Alto, di gran razza e bardato di tutto punto con la sella e i finimenti riccamente decorati in bronzo. E’ lo splendido cavallo di un altissimo magistrato militare, forse preparato per consentire al suo padrone di correre in soccorso alla cittadinanza nelle ore più buie dell’eruzione, l’ultima scoperta di Pompei. “Un ritrovamento legato ad una tenuta suburbana ricca come la villa dei Misteri – spiega all’Ansa il direttore Massimo Osanna – e che ora verrà indagata e restituita al pubblico”. Ancora legato nella grande stalla insieme con altri due o forse tre cavalli di gran razza, lo splendido sauro del comandante militare, spiega Osanna, “deve avere fatto una fine atroce, soffocato dalle ceneri che invasero l’ambiente o sopraffatto dallo choc termico all’arrivo della nube piroplastica”, ovvero i vapori bollenti che nelle ore finali spazzarono via ogni speranza di sopravvivenza di quelli che non avevano fatto in tempo a scappare.
LA TENUTA DEL SAURO BARDATO DEPREDATA DAI TOMBAROLI
Lo scavo che ha riportato alla luce la stalla con i resti dei cavalli, la sella e i ricchi finimenti del sauro, viene precisato, non fa parte del Grande Progetto avviato con i fondi europei. La grande tenuta alla quale apparteneva la stalla, residenza appunto di quello che si immagina essere stato un generale o comunque un altissimo magistrato militare, si trova nella zona suburbana di Civita Giuliana a Nord della cittadina campana. Parzialmente indagata da privati agli inizi del Novecento e poi di nuovo seppellita, la Tenuta del Sauro Bardato è stata assediata negli ultimi decenni dai tombaroli. E’ stata la Procura della Repubblica con il Procuratore capo Alessandro Pennasilico ed il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli a chiedere al direttore del parco archeologico che si procedesse ad un nuovo scavo.
IL DIRETTORE OSANNA: “E’ SOLO LA PRIMA DI TANTE SCOPERTE”
“Il ritrovamento eccezionale della stalla con il cavallo bardato è quindi solo la prima di tante importanti scoperte che contiamo di fare – sottolinea Osanna – perché la villa, anche stando a quello che venne ritrovato ad inizio Novecento – era di grandissimo pregio, con ambienti riccamente affrescati e arredati, sontuose terrazze digradanti che affacciavano sul golfo di Napoli e Capri, oltre ad un efficiente quartiere di servizio, con l’aia, i magazzini per l’olio e per il vino, e ampi terreni fittamente coltivati”. (foto sopra e sotto Cesare Abbate/Ansa)
– Ritrovati a Pompei affreschi di pavoni, serpenti e un cinghiale nero come i mali del mondo