Psa, una rete lunga 116 km e alta 2 m contro i cinghiali infetti

AGGIORNAMENTO DEL 10 MARZO 2022 – IL COMMISSARIO: “ERADICAZIONE PSA PIU’ RAPIDA POSSIBILE”

“Non vogliamo che Piemonte e Liguria siano ghettizzate, l’obiettivo primario è l’eradicazione della peste suina africana con interventi tempestivi”. Così il commissario straordinario per la peste suina africana, Angelo Ferrari, audito oggi in una riunione congiunta delle Commissioni Agricoltura e Sanità del Consiglio regionale. Ferrari ha spiegato che per certificare l’eradicazione della malattia è necessario che passi un anno dal ritrovamento dell’ultima carcassa. Da qui la necessità di interventi tempestivi, “perché se avvenisse il passaggio dai cinghiali ai maiali – ha affermato – le conseguenze sarebbero assai più catastrofiche di quelle attuali”. “Il Piemonte – ha ricordato il commissario – conta più di 1,3 milioni di suini, quasi tutti nella provincia di Cuneo: un patrimonio che va salvaguardato. C’è grande attività di monitoraggio delle carcasse, come richiesto da Comunità europea e Ministero, e sono state rilevate finora 60 positività (32 in Piemonte e 28 in Liguria, nd24z)”. “La strategia per combattere il morbo – ha spiegato – si basa sulla creazione di ‘barriere tagliafuoco’ per creare il vuoto sanitario nella zona critica, sia macellando sia abbattendo i capi degli allevamenti nella zona contaminata. Va affrontata con massima celerità anche la proposta di una rete per circondare la zona infetta, coinvolgendo il territorio. Ma va mantenuto un basso profilo per prevenire allarmismi e fake news”. La creazione del vuoto sanitario è in realtà già a buon punto, con solo una decina dei 103 allevamenti interessati che non sono stati ancora vuotati. Restano da abbattere e distruggere ancora circa 6.000 suini. (Ansa)

+++

POST DEL 7 MARZO 2022

Sono 53 le carcasse di cinghiali positivi alla peste suina africana (Psa), accertate dall’Istituto Zooprofilattico del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta da fine dicembre ai primi di marzo in Piemonte e Liguria, concentrati nelle province di Alessandria e Genova. Per contenere l’epidemia, secondo le prime informazioni, entro quest’estate verranno innalzati 116 chilometri di barriere anti-cinghiali lungo le autostrade della ‘zona rossa’ tra Liguria e Piemonte poiché il timore è che il virus della Psa, che non presenta rischi per l’uomo, si estenda ai suini domestici provocando danni enormi a una filiera che in Piemonte vale oltre un miliardo di euro. La barriera su cui si sta ragionando è una rete fisica alta due metri e profonda circa 50 centimetri. “Il tema della recinzione va affrontato con le comunità locali, verificando dove si concentra l’epidemia. In un primo momento bisognerà intervenire velocemente sulle due situazioni a rischio, a est ad Arquata e Ronco Scrivia e a ovest a Ovada – ha spiegato Angelo Ferrari, neonominato commissario straordinario per la peste suina, annunciando per venerdì l’arrivo ad Alessandria dell’Unità di crisi per individuare i primi passi per articolare il posizionamento delle barriere.

BARRIERE DA POSIZIONARE LUNGO LE DIRETTRICI AUTOSTRADALI

“Un aspetto su cui abbiamo già lavorato – ha aggiunto Ferrari – con il contributo di società Autostrade è alzare le reti lungo tutte le direttrici autostradali a rischio tra Piemonte e Liguria e ora è ancora necessario chiudere i passaggi aperti anche a Nord, nella barriera tra Novi e Tortona, per evitare i cinghiali malati si spostino ed infettino quelli sani e viceversa che quelli sani entrino nelle zone infette”. Nei due mesi e mezzo di attività finalizzati ad accertare le positività sono stati raccolti 241 campioni in Piemonte e 110 in Liguria e la maggioranza di casi sono stati rilevati nel genovese a Isola del Cantone e Mignanego (5), Ronco Scrivia e Rossiglione (4) e nell’alessandrino ad Arquata Scrivia (5) ed Ovada (4).

Su 24zampe: Catturato l’orso M20, ora è in un’area faunistica. Tornerà libero?