AGGIORNAMENTO DEL 15 MAGGIO 2022 – ROMA, NUOVA ORDINANZA TRA LUNEDI’ E MARTEDI’
Una nuova ordinanza per contrastare l’emergenza legata alla peste suina a Roma, tra lunedì e martedì arriva la nuova normativa. Ad annunciarlo oggi è stato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: “Credo che nella giornata di domani verrà firmata l’ordinanza dal commissario per quanto riguarda la zona di Roma, quindi verrà definita la zona rossa e verranno definite tutte le attività possibili all’interno di questa zona”, ha detto il sottosegretario con delega alla peste suina. Costa ha anche spiegato che contestualmente verrà redatto un piano per l’eradicazione del virus “che prevederà, ovviamente, l’abbattimento selettivo per la presenza dei cinghiali sul nostro territorio”. Un’ordinanza per la zona rossa che quindi potrebbe andare ad ampliare le aree già indicate come a rischio. La regione Lazio aveva firmato l’ordinanza dopo il primo animale trovato malato nel parco dell’Insugherata. Come zona infetta era stata indicata un’area con un’estensione di circa 5000 ettari che comprendeva una parte del Parco di Veio, una porzione dell’Insugherata, poi l’intera superficie del Parco del Pineto e della riserva di Monte Mario. Oltre che per la Capitale, dove i casi di ungulati contagiati dal virus sono già saliti a sei, il sottosegretario aveva annunciato che sarebbero arrivati provvedimenti anche nelle altre regioni più colpite dall’emergenza: “Gli abbattimenti selettivi di cinghiali è in dirittura di arrivo. Lunedì sarò in Piemonte e proviamo a chiudere il cerchio”, aveva detto Costa. Nelle ultime giornate erano state le Regioni a sollecitare un intervento normativo. Il presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga, aveva infatti scritto al ministro Stefano Patuanelli chiedendo sostegno alla proposta normativa predisposta dal ministero della Transizione ecologica per contribuire in maniera efficace al controllo dei cinghiali e di altre specie di ungulati. Con il suo annuncio Costa dà così seguito alle richieste delle regioni ribadendo l’importanza di prendere di petto la situazione, sia per quel che riguarda la peste africana, sia per la presenza di cinghiali sui territorio, quest’ultima diventa una vera e propria emergenza. “Dobbiamo essere consapevoli che siamo di fronte a due emergenze – ha sottolineato Costa – . La prima è quella legata alla peste suina e per questo stiamo mettendo in atto tutta una serie di strategie”. L’altra emergenza, “più ampia, è la presenza dei cinghiali sul nostro territorio che va oltre a quella che dovrebbe essere la densità prevista, provocando danni all’agricoltura e pericoli, e sotto questo aspetto – ha concluso – credo che bisogna mettere in atto un piano che preveda la sensibile riduzione della presenza di questi animali sul nostro territorio”. (Ansa)
+++
AGGIORNAMENTO DEL 13 MAGGIO 2022 – A ROMA 6 CINGHIALI POSITIVI. COSTA: IN ARRIVO IL PIANO PER GLI ABBATTIMENTI
Il piano per eliminare il virus della peste suina che prevede anche l’abbattimento selettivo dei cinghiali, “è in dirittura di arrivo”. A confermarmelo è proprio il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, con delega alla peste suina. “Lunedì sarò in Piemonte e proviamo a chiudere il cerchio”, ha detto Costa spiegando che il provvedimento “contiene disposizioni atte ad eradicare il virus”. Così le misure previste e le attività già già in campo nelle regioni inizialmente coinvolte, come Liguria e Piemonte, “divengono strutturali”. A Roma intanto i casi salgono a 6 ed è proprio l’assessore alla Sanità della regione Lazio a commentare positivamente le parole di Costa: “Accolgo con favore le dichiarazioni del sottosegretario, avevamo chiesto tempestività nell’ordinanza e misure idonee a ridurre la pressione dei cinghiali. Dall’Istituto Zooprofilattico confermano che i casi positivi sono sei tutti riferiti alla stessa area”, ha dichiarato Alessio D’Amato. Per il Lazio nelle prossime ore ci sarà invece un’ordinanza che regola le attività. Nelle ultime sono state le Regioni ha sollecitare un intervento normativo con il presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga, che ha scritto al ministro Stefano Patuanelli chiedendo sostegno alla proposta normativa predisposta dal ministero della Transizione ecologica per contribuire in maniera efficace al controllo dei cinghiali e di altre specie di ungulati. La proposta è stata illustrata dalla sottosegretaria Vannia Gava agli assessori regionali ed è stata condivisa dalla Commissione Politiche agricole il 10 maggio, registrando poi l’unanimità nella Conferenza delle Regioni dell’11 maggio. “Il controllo dei cinghiali e di altre specie di ungulati – ha sottolineato il coordinatore della Commissione e assessore del Veneto Federico Caner – è un’esigenza dovuta inizialmente ai danni provocati in ambito agricolo, ma è divenuta ancora più urgente per il pericolo prodotto per la pubblica sicurezza legata a incidenti stradali, per la crescente presenza in ambito urbano e, ultimamente, per la comparsa della Peste africana”. Secondo Caner, l’intervento proposto da Mite “permetterebbe che l’attività di controllo della fauna selvatica da parte delle Regioni possa realizzarsi con maggiore efficacia per la tutela della biodiversità e per la sicurezza e l’incolumità pubblica, con interventi anche nei contesti urbani”. Da parte del sottosegretario Costa comunque la linea sembra andare proprio verso l’abbattimento, perché ormai la presenza di cinghiali fuori dal loro habitat naturale fuori controllo è diventata un’emergenza: “Dobbiamo ridurre i cinghiali per tutelare l’agricoltura ed evitare rischi per l’incolumità dei cittadini”, ha detto all’ ANSA Costa, sottolineando che “oggi la densità dei cinghiali in alcune zone d’Italia è almeno 5 volte superiore rispetto alla sopportabilità dell’ ecosistema”. Al di là del fattore contingente della peste suina, “resto convinto e lo voglio ribadire con forza, pur rispettando le sensibilità degli animalisti, che questa è un’emergenza dinanzi alla quale occorre prevedere il prolungamento dell’attività venatoria da 3 a 5 mesi e la possibilità alle Regioni di rideterminare le quote”, ha concluso il sottosegretario. (Ansa)
+++
POST DEL 12 MAGGIO 2022
Non arriva ancora l’ordinanza che autorizza gli abbattimenti di cinghiali a Roma. E il provvedimento che arriverà a breve, assicura il Commissario straordinario alla peste suina Angelo Ferrari, “non li prevede”. La Regione Lazio, come anche il sottosegretario Costa, sollecitano però un intervento “rapido e risolutivo” per arginare l’emergenza peste suina nella capitale. “Abbiamo la necessità di interventi rapidi e risolutivi. Finora l’unica ordinanza è quella regionale. Auspico che nelle prossime ore il Commissario nazionale all’emergenza della peste suina assuma provvedimenti idonei, rapidi e risolutivi. Siamo in attesa delle analisi su altri due cinghiali morti”, dice l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato. E il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, su Twitter, sottolinea che è “fondamentale ridurre l’eccessiva presenza #cinghiali sul territorio”, valutando un “prolungamento dell’attività venatoria”. Ma, per ora, gli abbattimenti non sono ancora in programma. Lo ha fatto sapere il Commissario straordinario alla peste suina Angelo Ferrari: “Ci sarà un’ordinanza di appoggio e di puntualizzazione, ma non sarà questa l’ordinanza di abbattimento”.
#Pestesuina: fondamentale ridurre eccessiva presenza #cinghiali sul territorio. Necessario valutare prolungamento dell'attività venatoria per ridurne sensibilmente il numero. Tuteliamo agricoltori e allevatori. Auspico si arrivi a questa sintesi all'interno del Governo
— Andrea Costa (@CostaAndrea70) May 12, 2022
PER GLI ANIMALISTI IL PROBLEMA PRINCIPALE SONO I RIFIUTI
“Mi sono preso 24 ore per analizzare la situazione e verificare gli aspetti epidemiologici”, ha detto Ferrari, sottolineando che “probabilmente dovremo rivedere la zona infetta”. Per ora dunque niente abbattimenti anche se, si apprende, una seconda ordinanza con la possibilità della selezione potrebbe arrivare la prossima settimana. Un lavoro di “depopolamento, nelle forme che il commissario deciderà” era stato anche preannunciata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, mercoledì al Messaggero. “E’ evidente che quanto è successo è figlio dell’eccessiva promiscuità e presenza di cinghiali e del rapporto non sano con i rifiuti”, aveva inoltre detto Zingaretti. Anche le associazioni animaliste, contrarie a un’ordinanza di abbattimento, puntano il dito contro la gestione dei rifiuti: “A Roma il problema sono i rifiuti, non i cinghiali”, ha dichiarato l’Organizzazione internazionale protezione animali. A queste accuse ha risposto Ama, l’azienda capitolina che si occupa della spazzatura, dicendo che la presenza dei cinghiali non ha nulla a che vedere “con lo svuotamento dei cassonetti e ai servizi di raccolta dei rifiuti”. Ad aprile, ha dichiarato Ama, nelle zone dove è più frequente la presenza degli ungulati ci sono stati 5mila servizi di igiene urbana.
GLI AGRICOLTORI SONO PER IL DEPOPOLAMENTO DEI CINGHIALI
Più interventisti gli agricoltori. Cia-Agricoltori Italiani si chiede se i cittadini di Piemonte e Liguria siano di serie B e lancia l’allarme: “Dopo l’ordinanza regionale nell’area delimitata romana dell’Insugherata sono ancora possibili tutte quelle attività sportive e ludico ricreative che concorrono alla diffusione del virus, di cui l’uomo è immune ma ne è un vettore tramite calzature, vestiario, automezzi e attrezzature. Tutte attività, invece, che nella zona rossa nel Nord Italia sono state subito interdette. Speriamo che il prossimo arrivo degli ispettori Ue a Roma abbia un influsso determinante sui nostri decisori politici”. Anche Coldiretti sta con Costa: “Occorre intervenire con decisione per il contenimento della popolazione dei cinghiali che senza freni si sono moltiplicati a dismisura ed hanno invaso città e campagne con ben 2,3 milioni di esemplari su tutto il territorio nazionale che provocano danni ed incidenti con morti e feriti ma rappresentano anche un pericoloso veicolo per la peste suina”. (post aggiornato con le posizioni dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio)