Al 63esimo World Press Photo appena concluso sono state premiate diverse immagini che avevano animali per protagonisti. Tra le varie categorie del “contest” fotografico 2020, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955, oltre a spot news, persone, storie, sport, natura, nella sezione “Ambiente/singole” il gradino più alto del podio è andato a una fotografa ungherese che lavora per il New York Times, Esther Horvath.
POSTO IN PRIMA FILA PER GLI ORSI POLARI
A ottobre 2019 ha scattato la foto “Polar Bear and her Cub” che raffigura due orsi polari, madre e cucciolo, intorno ad attrezzature collocate dagli scienziati di Polarstern, la nave-laboratorio scientifico che trasporta 100 ricercatori che studiano le conseguenze del cambiamento climatico dell’Artico. Fino ad ora le missioni scientifiche non erano state in grado di penetrare nella regione durante la lunga notte di sei mesi dell’inverno artico. Proprio gli orsi hanno un posto in prima fila nell’assistere al rapidissimo scioglimento dei ghiacci marini che influenzerà fortemente il clima globale.
LE PROTEINE ANIMALI ALTERNATIVE
Nella stessa sezione “Ambiente” ma tra le “storie” ha vinto un italiano, Luca Locatelli. Una narrazione – dal titolo “The End of Trash – Circular Economy Solutions” – sull’economia circolare che combatte il cambiamento climatico, realizzata per il National Geographic, che fa perno anche su una foto di allevamento di insetti. Scattata all’interno di Entocycle, società londinese che sviluppa tecnologia per coltivare per la produzione di proteine industriali come alternativa più sostenibile alla carne, ritrae un lavoratore che controlla le mosche in una camera a rete sperimentale. Il pavimento è coperto di materiale di scarto in decomposizione per incitare le mosche a deporre le uova.