AGGIORNAMENTO DEL 5 SETTEMBRE 2019 – L’ORSO M49 E’ SUL LAGORAI: UCCIDE UNA MANZA AL PASSO MANGHEN
La manza uccisa la notte scorsa nel Lagorai meridionale, a sud del passo Manghen, è stata predata dall’orso M49. Lo conferma la Provincia di Trento, dopo il sopralluogo condotto in mattinata dai forestali e dai tecnici del Servizio fauna della Provincia. Dopo i recenti avvistamenti a passo Lavazè e passo Oclini, sul confine tra le province di Trento e Bolzano, M49 si è quindi spostato nella zona del Lagorai. Un comportamento, evidenzia la Provincia, che conferma la grande mobilità dell’esemplare. (Ansa)
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AGGIORNAMENTO DEL 5 SETTEMBRE 2019 – LAV: “LA PROCURA DI BOLZANO SEQUESTRI L’ORSO M49”
Con una memoria depositata oggi alla Procura di Bolzano, la Lega anti vivisezione (Lav) ha informato il procuratore capo, Giancarlo Bramante, circa “il grave rischio che incombe sulla vita dell’orso denominato M49” e ha chiesto il sequestro preventivo dell’animale, “al fine così di impedire alla Provincia di eseguire i contenuti dell’ordinanza”. “Considerato che l’ordinanza della provincia di Bolzano si basa su dati che confermano quanto l’orso sia disinteressato a noi umani, a ulteriore chiara conferma della sua non pericolosità, se venisse eseguita comportando addirittura l’uccisione dell’animale, saremmo pronti a denunciare l’amministrazione provinciale per uccisione di fauna selvatica protetta e uccisione di animale”, afferma dichiara Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lav.
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AGGIORNAMENTO DEL 28 AGOSTO 2019 – GLI ANIMALISTI: L’ORDINANZA DI CATTURA DI BOLZANO E’ ILLEGITTIMA
Le associazione animaliste e ambientaliste Enpa, Lac, Lav, Lipu, Lndc e Wwf si dichiarano pronte a ricorrere alla Procura di Bolzano e alla Corte dei conti contro la recente ordinanza della Provincia di Bolzano che chiede la cattura dell’orso M49. Gli animalisti, in una nota congiunta, chiedono il ritiro immediato dell’ordinanza, “i cui contenuti sono palesemente illegittimi in quanto non è affatto provata la pericolosità dell’orso”. “Decidere che un orso sia pericoloso per l’incolumità pubblica solamente perché si è alimentato, e per questo condannarlo a morte o all’ergastolo – si legge nella nota – significa non tollerarne semplicemente l’esistenza”. “L’ordinanza – sottolineano gli animalisti – prevede per M49 la ‘cattura per trasferimento in una struttura autorizzata’ non meglio identificata, e dunque temiamo che, in assenza di un luogo idoneo ad accogliere questo animale selvatico, possano essere adottate misure drastiche e cruente. Se dovesse accadere ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica di Bolzano, e ricorreremo alla Corte dei Conti per danno erariale”.
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AGGIORNAMENTO DEL 26 AGOSTO 2019 IN CODA – COORDINAMENTO FRA TRENTO E BOLZANO
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AGGIORNAMENTO DEL 20 AGOSTO 2019 IN CODA – COSTA: BOLZANO NON CREI ALLARMISMI
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Anche la Provincia di Bolzano, come in precedenza quella di Trento, sta per emettere un’ordinanza che prevede la cattura dell’orso M49, dopo che il plantigrado è sconfinato in Alto Adige nei giorni scorsi, dove è stato visto nei pressi della gola Bletterbach da un escursionista di 64 anni che lo ha raccontato (“Quando lo incroci ti passa la voglia di ridere ma mi sono messo a cantare e fischiare e lui se n’è andato per la sua strada”) al quotidiano Dolomiten. “La base su cui si fonda l’ordinanza è il Pacobace, che prevede determinati casi di intervento. Anche in Trentino è stato fatto così e anche noi abbiamo preso le stessa strada. L’ordinanza, che è in fase di preparazione e dovrebbe essere pronta e firmata dal presidente Kompatscher entro la giornata – spiega l’assessore provinciale all’agricoltura e foreste, Arnold Schuler – prevede la cattura dell’orso. Solo se l’orso diventerà pericoloso per l’uomo allora è previsto, anche dal Pacobace, l’abbattimento”. Sulle tracce di M49 ci sono i forestali altoatesini, ma prenderlo non sarà un’impresa facile: “Dobbiamo capire dove si trova e se è ancora sul nostro territorio, perché si muove molto”, aggiunge Schuler. Non a caso il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha ribattezzato l’orso M49 con il nome di Papillon, l’imprendibile galeotto in fuga dalla prigione nella Guiana francese interpretato nel 1973 da Steve McQueen. (foto sotto)
OGGI IN ALTO ADIGE, IERI ERA IN VAL DI FIEMME: SI MUOVE MOLTO
Se gli altoatesini riuscissero a catturarlo, però, non avrebbero un recinto autorizzato dal Ministero dell’ambiente, come quello del Casteller, in Trentino, da cui è fuggito M49 dopo la cattura lo scorso luglio: “Se fosse catturato dovremmo parlare con i trentini per trovare un posto in cui metterlo, ma adesso è prematuro”, commenta Schuler (nella foto sotto, M49 in fuga dal Casteller). M49 si sposta rapidamente. La scorsa notte era di nuovo in Trentino, in valle di Fiemme. Nessuno lo ha visto, ma la Forestale ha accertato che ha rovistato in un sacco di rifiuti vicino alla roulotte di due pastori. I forestali – ha precisato la Provincia di Trento dopo che erano state diffuse informazioni errate – hanno esploso in aria due colpi, dato che si riteneva che il plantigrado potesse trovarsi vicino, visto il nervosismo dei cani dei pastori. Quindi la situazione è tornata alla normalità. La presenza di M49 sul confine tra le due province autonome è confermata anche dai danni ad un apiario e dalla predazione di un vitello, sempre nella zona del passo Lavazè, però questa volta in provincia di Bolzano.
LA REAZIONE DEGLI ANIMALISTI: ENPA ATTIVA GLI AVVOCATI
A seguito dell’ordinanza di cattura dell’orso M49 annunciata dalla Provincia autonoma di Bolzano, l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha attivato il proprio ufficio legale “affinché assuma ogni opportuna iniziativa”. Come già accaduto per Trento, l’associazione è pronta a diffidare formalmente le istituzioni provinciali. Istituzioni, secondo l’Enpa, che “non stanno rispettando né le normative italiane né le norme europee, male interpretando la recente sentenza della Corte Costituzionale. Tale pronunciamento ribadisce infatti che la gestione dei grandi carnivori è soggetta a leggi e procedure che, a partire dal coinvolgimento dell’Ispra e dall’adozione dei metodi ecologici di prevenzione, devono essere rispettate. Anche dalle Provincia autonome di Trento e Bolzano. Nessuno pensi di sfruttare il periodo estivo per autorizzare catture pretestuose sotto ogni punto di vista o, peggio, per armare i fucili”. Secondo l’Enpa, l’orso M49 “è diventato ormai un vero ‘prigioniero politico’, ostaggio di una contesa tutta giocata sulla ricerca del consenso localistico, nel tentativo di guadagnare i voti degli agricoltori e allevatori estremisti”.
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AGGIORNAMENTO DEL 20 AGOSTO 2019 – COSTA: BOLZANO NON CREI ALLARMISMI
“Leggo che Papillon, cioè l’orso M49, si sia definitivamente allontanato dalla provincia di Trento dove su di lui c’è un’ordinanza di cattura e abbattimento e stia dirigendosi in quella di Bolzano. Questa è una buona notizia se però la Provincia Autonoma di Bolzano non metterà a rischio la sua vita. Innanzitutto poi dobbiamo avere la certezza che l’orso di cui parlano sia proprio lui. Adesso invito la provincia di Bolzano a non creare allarmismi controproducenti”. Lo scrive in una nota il ministro all’Ambiente, Sergio Costa. “Mi aspetto, in un sano rapporto cordiale e istituzionale, di ricevere presto notizie dal presidente Arno Kompatscher per attivare Ispra che è e sarà sempre pronta ad affiancare il territorio con tutta la sua competenza e disponibilità. Invito pertanto a non emettere ordinanze che mettano in pericolo la vita di Papillon. Lasciamo parlare i tecnici e non le suggestioni. Io rinnovo il mio appello: non ammazzatelo”, conclude il ministro dell’Ambiente.
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AGGIORNAMENTO DEL 26 AGOSTO 2019 – COORDINAMENTO FRA TRENTO E BOLZANO
Incontro tecnico questa mattina fra il personale delle Province autonome di Trento e Bolzano per discutere i possibili sviluppi della gestione di M49, l’orso che da qualche giorno ormai stazione nella zona del passo degli Oclini, al confine fra i territori delle due province. All’incontro ha preso parte il responsabile del Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, Giovanni Giovannini, e il coordinatore del Settore grandi carnivori Claudio Groff, e per l’Alto Adige il direttore dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia, Luigi Spagnolli. Al termine del colloquio, è stato deciso che “va rafforzato il coordinamento già esistente per ogni attività di monitoraggio e presidio sulla zona di confine dove l’orso si trova in questo momento”. Il coordinamento è garantito tramite “una trasmissione reciproca in tempo reale delle informazioni utili, che vanno anche trasferite all’esterno, verso i media e la popolazione”. Continueranno ad essere costantemente informate anche le amministrazioni comunali interessate dalla presenza del plantigrado. Eventuali azioni di cattura nella zona di confine, infine, verranno condotte “in modo congiunto dalle due amministrazioni”.