Boris Johnson adotta un cane proveniente da una “puppy mills”

Come anticipato qualche settimana fa, il premier inglese Boris Johnson e la sua compagna Carrie Symonds hanno deciso di accogliere un cane al numero 10 di Downing Street, nella residenza londinese riservata al capo del governo. L’associazione caritatevole Friends of animals Wales ha consegnato stamattina un cucciolo di jack russell in un grande trasportino rosso, come si vede nelle foto di Simon Dawson/Reuters.

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Il cane ha 15 settimane ed  è stato battezzato Dilyn – lo ha tuittato Carrie, accompagnando il messaggio con l’ormai popolarissimo hashtag #AdoptDontShop – e secondo la Bloomberg ha visto in faccia la morte dopo essere stato abbandonato da un allevatore del Galles del Sud senza scrupoli: la sua mascella disallineata avrebbe reso troppo difficile venderlo e l’allevatore avrebbe potuto sbarazzarsene. Foaw l’ha salvato.

La coppia presidenziale coglie così l’occasione – secondo la Bbc – per promuovere la “Lucy’s Law”, un provvedimento pensato contro le “puppy mills”, le cosidette “fabbriche di cuccioli”: allevamenti dove spesso regna l’illegalità e si consumano maltrattamenti e di cui sono entrambi sostenitori. La misura obbliga i negozi di animali a cedere solo pets provenienti da salavtaggi o canili. In merito a Dilyn, resta da vedere come il gatto Larry – “assunto” della corona per cacciare i topi e abitante fisso di 10 Downing Street – accoglierà il nuovo arrivato: nel 2016 non era finita molto bene… (post aggiornato alle 15.55 con il nome del cane e nuovi dettagli sulla provenienza – post riaggiornato alle 19.50)

larrythecat

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  • Guido Minciotti |

    1. “Lucy’s Law” impedisce ai negozi di animali di vendere cani allevati.
    2. Le prime informazioni raccolte sui giornali inglesi definivano il cane “meticcio” (Bbc scrive che si tratta di un “jack russell-cross”) poi un successivo aggiornamento spiegava che si tratta di un jack russell con un difetto alla mascella. Mi sono sembrate spiegazioni entrambe plausibili, l’allevamento di cani – soprattutto in una “puppy mills” – potrebbe non essere una scienza esatta. Comunque cancello la parola meticcio, così è più chiaro. Grazie della segnalazione.
    3. Da quanto desunto dalle informazioni raccolte in rete e dalle agenzie, il cane sarebbe stato salvato dalla Foaw dopo essere stato abbandonato dall’allevatore. Una charity che salva un cane facilita il lavoro all’allevatore?
    Grazie di leggere 24zampe, saluti gm

  • Guido Minciotti |

    1. “Lucy’s Law” impedisce ai negozi di animali di vendere cani allevati.
    2. Le prime informazioni raccolte sui giornali inglesi definivano il cane “meticcio” (Bbc scrive che si tratta di un “jack russell-cross”) poi un successivo aggiornamento spiegava che si tratta di un jack russell con un difetto alla mascella. Mi sono sembrate spiegazioni entrambe plausibili, l’allevamento di cani – soprattutto in una “puppy mills” – potrebbe non essere una scienza esatta. Comunque cancello la parola meticcio, così è più chiaro. Grazie della segnalazione.
    3. Da quanto desunto dalle informazioni raccolte in rete e dalle agenzie, il cane sarebbe stato salvato dalla Foaw dopo essere stato abbandonato dall’allevatore. Una charity che salva un cane facilita il lavoro all’allevatore?
    Grazie di leggere 24zampe, saluti gm

  • michele |

    Non possiamo sapere come il governo britannico intende contrastare le fabbriche di cuccioli? Perché dall’articolo a me sembra che le incentivino. Innanzitutto non capisco come una fabbrica di cuccioli faccia nascere dei cani meticci, quanto tutti vogliono comprare cani di razza. In secondo luogo, adottare un cane che l’allevatore non riesce a vendere, a mio parere, significa togliergli un peso e facilitargli il lavoro.

  • michele |

    Non possiamo sapere come il governo britannico intende contrastare le fabbriche di cuccioli? Perché dall’articolo a me sembra che le incentivino. Innanzitutto non capisco come una fabbrica di cuccioli faccia nascere dei cani meticci, quanto tutti vogliono comprare cani di razza. In secondo luogo, adottare un cane che l’allevatore non riesce a vendere, a mio parere, significa togliergli un peso e facilitargli il lavoro.

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