San Rocco di Camogli, premio Fedeltà del cane 2023: le storie/1

Come ogni anno, anche questo 16 agosto a San Rocco di Camogli, in Liguria, viene assegnato il Premio Internazionale Fedeltà del Cane. L’edizione di mercoledì prossimo, la 62esima, vede protagoniste “storie di coraggio, fedeltà, amore e rispetto, che porteranno alla luce la straordinarietà di un’amicizia antica, l’unicità della relazione uomo-cane”, scrivono gli organizzatori. Ecco alcune delle storie dei cani – questa è la prima parte, qui la seconda – premiati quest’anno, raccontate da Sonia Gentoso, da molti anni l’anima del Premio, che le ha selezionate e raccolte per 365 giorni.

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Akira

Akira, pastore tedesco di quasi 9 anni, appartenente al Nucleo Cinofilo di Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini, aggredita da un cinghiale durante le operazioni di ricerca di un disperso nei boschi, è stata operata d’urgenza e ha lottato per sopravvivere. Ora è tornata in campo per continuare ad aiutare gli umani in difficoltà. Akira è una delle sette unità cinofile da soccorso di cui si compone il Nucleo cinofilo da soccorso “La Lanterna” appartenente al Nucleo di Protezione Civile ANA (Associazione Nazionale Alpini) Sezione di Genova, operativo in superficie, principalmente in Liguria e Piemonte. L’unità cinofila Akira – Anna, binomio perfetto, frutto di costante lavoro e preparazione, ha rischiato in un momento di perdere tutto, ma al contrario un terribile incidente ne ha accentuato la forza, quella stessa che ha poi permesso loro di continuare ad essere di aiuto agli altri. Appena arrivate nel bosco, nei pressi di Davagna (Val Bisagno), il 27 luglio dello scorso anno, Akira, totalmente canalizzata sull’odore umano del disperso, si infila dentro ad un roveto dove viene azzannata da un cinghiale subendo una lacerazione profonda del costato con conseguente collasso polmonare. Anna la sente guaire, la richiama e fortunatamente Akira riesce a tornare da lei. Avvertendo chiaramente il rumore della pleura bucata, Anna capisce subito la gravità della situazione e chiama i soccorsi. Dal bosco la corsa a livello strada, quindi il trasporto sull’elicottero Drago dei Vigili del Fuoco e infine sull’ambulanza della Croce Gialla diretta alla clinica veterinaria. Alla rapidità dell’intervento dei vigili del fuoco e della croce gialla veterinaria, seguirà una delicata operazione d’urgenza per ricucire gli organi vitali della cagnolona. Si è temuto il peggio, ma Akira ha lottato come un lupo tra la vita e la morte e alla fine ce l’ha fatta. Mentre Anna l’assisteva per tutta la notte, il mondo cinofilo genovese aspettava con ansia gli aggiornamenti e sui social si moltiplicavano i messaggi di solidarietà. Dopo un lungo percorso di convalescenza e di terapie, Akira è tornata a correre con la sua amata padrona e a lavorare per salvare delle vite umane. I cani generosi e fedeli come Akira lo saranno sempre e nonostante tutto!

(Anna Gilberti con Akira, Nucleo di Protezione Civile Associazione Nazionale Alpini Sezione di Genova)

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Almo Nature

Almo Nature, pastore tedesco nero di 1 anno e 5 mesi, si sta preparando, insieme ad altri esemplari delle Polizie europee, per creare un gruppo di istruzione condivisa a livello europeo. Per la prima volta, un cane viene acquistato e donato da un ente privato alla Polizia di Stato, quindi alla collettività. Almo Nature è un magnifico esemplare di pastore tedesco che ha saputo sviluppare intorno a sé importanti sinergie. È la prima volta che un ente privato, nella fattispecie Almo Nature – Fondazione Capellino, acquista direttamente un cane da un allevatore prestigioso, (Vincenzo Magnati), per donarlo alla Polizia di Stato cioè alla collettività, garantendone l’alimentazione e le cure veterinarie, qualora fosse necessario. I cani poliziotto devono avere particolari caratteristiche, non solo di natura fisica ma anche e soprattutto in termini di affidabilità, che sono peraltro molto difficili da trovare in cani meticci provenienti dai rifugi. Per questo motivo il cane Almo Nature, la cui ricerca aveva altresì carattere di urgenza, è stato selezionato scrupolosamente da un allevamento. La Polizia di Stato ha accolto con favore questa offerta perché la Fondazione Capellino, unica proprietaria dell’azienda di pet food Almo Nature, da cui il pastore tedesco ha mutuato il nome, è una realtà attivamente e interamente votata allo scopo di preservare la nostra “casa condivisa” – il nostro pianeta – e promuovere il fiorire della vita in tutte le sue forme attraverso l’impegno concreto a rispettare, proteggere e reintegrare la biodiversità a livello globale. La mission dell’azienda e della Fondazione Capellino include, oltre al finanziamento dei progetti di biodiversità, il supporto a cani e gatti in difficoltà favorendo le adozioni attraverso il progetto Companion for Life. Ulteriore e fondamentale obiettivo di quest’ultimo è l’introduzione di una nuova normativa europea che assimili cani e gatti ai membri della famiglia nel rispetto della loro specificità. Uno sguardo quindi sempre attento alle esigenze del mondo animale e a quelle della collettività, che trova, in questo caso, realizzazione nel progetto “Almo Nature”, efficace esempio di sincretismo socioculturale e concreta, fruttuosa interazione tra Pubblico e realtà privata. Infatti, sottolinea Pier Giovanni Capellino: «Noi abbiamo vissuto questa donazione con spirito di collaborazione pensando che questo tipo di iniziative possano migliorare le relazioni tra cittadino e forze dell’ordine perché, come diceva il generale Dalla Chiesa quando era Prefetto di Palermo, senza il dialogo con la città non ci può essere la lotta contro ciò che turba il vivere civile». Attualmente Almo Nature sta partecipando ad un ciclo di istruzione con altri esemplari delle Polizie Europee che lo ha già visto protagonista in Portogallo, Croazia e, prossimamente, in Estonia. Una storia virtuosa; un “Premio fedeltà” al cane Almo Nature, in forza alla Polizia di Stato, e un “Premio bontà” ad Almo Nature – Fondazione Capellino.

(Riceverà il premio l’Assistente Capo Coordinatore Fabio Gargiulli, conduttore di Almo Nature, accompagnato dall’Ispettore Angelo Gallo, Coordinatore della Segreteria del Centro Coordinamento Servizi Cinofili della Polizia di Stato di Ladispoli, Roma. Il “Premio bontà” ad Almo Nature – Fondazione Capellino sarà conferito a Pier Giovanni Capellino, fondatore di Almo Nature e Presidente della Fondazione Capellino, Genova. Parteciperà il coautore di questo evento particolare, l’Ispettore Alessandro Pilotto, Responsabile della Squadra Cinofili della Polizia di Stato, Genova)

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Baloo e Tempesta

Baloo e Tempesta, meticcio e beagle di 2 e 6 anni, sono i “chierichetti” speciali del parroco che li ha accolti nella sua Chiesa. Con loro don Cosimo diffonde il suo appello contro il maltrattamento e l’abbandono. “Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”, così pregava Dio, nel Cantico delle Creature, il Santo Patrono degli Animali. Porta il suo nome la parrocchia di San Francesco di Assisi, nel quartiere La Rosa di Brindisi, guidata da don Cosimo ed è un esempio di quella carità che si estende non solo agli uomini ma anche agli animali, che si traduce in un chiaro messaggio di inclusione. Qui Tempesta è arrivata nel 2020, incontrata per caso in un allevamento dove la cucciola stava morendo dentro una scatola. E così è passata dall’allevatore che le dava due giorni di vita a don Cosimo, e grazie ai medici e all’amore che l’hanno accompagnata nel suo percorso di sofferenza, Tempesta è guarita. Due anni più tardi, nel giardino della parrocchia, è comparso Baloo, sofferente ed emaciato, entrato ufficialmente a far parte della vita di don Cosimo e della sua parrocchia il 14 febbraio. Tempesta e Baloo vanno d’accordissimo ed ora sono le ombre del sacerdote brindisino che celebra la messa accompagnato da questi due “chierichetti” speciali, molto ben voluti dall’intera comunità parrocchiale. Non solo, insieme accolgono con gioia i fedeli e tutti i loro quattro zampe. Alla domanda: «Che cosa fanno gli animali nella nostra vita?», la risposta l’hanno scritta loro, Tempesta e Baloo, nelle parole di don Cosimo che affermano: «Ci insegnano  a vedere  le cose, la vita, le situazioni, le relazioni in maniera più semplice, perché a loro manca quella cosa che noi abbiamo purtroppo, il rancore. Anche quelli abbandonati vogliono solo recuperare subito e questo ci insegna il loro amore puro, gratuito e ci sprona anche noi a fare altrettanto». Don Cosimo si impegna costantemente per sensibilizzare quante più persone possibili sull’importanza di tutelare gli animali e lo fa utilizzando ogni mezzo, anche i canali social, dove il sacerdote, noto come “il poeta dell’Amore”, sfrutta la sua ormai ampia popolarità per divulgare il suo monito: «Chi abbandona gli animali, di umano non ha nulla». Don Cosimo con Tempesta e Baloo sono un esempio per tutti, per aiutarci a comprendere e fare nostro il loro importante messaggio: «Gli amici non si abbandonano, perché lo fate con i vostri cani? L’amore che i nostri pelosetti ci donano è incredibilmente immenso e disarmante, non bisogna abbandonare gli animali». Un “Premio fedeltà” a Tempesta e Baloo e un “Premio bontà” a don Cosimo Schena.

(Don Cosimo Schena, parroco della chiesa di San Francesco d’Assisi, Brindisi)

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Cierzo

Cierzo, beagle di 4 anni, è l’infermiere sempre vigile della sua padrona; l’ha salvata più volte da importanti crisi ipoglicemiche ed ora è a tutti gli effetti un cane da allerta nel diabete. «E’ la storia di un cane – racconta Serena –  che voleva solo essere capito in quelle che gli umani determinano come stranezze. Il cane che sembrava imperfetto ma che era perfetto con le sue imperfezioni; il cane che sembrava insicuro ma che sicuramente sapeva come prendersi cura degli altri. Quel cane che voleva solo essere capito e che capendo tutto, espresse il suo talento. … Oggi quel cane ha segnalato la mia ipoglicemia, salvandomi per la seconda volta». Serena ha avuto, durante la notte, una crisi ipoglicemia che le impediva di svegliarsi, di muoversi; infatti un livello di glucosio nel sangue troppo basso può provocare confusione mentale, convulsioni, anche perdita di coscienza. L’intervento di Cierzo, che ha riconosciuto lo stato ipoglicemico di Serena è stato provvidenziale. L’ha svegliata a zampate, ma siccome lei non era fisicamente in grado di fare nulla, lui ha iniziato a morsicarle la manica del pigiama, a premere forte con le zampe, a guaire, a ringhiare, a passarsi il braccio di lei, completamente inerme, sopra la testa. Il tutto per una durata di dieci minuti, finché Serena è riuscita finalmente a reagire, a prendere gli zuccheri e quindi a salvarsi. «Bisogna viverle sulla propria pelle queste cose – spiega Serena – sulla propria pelle, per capirne il valore». Poi altre volte, fino a due segnalazioni nella stessa giornata; Cierzo dà zampate potenti, dà segnali di stress, lecca entrambe le mani di Serena, rimane immobile di fronte a lei, fissandola negli occhi, con il corpo che vibra. Serena, che si sta sottoponendo all’Ospedale di Pisa ad una serie di esami per ricevere il trapianto di pancreas, danneggiato a causa del diabete, ha una smisurata gratitudine nei confronti di Cierzo, e a questa si unisce l’orgoglio per essere riuscita a comprendere il talento di quel cane che quattro anni prima sembrava un cane difficile, problematico, ingestibile. Venuta a conoscenza del mondo dei caregiver a quattro zampe, lei e Cierzo hanno seguito una seria preparazione sotto la formidabile guida di Roberto Zampieri, ideatore e anima di “Progetto Serena APS”, con il suo “Protocollo cani Allerta nel diabete”, il primo ad essere stato creato in Italia; un protocollo fatto su misura per ciascun paziente.  Oggi, con grande soddisfazione per tutti, Cierzo può indossare la sua pettorina di cane allerta diabete diplomato! «Tutto ciò mi impressiona – dice Serena – Mi faccio domande, tantissime, ma ho tutte le risposte. Loro sono esseri che hanno il sapore del divino. Il rapporto che si può instaurare con queste anime non trova veramente parole. Bisogna costruirlo. Bisogna viverlo. Bisogna rispettarlo. Un cane ci salva la vita, in ogni modo in cui può essere salvata».

(Serena Pellegrini, Millesimo, Savona)

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Cobadog, Drago, Margo e Zeus

Cobadog, Drago, Margo e Zeus, rispettivamente pastori belga malinois di anni 4, 6, 4 e border collie di 4 anni e mezzo, sono le unità cinofile del Nucleo Cinofilo Regionale Toscana – Vigili del Fuoco inviate aggregate alle squadre USAR della Toscana nella Missione di Soccorso Internazionale a seguito del sisma in Turchia. «Un disastro mai visto. Di terremoti ne abbiamo vissuti tanti, in Italia e all’estero, ma questo è stato il peggiore». Inizia così il racconto di Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, sulla catastrofe del sisma in Turchia. Antiochia, la metropoli dell’antichità, è stata distrutta dalla scossa di magnitudo 7.9 registrata alle ore 2.17 italiane del 6 febbraio 2023, che ha colpito la parte Sud-Orientale della Turchia, al confine con la Siria. Dal 6 al 20 febbraio, Siria e Turchia vengono investite dai terremoti e dalle continue scosse di assestamento; 51mila le vittime e tantissimi i dispersi. Immediata è stata la risposta del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, da sempre impegnato in missioni di soccorso internazionale a seguito di grandi calamità. L’operazione è partita il 6 febbraio con l’invio del primo contingente dei Vigili del Fuoco, composto dai team USAR  (Urban Search and Rescue) della Toscana e del Lazio, affiancati dalle unità cinofile del Nucleo Cinofilo  Regionale Toscana – Cobadog con Alessio Andreucci, Drago con Andrea Zacchei, Margo con Simone Oliveri e Zeus con Michele Catalucci –  per un totale di 40 Vigili del Fuoco e 4 cani. Dal 12 febbraio, seguirà al primo un secondo contingente, con rientro in Italia il 18 febbraio. Le operazioni di soccorso in macerie, nei siti di eventi sismici, esplosioni, crolli o dissesti idrogeologici, vengono affidate alle squadre USAR, per essere affrontate con adeguati livelli di sicurezza, metodologie altamente evolute, in maniera particolarmente incisiva e tempestiva. Fondamentale la sinergia tra il Nucleo USAR e le Unità Cinofile. Il compito di quest’ultime è delicatissimo, i cani si muovono tra le macerie, si infilano in anfratti e varchi. Addestrati a trovare persone vive, se fiutano “coni di odore” di possibili dispersi, abbaiano, e le squadre Usar iniziano a scavare.  I cani, grazie all’olfatto, sono in grado di trovare e segnalare la presenza di persone sotto cumuli di detriti con una precisione che uno strumento tecnologico non potrebbe mai avere. I nostri Vigili del Fuoco e i loro “colleghi” a 4 zampe sono abituati ad affrontare giornalmente qualsiasi tipo di emergenza, e ricordiamo tra le altre in Italia, Amatrice, Rigopiano, Genova dopo il crollo del ponte Morandi, ma questo terremoto in Turchia è stato davvero importante, prima di tutto per le dimensioni dell’evento. Si sono trovati immersi in uno scenario apocalittico, in una città fantasma, Antiochia, completamente abbandonata, al buio, senz’acqua, tra palazzi sgretolati, altri adagiati su un fianco, altri inclinati e appoggiati tra loro, dove il tutto era reso ancor più complicato dalle rigide temperature, dalle scosse sismiche di assestamento oltre che dalle oggettive difficoltà, anche linguistiche, in terra straniera. Turni estenuanti con rotazione ogni otto ore, hanno garantito il soccorso senza sosta 24 ore su 24. Due giovani sono stati estratti vivi dalle macerie. Il primo, che era sepolto molto in profondità, è stato trovato proprio grazie alle importanti indicazioni dei cani. I nostri Vigili del Fuoco e le loro unità cinofile hanno compiuto un intervento difficilissimo, dal punto di vista operativo ed emotivo, in un susseguirsi di sentimenti talvolta in uno scontro interno tra loro: la gioia del secondo ragazzo estratto vivo e il senso di impotenza nell’aver trovato tra le macerie il corpicino senza vita della sua bambina; lo strazio per i giocattoli sparsi ovunque appartenenti a tutti quei bambini ritrovati morti; e il dolore per la distruzione generale e per l’altissimo numero di vittime. «Un soccorso  – conclude Luca Cari – che è stato come una goccia nell’oceano, ma i Vigili del Fuoco sono tornati a casa consapevoli d’aver fatto il loro, di aver dato tutto, come sempre». Direbbero loro: «S’è fatto solo il nostro dovere!»  E invece noi diciamo infinitamente: «GRAZIE ai “nostri” eroi». I Vigili del Fuoco e i loro insostituibili compagni e “colleghi” a quattro zampe: due vite in una, per salvarne tante altre.

(Simone Oliveri Capo Nucleo Cinofilo Regionale Toscana dei Vigili del Fuoco e Istruttore Nazionale con MARGO; Michele Catalucci, Capo Squadra Esperto con ZEUS, Comando di Siena; Alessio Andreucci, Vigile del Fuoco Qualificato con COBADOG, Comando di Grosseto; Andrea Zacchei, Vigile Coordinatore con DRAGO, Comando di Siena)

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