Russia, strage di animali marini: mistero in Kamchatka

Mistero in Kamchatka. L’immensa penisola dell’estremo oriente russo, dall’inestimabile valore ambientale, è teatro di una morìa di massa della fauna marina le cui cause, però, sono ancora poco chiare. In queste ore si è registrata una nuova ondata, dopo che la settimana scorsa nell’area della popolare spiaggia di Khalaktyrsky sull’arenile sono stati rinvenuti migliaia di cadaveri di molluschi e invertebrati. Una strage che ha coinvolto il 95% del fondale. “Un disastro ecologico”, ha sentenziato senza mezzi termini Greenpeace Russia. Che però non trova ancora una spiegazione. A lanciare per primi l’allarme sono stati i surfisti, che già un mese fa hanno riferito di aver avuto dolori agli occhi, mal di gola, vomito e febbre dopo essere stati in acqua. Poi gli animali morti. I test hanno mostrato livelli di petrolio quattro volte superiori al normale e livelli di fenolo 2,5 volte più alti dei limiti consentiti.

DIVERSE LE IPOTESI ALL’ESAME

Scartata l’ipotesi di una perdita da una nave cisterna, gli attivisti di Greenpeace hanno pubblicato delle immagini satellitari che indicherebbero il fiume Nalycheva come la fonte dell’inquinamento. E sulla riva di un suo affluente c’è un un impianto di stoccaggio di sostanze chimiche velenose (pesticidi) di epoca sovietica di cui si sa poco o nulla. Aperta anche l’ipotesi della contaminazione di tipo militare, grande classico russo. Nell’area è infatti presente il poligono missilistico di Radygino, dove si stocca il carburante per i razzi, che potrebbe provocare effetti compatibili a quelli registrati a Khalaktyrsky. Chiazze di materiale sconosciuto nel mentre si muovono verso sud e si stanno dirigendo verso il Parco dei Vulcani, area protetta e sito Unesco. L’ufficio del Procuratore Generale Federale ha preso in mano la situazione e avviato un’indagine.

Experts collect water samples during the Greenpeace expedition to inspect territories of Kamchatka peninsula that could be affected by pollution, Russia October 8, 2020. Dmitry Sharomov/Greenpeace Russia/Handout via REUTERS ATTENTION EDITORS - THIS IMAGE WAS PROVIDED BY A THIRD PARTY. NO RESALES. NO ARCHIVES. NO THIRD PARTIES. FOR EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS. MANDATORY CREDIT.

ANCHE WWF E GREENPEACE SUL CAMPO

Il governatore della Kamchatka, Vladimir Solodov, ha coinvolto il Wwf nell’analisi dei dati e Greenpeace ha inviato un team di esperti muniti di un drone sottomarino di ultima generazione. Il vice presidente dell’Accademia delle Scienze russa, Andrei Adrianov, sostiene che la morìa è stata causata dalle tossine delle microalghe, conosciute come fioritura delle alghe – spiegazione sostenuta da importanti biologi marini russi, data la presenza di schiuma gialla che copre un’area visibile dallo spazio. “I fatti mostrano che la scala dell’evento è estremamente ampia”, ha detto Solodov, secondo cui il disastro è “quasi certamente legate al cambiamento climatico e ad altri effetti inquinanti che noi come umanità provochiamo nell’Oceano Pacifico”. Altri scienziati hanno però liquidato la teoria delle alghe come “errata”, data la temperatura di quelle acque. Le indagini vanno avanti. La morìa, anche. (foto Ansa, Reuters, Afp)