Nel 2020 le vendite annuali di antimicrobici negli allevamenti in Italia erano il 51% in meno rispetto al 2011. Emerge dal rapporto annuale dell’Agenzia europea del farmaco sull’utilizzo negli antibiotici veterinari. Nello stesso periodo, nei 25 paesi Ue ed europei che storicamente hanno le vendite maggiori, tra cui l’Italia, il calo medio è stato del 43%. Le vendite degli antibiotici critici per la salute umana sono diminuite notevolmente e nel 2020 rappresentavano solo il 6% del totale.
RISULTATO MIGLIORE DEI “CONCORRENTI” UE, CHE SONO AL -43%
In Europa, le vendite di cefalosporine di terza e quarta generazione sono diminuite del 33%, le polimixine del 76%, i fluorochinoloni del 13% e le vendite degli altri chinoloni dell’85%. In Italia, le vendite di cefalosporine sono state relativamente stabili nel decennio, quelle di fluorochinoloni pressoché dimezzate, polimixine -97,7%, altri chinoloni -91,4%. Nel 2019, ricorda il rapporto Ema, l’Italia ha introdotto un sistema di tracciabilità digitale delle vendite, attraverso le prescrizioni veterinarie elettroniche obbligatorie. (Ansa)
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