Toccherà al Tar di Trento l’11 maggio decidere della sorte dell’orsa JJ4. Se condannarla a morte, così come richiesto nell’ordinanza di abbattimento firmata dal governatore Maurizio Fugatti, o concedere la grazia e dare il via libera al trasferimento dell’orsa in un luogo sicuro, come ipotizzato oggi dal ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin su parere scientifico favorevole di Ispra. E’ da subito la proposta delle associazioni animaliste che, a suon di carte bollate, hanno ottenuto la sospensiva dell’esecuzione del plantigrado resosi responsabile dell’aggressione mortale di Andrea Papi, 26 anni di Caldes, mentre faceva running sul monte Peller. Ora, sulla scorta delle soluzioni non cruente messe sul tavolo dal ministro, la Lav chiede l’intervento del Quirinale. “Ci appelliamo al presidente della Repubblica, in quanto garante della Costituzione e dell’articolo 9 che assicura la tutela della biodiversità e degli animali, e alla presidente del Consiglio affinchè Fugatti venga richiamato al suo ruolo che non è quello di sceriffo”, sottolinea Massimo Vitturi, responsabile nazionale animali selvatici della Lav. La Lega antivivisezione chiede inoltre che “la gestione degli orsi torni allo Stato e venga affidata a un pool di esperti e coinvolga l’Europa con il mandato di implementare su tutto l’arco alpino un serio progetto di convivenza basato sulle migliori pratiche sviluppate in tutto il mondo nelle aree di presenza degli orsi di informazione e prevenzione”.
“NON E’ UCCIDENDO L’ORSA CHE DIAMO UNA SOLUZIONE”
Anche Enpa chiede che “Fugatti metta termine alla sua personalissima guerra contro gli orsi” mentre la petizione di Oipa ha quasi raggiunto le 300mila firme in meno di 3 giorni. Mobilitazione che culminerà domenica con la manifestazione di protesta davanti al centro di recupero fauna alpina Casteller dov’è rinchiusa Jj4, l’orsa di 17 anni alla quale ha fatto oggi visita Michela Vittoria Brambilla: “Quegli occhi non li dimenticherò mai, quegli occhioni che mi guardavano così. Gli ho detto ‘purtroppo l’hai combinata grossa, ma ti prometto che faremo di tutto per dare a te e all’altro orso la libertà in un luogo giusto perché tu possa finire i tuoi anni facendo l’orso'”. Jj4 è figlia di Jurka e Joze, i capostipiti del progetto ‘Life Ursus’ per il reinserimento dell’orso bruno sulle Alpi. Strategia che prevedeva 40 esemplari in Trentino mentre oggi ce ne sono circa cento. “La situazione è scappata di mano e sono aumentati a dismisura – ha detto il ministro Fratin intervenendo ai microfoni di Radio Anch’Io -. Serve un piano di trasferimento con più territori. Ma non è uccidendo l’orsa che diamo una soluzione”. Ma se il Tar arrivasse a dare il via libera all’abbattimento? “Dovremo fare una valutazione con Fugatti”, ha concluso il ministro.
TROVATO UN CUCCIOLO D’ORSO MORTO MA NON E’ FIGLIO DI JJ4
Entro la stessa data dell’11 maggio, i tecnici del ministero dell’ambiente avvieranno una serie di interlocuzioni, anche diplomatiche, per capire dove spostare sul territorio nazionale o in Europa parte dei 70 plantigradi trentini in eccesso rispetto ai numeri originari del progetto ‘Life Ursus’, la strategia europea per il reinserimento dell’orso bruno sulle Alpi. Sempre oggi, la carcassa di un piccolo di orso è stata rinvenuta nel pomeriggio in bassa val di Sole, in Trentino, vicino alla ciclabile. “L’animale, 3-4 mesi di età, è stato recuperato dal personale forestale: sarà inviato all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che accerterà le cause della morte – fa sapere la Provincia -. Ma non ha nulla a che fare con JJ4”, i cui figli, entrati nel secondo anno di vita, 15-16 mesi e circa 40 chili di peso, sono già svezzati e indipendenti.
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