Il Parlamento Europeo ha approvato nella plenaria a Strasburgo la modifica della direttiva Habitat che abbassa il grado di protezione del lupo da specie “strettamente protetta” a semplicemente “protetta”. La proposta è passata con 371 voti favorevoli, 162 contrari e 37 astenuti. Gli Stati membri dell’Ue, secondo il Parlamento, disporranno ora di una “maggiore flessibilità” nella gestione delle popolazioni di lupi al fine di “migliorare la coesistenza con gli esseri umani” e ridurre al minimo “l’impatto della crescente popolazione di lupi in Europa”. Potranno inoltre adottare misure adeguate alle specifiche circostanze regionali. I Paesi dell’Ue dovranno comunque continuare a garantire uno stato di conservazione soddisfacente del lupo e potranno scegliere di mantenere lo status di specie strettamente protetta nella legislazione nazionale. Saranno inoltre liberi di applicare misure più rigorose per la sua tutela. L’altro ieri i deputati hanno deciso di trattare la proposta secondo la procedura d’urgenza
IN EUROPA 20MILA LUPI E POPOLAZIONI IN CRESCITA
Per entrare in vigore, il progetto di legge necessita ora dell’approvazione formale del Consiglio, che ha adottato lo stesso testo il 16 aprile scorso. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Gli Stati membri avranno quindi 18 mesi di tempo per adeguarsi. Secondo la Commissione, in Europa ci sono oltre 20mila lupi e le loro popolazioni sono in crescita. Il successo in termini di conservazione ha però portato a conflitti crescenti con le attività umane in alcune regioni, in particolare per quanto riguarda il bestiame, conflitti che sono particolarmente acuti nelle zone del continente in cui il lupo è riapparso di recente. Nelle zone montagnose dell’Italia Centrale, dove c’è sempre stato, la pastorizia si è adattata a convivere con il grande carnivoro, adottando una serie di accorgimenti che altrove non sono così diffusi.
LA REAZIONE DEGLI ANIMALISTI
WWF- “Si tratta di una scelta grave che rappresenta un pericoloso precedente che non può e non deve tradursi in ulteriori tentativi di indebolimento della Direttiva Habitat, uno dei pilastri fondamentali della politica ambientale dell’Unione europea”. Così il Wwf in una nota commenta l’approvazione da parte dell’Europarlamento della proposta della Commissione europea di modificare la direttiva Habitat per allineare lo status di protezione dei lupi alla Convenzione di Berna, abbassandolo da “strettamente protetto” a “protetto”. Per Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali del Wwf Italia, “il voto del Parlamento europeo è un pessimo segnale per la scienza e per chi crede in una coesistenza possibile tra uomo e fauna selvatica. Il declassamento della protezione del Lupo non offre soluzioni concrete ai problemi delle comunità rurali, ma rischia di ridurre gli investimenti in misure preventive. È un precedente pericoloso che non deve essere usato come pretesto per modificare ulteriormente la Direttiva Habitat. Ci appelliamo anche se con poche speranze al governo italiano, che ha sostenuto il declassamento, affinché non recepisca questa decisione a livello nazionale e continui a garantire una tutela rigorosa del Lupo in Italia”.
ENPA – “Si è trattato di un voto sbagliato, ingiusto e dannoso, puramente politico: sbagliato sul piano culturale e scientifico, ingiusto perché alimentato da campagne mediatiche e fake news che criminalizzano il lupo, e dannoso perché prende in giro gli allevatori con false promesse, rincorrendo facili consensi elettorali”. E’ la denuncia di Enpa in merito all’approvazione da parte del Parlamento europeo del declassamento del lupo da specie particolarmente protetta a protetta. “Per Enpa, attorno al lupo ruotano i consensi delle lobby venatorie, degli armieri e di parte del mondo allevatoriale. La politica, invece di informare e sostenere gli allevatori con strumenti efficaci, come recinzioni e cani da guardiania, che riducono quasi a zero i rischi di predazione, ha preferito cavalcare allarmismi e sensazionalismo. Va ricordato che – continua l’Ente – gli abbattimenti praticati in altri Paesi europei non hanno mai risolto i conflitti: nessun animale lasciato incustodito e senza misure di prevenzione può essere ‘messo al sicuro’. Questo fa parte della natura, con i suoi equilibri e le sue regole, che si insegnano fin dalle scuole elementari”.
ANIMALISTI ITALIANI – “È una decisione pericolosa, miope e fortemente influenzata da pressioni politiche e interessi locali,” per l’associazione Animalisti Italiani. “Il lupo non è il colpevole, ma il capro espiatorio di un modello agricolo e territoriale incapace di evolversi nel rispetto dell’equilibrio naturale. Abbassare il livello di protezione significa aprire la porta a un’ulteriore recrudescenza di abbattimenti, bracconaggio e campagne d’odio verso una specie simbolo della biodiversità europea”. Nonostante la possibilità per i singoli Stati di mantenere norme più severe, spiega l’associazione, “la nuova classificazione rappresenta un segnale politico gravemente sbagliato” che rischia di indebolire decenni di progressi nella tutela di una specie ancora vulnerabile sotto molti aspetti. “La crescita delle popolazioni di lupo – continua Caporale – è una storia di successo della conservazione. Non possiamo trasformarla in un problema da ‘gestire’ con i fucili”.
HUMANE WORLD FOR ANIMALS – “Con una decisione che mina la credibilità delle leggi europee sulla natura e mette a rischio la conservazione del lupo in tutta Europa, il Parlamento Europeo ha votato a favore della proposta della Commissione Europea di indebolire la protezione della specie, rendendo così la caccia al lupo nuovamente possibile”, afferma Humane World for Animals, ricordando che la specie “si trova ancora in uno stato di conservazione sfavorevole in sei delle sette regioni biogeografiche dell’Ue”. Inoltre, la comunità scientifica indica chiaramente che un aumento della caccia ai lupi “non è un metodo efficace per ridurre i conflitti con l’agricoltura, né per incrementare le popolazioni di prede in natura”.
IFAW – Ilaria Di Silvestre, Direttrice delle Politiche e dell’Advocacy per l’Europa presso l’International Fund for Animal Welfare (Ifaw) spiega che “le istituzioni europee hanno scelto di ignorare la scienza. Le decisioni prese in base a interessi politici rischiano di vanificare decenni di progressi nella conservazione delle specie”. Gli Stati membri restano legalmente obbligati a garantire che le popolazioni di lupo raggiungano e mantengano uno stato di conservazione favorevole, si legge nella nota. In Italia, tuttavia, “l’Assemblea della Camera dei Deputati e le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato hanno già votato a favore della proposta di declassamento della specie. Nel caso in cui il ddl Montagna venisse approvato nella sua forma attuale, che prevede l’adeguamento automatico alle modificazioni della Direttiva Habitat conseguenti dalla completa attuazione della Convenzione di Berna, il declassamento del lupo sarebbe immediatamente operativo anche in Italia, senza necessità di adeguare la legislazione nazionale”. “È particolarmente preoccupante – rileva la nota – anche il fatto che il Parlamento Europeo abbia utilizzato una procedura d’emergenza per far avanzare questa proposta, aggirando la procedura legislativa ordinaria prevista per le proposte della Commissione”.
LAV – “Non è detta ancora la parola definitiva, i cacciatori, gli allevatori, i loro sostenitori politici e la loro bramosia di sterminio dei lupi possono ancora essere sconfitti e noi continuiamo a fare tutto il possibile per fermarli”. Così Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lav, in merito al voto odierno del Parlamento europeo che in prima lettura ha deciso per il declassamento della protezione del lupo in tutti gli Stati membri. “Ora la parola passa al Consiglio dell’Unione che con la sua decisione potrebbe condizionare l’andamento dell’iter legislativo, imponendo un nuovo passaggio in seconda lettura al Parlamento europeo dove non è prevista l’applicazione automatica della procedura d’urgenza – si legge in una nota -. L’unico emendamento al voto oggi, che chiedeva il rigetto della proposta, è stato bocciato. Il voto degli europarlamentari è stato nettamente contrario alla protezione dei lupi, tutta la destra e il centro dell’emiciclo hanno votato per la riduzione dello stato di tutela, ben 371 parlamentari contro 162 che invece vogliono mantenere l’attuale massima protezione della specie.”.
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