Un cane sotto la scrivania: Purina, Unicredit, Ats Milano e gli altri

Un cane sotto la scrivania per combattere la tristezza del “Blue Monday”, che cade il 21 gennaio ed è considerato il giorno più triste dell’anno. La soluzione individuata da Purina, azienda del gruppo Nestlé leader nel petcare, è nel perfetto mood di questo periodo. In giornate corte e uggiose come quelle di metà gennaio, la compagnia di un quattrozampe tra le mura dell’ufficio può aiutare a ridurre lo stress (lo pensa il 40% dei lavoratori) e il senso di colpa per aver lasciato il proprio cane a casa (46%), creando un ambiente più rilassato (37%) e migliorando il work-life balance (31%). Numeri raccolti dalla “Pets at Work Survey”, condotta dall’istituto di ricerca Ipsos per Purina. Dall’indagine risulta che addirittura il 39% degli italiani in cerca di un nuovo lavoro valuta se l’ufficio è “a misura di pet”. La cosa non deve stupire: cani e gatti, nella sola Lombardia, negli ultimi 5 anni sono aumentati di oltre il 60%, passando da circa un milione nel 2014 a 1,6 milioni a inizio 2019 (dati Coldiretti).

DOVE SI LAVORA CON IL CANE SOTTO LA SCRIVANIA

Negli uffici di Assago e nello stabilimento di Portogruaro il programma di Purina “Pets at Work”, attivo dal 2014, permette a tutti i dipendenti di lavorare quotidianamente fianco a fianco del proprio cane. “E’ ormai un punto fermo del nostro welfare aziendale e la promozione della presenza dei cani in ufficio è diventato uno degli impegni di responsabilità sociale dell’azienda”, dice Marco Travaglia, Direttore Generale di Purina Sud Europa. Se interessati, oltre che ad Assago un curriculum va senz’altro inviato anche all’Unicredit di Milano, che – notizia del Corriere di oggi – ha attrezzato nella sua sede di piazza Gae Aulenti 14 nuove postazioni per colleghi a sei zampe. E, se l’iniziativa avrà successo, altre ne arriveranno. Anche l’Ats di Milano, di recente, ha aperto le porte ai cani dei dipendenti, così come hanno fatto all’assessorato Cultura del Comune di Genova. Se n’è parlato anche per Roma. C’è addirittura – ma questa è l’America – chi i cani dei dipendenti li pretende: Nvidia, una società quotata al Nasdaq, vuole che i propri lavoratori portino gli amici a quattrozampe con sè in ufficio perchè questo li rende più responsabili.

UN PROGETTO DI SOSTEGNO PER CHI E’ INTERESSATO

Ci crede talmente che, attraverso la “Pets at Work Alliance”, Purina vuole supportare altre aziende affinché possano creare un ambiente lavorativo… più peloso. “Forti del nostro credo ‘Insieme è meglio’ e avendo sperimentato in prima persona i benefici di un ufficio pet-friendly – spiega Travaglia – abbiamo dato vita al progetto per supportare altre aziende affinchè possano creare l’ambiente lavorativo che desiderano”. Per aprire le imprese ai cani occorrono infatti regole precise: gli ambienti devono essere idonei, servono polizze assicurative per coprire eventuali incidenti e tutele per chi non li apprezza, una policy adeguata per regolare le pause, norme igieniche, di sicurezza e del rumore che vanno rispettate. Ma le aziende che l’hanno realizzato sottolineano – sostiene Purina – come la presenza dei cani in ufficio contribuisca ad aumentare la socializzazione tra i dipendenti e la loro motivazione, oltre a migliorare la conciliazione tra lavoro e vita privata.