Una galleria di alcune delle migliori immagini del concorso Wildlife photographer of the year che dal 5 ottobre saranno esposte a Milano, alla Fondazione Matalon, in Foro Buonaparte 67, fino al 9 dicembre 2018. Per saperne di più qui c’è un post di 24zampe. Sopra, una foto di Klaus Nigge (Germania), “Aquila di mare testabianca”.
- Brent Stirton (Sudafrica) Memoriale di una specie Un maschio di rinoceronte nero giace morto dopo che i suoi assassini sono entrati illegalmente nel Hluhluwe Imfolozi Park, in Sudafrica. Un’autopsia ha rivelato che il primo proiettile dei bracconieri non è riuscito a uccidere il rinoceronte, che è fuggito per un breve tratto prima che un secondo proiettile lo finisse. La morte spaventosa del rinoceronte è ulteriormente evidenziata dalla cavità che si spalanca nel punto dove dovrebbe esserci il suo corno. Di seguito una selezione di immagini esposte alla Fondazione Matalon a Milano dal 5 ottobre al 9 dicembre.
- Justin Hofman (USA) Il surfer nelle acque inquinate Justin stava osservando contento un cavalluccio marino che saltellava da un pezzo di detriti naturali all’altro. Tuttavia, mentre la spazzatura e le acque sporche cominciarono a convergere verso la riva, la piccola creatura afferrò questo cotton fioc come fosse un’ancora a cui attaccarsi. L’ammirazione di Justin per il bellissimo cavalluccio marino si trasformò presto in “enorme rabbia” per la “marea di inquinamento e rifiuti in arrivo”. A causa della loro insolita forma che ricorda quella dei cavalli, i cavallucci marini sono nuotatori non molto abili. Si spingono in avanti usando le loro pinne dorsali a forma di ali, mentre usano le loro più piccole pinne pettorali per cambiare direzione. È un movimento piuttosto faticoso, così spesso si riposano aggrappandosi alle erbe marine e ai coralli, grazie alla loro coda prensile
- Daniël Nelson (Paesi Bassi) Daniël incontrò Caco dopo tre ore di trekking attraverso una foresta lussureggiante, grazie all’esperienza delle guide. Faceva parte di una famiglia di 16 gorilla che si stavano nutrendo di frutti dell’albero del pane africano. Nel suo coinvolgente scatto di un rilassato giovane gorilla, Daniël è riuscito a catturare l’indissolubile connessione di questi primati con la foresta da cui dipendono. Il gorilla di nove anni di nome Caco si sta preparando ad abbandonare la propria famiglia, aumentando la propria massa muscolare e diventando giorno dopo giorno più intraprendente. Presto diventerà un silverback solitario e, se tutto andrà bene, inizierà ad avere la sua propria famiglia tra gli 8-10 anni. I gorilla di pianura occidentali sono fortemente in pericolo, minacciati a causa del bracconaggio e della diffusione di malattie come il virus Ebola
- Steve Winter (USA) “La trappola di un bracconiere è costata a questo cucciolo di sei mesi la gamba anteriore destra e la sua libertà”, spiega Steve. La gamba della tigre era stata così malamente mutilata che i veterinari furono costretti ad amputarla, condannando la tigre a una vita in cattività. Steve voleva catturare l’espressione di questa giovane tigre per evidenziare il suo dolore, la sua paura e sofferenza. Le trappole sono spesso utilizzate dalle famiglie per catturare piccoli cervi e altri animali per il cibo. Ma catturano indiscriminatamente anche altri animali, tra cui i cuccioli di tigre. Nonostante i milioni di dollari spesi per la conservazione della tigre, questi bellissimi animali hanno un futuro cupo. Oggi, meno di 3.200 tigri sopravvivono in piccole aree isolate e selvagge
- Mats Andersson (Svezia)Pausa invernaleLo scoiattolo rosso ha chiuso gli occhi solo per un istante, “come fosse in preghiera” pensò Mats, quindi riprese a cercare il cibo. Mats ha camminato nella foresta ogni giorno, spesso fermandosi a osservare gli scoiattoli su questo abete. Per lui il comportamento di questa piccola creatura durante questa fredda mattina di febbraio rappresenta lo spirito dell’inverno. L’inverno è un periodo difficile per molti animali. Alcuni vanno in letargo per sfuggire al freddo, ma non gli scoiattoli rossi. Affrontano le fredde mattine invernali nutrendosi di semi, noci e insetti. Preferiscono i boschi di conifere, che forniscono semi durante tutto l’anno, e mettono da parte il cibo per affrontare i periodi di magra.
- Ashleigh Scully (USA) Incastrato Asleigh era alla ricerca di volpi rosse, da fotografare nella neve fresca, dopo che le aveva già fotografate in primavera e in estate in un nascondiglio nei pressi della sua casa. Dopo aver notato, mentre era seduta sul sedile posteriore della sua auto, questa femmina che stava cacciando, prese subito la macchina fotografica e iniziò a scattare dal finestrino una serie di foto della volpe che andava alla ricerca di topi, lanciandosi nel cumulo di neve. Quando le volpi sono in caccia si muovono silenziosamente sulla superficie della neve per poi arrestarsi, inclinare la testa e ascoltare con attenzione. All’improvviso fanno un balzo, lanciandosi in alto abbastanza da poter penetrare con lo slancio nella neve. Alcune volte rimangono in questa posizione sottosopra per alcuni secondi. Il più delle volte questi tentativi di caccia sono fruttuosi. Il topolino a cui la volpe dava la caccia è stato però fortunato, questa volta
- Aaron ‘Bertie’ Gekoski (USA/Regno Unito) Bertie osservò mentre una mandria di elefanti asiatici si faceva strada attraverso una desolata piantagione di palma da olio. Con la luce che si affievoliva velocemente, fotografò rapidamente i quattro maestosi mammiferi, riflettendo su come “si erano radunati, resi minuscoli da un paesaggio desolato e ormai profanato“. Nel Sabah il commercio dell’olio di palma è la principale causa della deforestazione. Distrugge gli habitat, inducendo gli elefanti a uscire dalla foresta e ad andare nelle piantagioni. Poiché le segnalazioni di elefanti avvelenati o colpiti dai lavoratori delle piantagioni diventano sempre più comuni, l’Asia deve affrontare una delle sue più grandi sfide di conservazione: mitigare i conflitti tra elefanti e uomini.
- Tony Wu (USA) Dozzine di capodogli si stavano riunendo fragorosamente lontano dalla costa, fino a dove poteva arrivare lo sguardo di Tony. Immediatamente realizzò che si trattava di un momento speciale, come un raduno di vari clan, che durava per alcuni giorni. Per Tony questo avvistamento potrebbe essere “un segnale che le popolazioni di capodogli si stanno riprendendo”. L’ aspetto simile al marmo di queste balene è determinato dal cambiamento della pelle. Durante grandi raduni come questo gli esemplari si strofinano e si rotolano l’uno con l’altro, per esfoliare la pelle morta del vicino, aiutando così a mantenere le migliori performance idrodinamiche. Il contatto fisico, inoltre, aiuta a rinsaldare i legami sociali.
- Eilo Elvinger (Lussemburgo) Spinti dalla curiosità e dalla fame, questa orsa polare e il suo cucciolo si sono fermati a investigare una pozzanghera scura che fuoriusciva dalla nave di Eilo. Senza esitazione e in sincronia hanno abbassato la testa per assaggiare la chiazza sulla neve. Piena di vergogna, Eilo ha scattato in bianco e nero, per enfatizzare il contrasto tra l’inquinamento e il paesaggio immacolato. Anno dopo anno, una varietà di sostanze nocive sono introdotte nell’habitat degli orsi polari. A causa del loro basso tasso di decomposizione, questi inquinanti rimangono nell’ambiente e gradualmente si accumulano, entrando così nella catena alimentare. Come predatori apicali gli orsi sono esposti ad alti livelli di inquinanti, cosa che può minacciare la loro salute e le loro capacità riproduttive
- Klaus Nigge (Germania) Dopo alcuni giorni di pioggia costante l’aquila di mare era inzuppata fino alla pelle. “Quando l’aquila di avvicinava, raccogliendo dei resti di cibo, abbassavo la testa, e la osservavo attraverso l’obiettivo, per evitare un contatto visivo diretto”, racconta Klaus. L’inquadratura dal basso e la semplice composizione concentrano l’attenzione sull’espressione dell’aquila, evidenziata dalla luce soffusa. Animali opportunisti con una propensione per il pesce, le aquile di mare si riuniscono presso il Dutch Harbor per approfittare degli scarti dell’industria del pesce. Dopo un drammatico declino del loro numero nel Ventesimo secolo, la specie ha ripreso ad aumentare di numero, ma questi uccelli sono ancora avvelenati da carogne che contengono il tossico piombo. La sua messa al bando è stata recentemente revocata negli USA.
- Ekaterina Bee (Italia) Ekaterina e i suoi genitori stavano facendo un’escursione in barca alla ricerca di aquile di mare coda bianca, ma la piccola Ekaterina, di 5 anni e mezzo, si mostrò più interessata alla nuvola di gabbiani che volava sopra la piccola imbarcazione, attratti dal pane che lei gettava. Ekaterina è riuscita a scattare questa immagine mentre era circondata da ali che battevano rumorosamente, in mezzo al colore delle zampe e dei becchi che spuntavano in un turbinio di bianco. Le maestose aquile di mare dalla coda bianca del Nord-Trøndelag attraggono molti visitatori e fotografi, mentre i più comuni gabbiani reali nordici attirano di solito meno l’attenzione. Spesso considerati nocivi per l’abitudine di vivere in gruppi e di rubare il cibo, i gabbiani reali nordici sono un simbolo delle zone costiere di molti Paesi
- Ashleigh Scully (USA) Ashleigh si era recata in Alaska per cercare di fotografare le famiglie di orsi bruni. Questo era il momento che stava cercando, una madre che portava a spasso due cuccioli sulla spiaggia. Uno di loro però voleva fermarsi e giocare. “Mi sono innamorata degli orsi bruni durante questo viaggio”, racconta Ashleigh. “Sono così simili agli essere umani”. Gli orsi bruni sono normalmente solitari, ma c’è un forte legame tra madre e piccoli. I giovani orsi stanno con la loro mamma fino a due o tre anni, imparando cosa mangiare e come prendersi cura di se stessi. Una gran quantità di orsi si raggruppa in quest’area in estate, alla ricerca del cibo abbondante, nutrendosi di conchiglie, salmoni e bacche.
- Sergey Gorshkov (Russia) Incantato dalla sua selvaggia bellezza, Sergey trova ogni scusa per ritornare nell’isola di Wrangel. Senza possibilità di rifornimento, deve portare tutto con l’elicottero. Questa spedizione di 2 mesi ha richiesto un anno di pianificazione. Collaborando con i ricercatori, Sergey ha lavorato soggiornando in rifugi ai margini di una colonia di oche delle nevi per ridurre il suo impatto sugli abitanti di questo mondo ghiacciato. A maggio inoltrato, 250.000 oche delle nevi arrivano nell’isola di Wrangel, la più grande colonia in cui si riuniscono questi uccelli durante il periodo dell’accoppiamento. Le opportuniste volpi artiche traggono vantaggio da questa situazione, rubando le uova e conservandole per i periodi di magra. Ma le oche e le volpi hanno una sorta di equilibrio e c’è voluta fortuna e astuzia per vincere questo premio
- ack Dykinga (USA) Come la luce dell’alba illuminò il deserto, Jack impugnò la sua macchina fotografica per andare sulle lontane Sand Tank Mountains. Questo cactus saguaro è stato vittima di una gelata, che ha permesso a Jack di arrampicarsi sui suoi rami contorti e cadenti. Il fotografo ha passato una vita a fotografare cactus danneggiati dalle gelate. “Questo probabilmente è il mio migliore risultato”, racconta. Innalzandosi nel Sonoran Desert, questi cactus presentano una grande quantità di adattamenti che consente loro di sopravvivere a lunghi periodi di siccità. Le radici assorbono la preziosa pioggia, mentre le pieghe superficiali si espandono come una fisarmonica quando il cactus cresce. E’ il loro adattamento che rende i cactus sensibili alle gelate, in quanto l’acqua che si ferma nelle pieghe può gelare
- Qing Lin (Cina) I piccoli occhi di questi isopodi parassiti spuntarono a osservare Qing attraverso la bocca dei pesci. Gli ci vollero 6 immersioni, un’immensa pazienza e un pizzico di fortuna, ma alla fine tutti e tre i pesci mostrarono i loro ospiti. In quel preciso istante Qing è riuscito a ritrarre nell’immagine tre curiosi esemplari, allineati, che lo guardavano di fronte e con la bocca aperta. Questi tenaci isopodi probabilmente sono entrati nel pesce pagliaccio attraverso le sue branchie, attaccandosi poi alla lingua. Nel tempo questi crostacei, imparentati alla lontana con gli onischi terrestri, allungheranno le loro zampe fuori e succhieranno il sangue del pesce fino a che la lingua si seccherà e morirà. Addirittura rimpiazzeranno l’intera lingua.
- David Lloyd (Nuova Zelanda/Regno Unito) La calda luce del tramonto enfatizza ogni ruga e ogni sfumatura del branco di elefanti cha si sta avvicinando a David. La femmina che guida il branco, probabilmente la matriarca, lo osserva direttamente, con il suo occhio ambrato che luccica in contrasto con le pieghe della pelle. “Il suo sguardo era pieno di rispetto e di intelligenza, l’essenza dell’essere senziente”, racconta. Le caratteristiche enormi orecchie degli elefanti africani hanno una larga rete di vasi sanguigni e di rughe che favoriscono la dispersione del calore. La perdita della parte inferiore del padiglione auricolare, come in questo caso, è una ferita comune. Sia i maschi che le femmine usano le loro zanne per combattere, scavare e per nutrirsi. Il bracconaggio per le zanne e il commercio illegale dell’avorio è ancora una delle minacce maggiori per gli elefanti africani