tranquilla con questa proposta di legge, – ha osservato la presidente – cosa possiamo dire? Tuttavia, non risolve la questione, anche perché non è esplicito da chi sarà finanziato il percorso formativo per i proprietari dei cani promesso dalla proposta”. E poi, ha affermato Rocchi, “concluso questo percorso, cosa succede se il padrone non supera l’esame? Chi prenderà in carico i cani, la Regione Lombardia? A questo molto spesso si risponde chiamando in causa l’affido a strutture rifugio, di cui la Lombardia ha una rete ricca, ma è molto facile ipotizzare casi di teorici. Non c’è un automatismo tra i sequestri e l’attribuzione del cane a una struttura se non c’è sicurezza di chi copre i costi”. Sul testo della proposta di legge n.4 il Consiglio regionale ha presentato alcuni emendamenti, approvati ieri, di cui uno stabilisce che l’obbligo di un ‘patentino’ non riguarda i proprietari di cani iscritti al libro genealogico dell’Enci, cioè i cani che hanno il pedigree. Secondo Carla Rocchi “se si punta sulla razza, allora deve essere la priorità. Se si punta, invece, sul fatto che un cane di razza se è iscritto a un registro non è considerato pericoloso, mentre se non lo è diventa pericoloso, a me sembra un criterio quantomeno labile”. Tutto ciò, secondo la presidente Enpa, “ha poco senso. Anche perché sono le circostanze della vita che rendono un cane potenzialmente pericoloso. È legittimo che l’Enci voglia tutelare la sua attività, ma ci si chiede: o sono pericolose le razze, e allora non importa da dove vengono, oppure se l’iscrizione a un elenco le rende non pericolose, allora la legge dovrebbe discriminare i cani buoni e cattivi a seconda che siano iscritti o no agli elenchi. Il che mi pare una bizzarria”.

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