“Porre fine alla campagna terroristica che alcune associazioni di categoria, alcuni politici e alcuni rappresentanti istituzionali hanno da tempo lanciato contro i lupi. E, al tempo stesso, rafforzare il regime di protezione dei lupi, tutelandoli anche dalle aggressioni delle bufale”. E’ quanto chiede l’Ente nazionale protezione animali dopo che i carabinieri hanno clamorosamente smentito il cacciatore che aveva denunciato di essere stato aggredito da due lupi nel Grossetano. In realtà era stato morso dai cani da caccia che caricava sull’automezzo dopo una battuta alla volpe.
NESSUNA AGGRESSIONE DI LUPI MA SOLO MORSI DEI CANI DA CACCIA
“Dunque – prosegue l’Enpa – nella zona di Grosseto non c’è stata alcuna aggressione di lupi ai danni delle persone, così come nel resto della Toscana o in altre regioni italiane”. Anzi, non si registrano attacchi all’uomo dall’800. “Nel nostro Paese, dunque, non c’è alcun problema di ordine pubblico relativo alla presenza del lupo. C’è invece una evidente criticità legata al dilagare dell’allarmismo antiselvatici e al clima di paura e terrore alimentato ad arte da chi vuole avere la licenza di uccidere. Di uccidere i lupi, certo, ma anche gli orsi, i cinghiali, le nutrie, i daini, gli storni”.
ENPA: AUSPICHIAMO CONSEGUENZE PENALI MA ANCHE PATRIMONIALI
Per quanto riguarda il caso in questione, Enpa auspica che vi siano conseguenze non soltanto dal punto di vista penale – l’uomo è indagato per il reato di procurato allarme – ma anche da quello patrimoniale: era stato fatto intervenire un elicottero di notte. L’Ente Nazionale Protezione Animali, che chiede agli inquirenti di valutare anche la posizione degli altri partecipanti alla battuta di caccia, ha dato mandato al proprio ufficio legale di assumere ogni opportuna iniziativa contro il cacciatore da cui è partita la “bufala” della finta aggressione. (foto Ansa)