Alcuni non ce la fanno, come Angiolino, un rottweiler trovato febbricitante e abbandonato in un giardino privato, legato a una catena e morto dopo solo tre giorni di cure dei volontari che lo hanno ritrovato. Altri sì, come Gegè, un meticcio di taglia media ritrovato la sera di Natale mentre vagava per la strada, metà faccia distrutta da un colpo di fucile: tornato in forze, ha potuto affrontare il primo di una serie di interventi di chirurgia maxillo facciale (nella foto sotto). Inciviltà e crudeltà, randagismo e abbandono. Questi sono solo due delle migliaia di casi che hanno dovuto fronteggiare i volontari del Rifugio “I Fratelli Minori”, struttura gestita da Lida, Lega Italiana dei Diritti dell’Animale, che attualmente accoglie quasi mille animali “invisibili”: 700 cani e 230 gatti abbandonati nelle condizioni più impensabili. E’ la Sardegna che non ti aspetti, soprattutto in agosto quando i più si ricordano dell’isola per programmare giornate di mare, divertimento e vacanza e, sbarcati all’aeroporto di Olbia, passano accanto al canile – che sorge proprio a due passi da lì – diretti alle spiagge della Gallura e della Costa Smeralda. “Ci troviamo davanti tante situazioni drammatiche frutto unicamente della cattiveria umana: animali abbandonati e ritrovati in condizioni estreme, spesso a rischio vita, avvelenati, bastonati o feriti gravemente”, racconta Cosetta Prontu, presidente di Lida sezione Olbia. “Per combattere il randagismo e l’abbandono bisogna insegnare il rispetto verso gli animali e la vita in generale: lavorare alla base del problema e sensibilizzare le persone ad adottare un comportamento più responsabile, educarle a sterilizzare i propri compagni animali e a usare il microchip”. Per venire incontro alla situazione di difficoltà del rifugio gallurese Almo Nature/Fondazione Capellino, nell’ottica statutaria di aiutare tutti gli animali, ha donato 4.600 kg di cibo al rifugio.
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