In Manovra un fondo per le spese veterinarie dei “socialmente fragili”

“L’emendamento 1.900 del Governo, approvato oggi da Palazzo Madama con la fiducia, istituisce tra le misure sociali della Legge di Bilancio un Fondo spese veterinarie. E’ la prima volta che una manovra finanziaria contiene misure di sostegno alle cure veterinarie per animali da compagnia (‘d’affezione’ nel testo) in favore di proprietari in condizioni di fragilità sociale, assumendo un onere di spesa statale”. A sottolineare, con soddisfazione, l’ok alla misura è l’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che evidenzia “il segnale forte” nonostante le “risorse contenute”. Il Fondo spese veterinarie avrà infatti una dotazione di 750mila euro per il triennio 2024-2026. E’ destinato a supportare le cure veterinarie per gli animali da compagnia dei proprietari over 65 in fascia Isee, con un indicatore di situazione economica inferiore a 16.215 euro. Servirà a sostenere il pagamento di visite veterinarie, operazioni chirurgiche veterinarie e acquisto di farmaci veterinari.

MELOSI (ANMVI): RISPOSTA CONCRETA A UN’ESIGENZA SOCIO-SANITARIA

A proporre la creazione del Fondo, in Commissione Bilancio, erano stati i relatori di maggioranza, senatori Dario Damiani (FI), Guido Quintino Liris (FdI) e Elena Testor (Lsp-Psd’Az). La proposta della Commissione è stata fatta propria dal Governo con il maxiemendamento di oggi, rientrando tra le misure “blindate” dal meccanismo della fiducia. “La creazione di questo Fondo spese veterinarie è un buon inizio”, commenta il presidente dell’Anmvi, Marco Melosi. “Si risponde in modo concreto, con aiuti finanziari pubblici ad una esigenza socio-sanitaria: consentire ai proprietari anziani più fragili di curare i loro compagni di vita e di avere una convivenza più garantita sotto il profilo sanitario”. L’Anmvi – si legge in una nota – offre la propria collaborazione al ministero della Salute che entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Fondo- dovrà individuare i requisiti e le modalità di accesso al fondo. “Si tratterà di organizzare un modello attuativo efficiente – conclude Melosi – in grado di dimostrare i vantaggi collettivi di questa svolta e magari aspirare ad incrementi finanziari futuri. Siamo pronti a collaborare con il ministero della Salute perché questo accada”. (Adnkronos Salute)

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